In un documentario i «brogli» del Polo alle ultime elezioni

Deaglio e Cremagnani: anomalie sulle schede bianche

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  1. hail, hail
     
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    si vabeh ma lui ha detto "siccome ci sono stati i brogli e la differenza è di 24 mila voti per forza il risultato deve cambiare" non è che ha ordinato "cambiarte il risultato cribbio!"

    ma poi basta sempre dare addosso al povero silvio :cry:
    ma che vi ha fatto? manco vi avesse alzato le tasse :cry:
     
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  2. AdamClayton
     
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    Giornalisti italiani che strafanno (o strafatti)

    «Pubblicazione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico»: puntuale il reato ipotizzato dai giudici per Deaglio.
    E miserevole la giustificazione farfugliata dall'indiziato: «Un'accusa da anni '60».
    Deaglio crede che, dati i progressi della società italiana nel permissivismo, la diffusione di notizie false e tendenziose sia ormai permessa.
    Il suo «giornalismo» configura appunto la notizia falsa: ha intervistato un «esperto americano» che parlava della facilità con cui, grazie ai computer, si possono fare giganteschi brogli elettorali… in America; dove vige il loschissimo voto elettronico, e dove l'elettore non sa, poiché la macchina non lascia ricevuta, se il suo voto è stato registrato secondo la sua volontà oppure no.
    Deaglio ha voluto strafare, tendenzioso.
    Ha prodotto un video che non è documentazione, ma docu-fiction, per metà recitato da attori.
    E crede che questo sia ancora giornalismo.
    Non è il solo.
    In pochi mesi abbiamo avuto il caso Farina, agente dilettante «Betulla», che forniva notizie al SISMI e ne diffondeva di false (attribuendo la faccenda dell'uranio del Niger, anti-Saddam, ai servizi francesi anziché italiani); e ora il caso dell'ex-giornalista diventato senatore Paolo Guzzanti, che si è fidato del ridicolo agente-dilettante Scaramella Pulcinella, e forse lo mandava a interrogare agenti ex-KGB sugli altarini di Prodi.
    Tutti e tre sono finiti nella vergogna.
    Tutti e tre hanno nuociuto alla causa che credevano di promuovere con le loro falsità e tendenziosità.
    Tutti e tre, invece di occuparsi di dire la verità, volevano far avanzare una tesi cui aderiscono ideologicamente, e per questo non hanno avuto scrupoli a distorcere informazioni, a distorcerle o a cancellarle.
    Hanno altre cose in comune: la voglia di successo, la frenesia di mettersi in luce, di glorificarsi per scorciatorie, di carriera che li acceca.
    Sono tutti e tre «sub-star» nella carriera giornalistica.

    Farina sub-direttore di Libero, e insoddisfatto, irrequieto, ambizioso ed avido.
    A Deaglio il successo è sempre sfuggito per palese mancanza di qualità, benchè i poteri che lo proteggono - riconducibili all'azionismo piemontese, alla Fiat e al capitalismo «antifascista» - gli abbiano dato tutte le occasioni: programmi di prima serata alla TV di Stato, direzione di Reporter (un fiasco senza storia), comode e grasse sistemazioni da editorialista di La Stampa e dell'Espresso.
    Ora gli hanno dato e pagato il Diario, e ha ancora una volta avidamente cercato il «successo», l'affermazione personale che la sua qualità gli ha negato; approfittando insieme per far avanzare la sua parte politica: giornalista sì ma anche militante, anche «agente segreto» di manovre.
    Il caso di Paolo Guzzanti è il più ridicolo e in un certo senso misterioso.
    L'ho conosciuto decenni fa, in Sicilia, durante un'inchiesta sulla Mafia.
    A cena ci faceva ridere tutti con le sue imitazioni (era un comico naturale, come i suoi figlioli), ma nell'insieme mi parve un giornalista esperto, professionale.
    Era a Repubblica, inviato.
    Poi, l'ha morso una tarantola.
    Ha cambiato moglie, ha cambiato partito.
    Si è proclamato di destra, anticomunista sfegatato.
    A Berlusconi non è parso vero di trovare uno yes-man di più (grande scopritore di talenti falsi, questo Silvio) e l'ha premiato con un seggio sicuro da senatore, e per di più con la direzione del Giornale.
    Direzione che beninteso il Guzzanti non ha mai esercitato - a fare tutto lì è Belpietro - ma che gli dava il diritto di pubblicare opinioni personali chilometriche e sempre più psichiatricamente allarmanti (1), e uno stipendio stimabile a 12 mila euro mensili.
    Evidentemente non gli bastava, voleva la gloria, voleva aiutare la sua parte con ogni mezzo.
    La commissione Mitrokhin, la fiducia a Scaramella-Pulcinella, il manovrare in un mondo di ex-spie e di false spie di cui nulla un Guzzanti può capire, specie dopo aver cessato di informarsi come deve fare un giornalista.
    In bilico tra due o tre carriere, e insoddisfatto di tutte.

    Ma ci sono altri giornalisti dello stesso stampo.
    Gad Lerner, stessa biografia di Deaglio - da Lotta Continua ai giornali della Fiat - a cui i suoi padroni avevano assicurato l'apice di una carriera, la direzione del TG1 di Stato; e che si è fregato con le sue stesse mani, per mancata sorveglianza direttoriale, e poi «denunciando» in diretta di aver ricevuto una raccomandazione da un deputato di AN per una ragazza, quasi fosse una notizia da far cascare il mondo… ora è finito a fare quel suo noiosissimo, lunghissimo cazzeggio settimanale con gli amici suoi, a tutti sconosciuti e delle cui banalità non importa a nessuno, in una trasmissione ad audience zero sulla 7; ben pagato, ma finito.
    E che dire di Santoro?
    Dopo tante urla e strepiti, grida di essere perseguitato e discriminato, un posto lucrosissimo di europarlamentare, è finalmente tornato, ha riconquistato il posto alla RAI con la «sinistra» al potere.
    Risultato, una trasmissione metà servile e metà lerneriana, insostenibile, un naufragio (ben pagato anche lui).

    Giornalisti italiani.
    Un sintomo grave della malattia del sistema che ci ostiniamo a chiamare «democrazia».
    Gente che confonde il mezzo con il messaggio, e la potenza del mezzo con la propria gloria personale.
    Nullità.
    Maggiordomi che versano il tè sui pantaloni del padrone di riferimento.
    Furbi che falliscono e diventano stupidi per voler strafare, per cercare scorciatoie.
    Gente senza scrupoli a cui si chiede - in cambio della paga principesca - di mentire bene, e che non ci riescono.
    Che vergogna.
    Ora aspettiamo al varco altri: Magdi Allam, il miracolato di una direzione al Corriere che non esercita, potrebbe essere un candidato.
    Anche le sue qualità sono nulle.
    La sua utilità come denunciatore a un tanto al chilo del «terrorismo islamico», dopo il 7 novembre e le elezioni americane, è alquanto calata.
    Ma forse è più furbo.

    Maurizio Blondet

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    Note
    1) E' grato citare ancora una volta il pezzo da ricovero psichiatrico urgente, che il Guzzanti ha scritto all'inizio dell'aggressione israeliana in Libano: «Voglio urlare ad Israele: vai e colpisci, ovunque essi siano, vai e fai quello che un Occidente mentitore e senza spina dorsale non ha il coraggio di fare. Io voglio gridare, voglio esaltare la guerra di Israele. Voglio che Israele con mano chirurgica e ferma colpisca e cauterizzi, che con mano pietosa distrugga col fuoco. I piloti devono avere occhi di chi non può consentirsi emozioni, le mani ferme sulle leve e i joy stick nei carri roventi che macinano la terra e la sabbia, mani che stringono armi e vuotano caricatori, menti gelide nel deserto rovente. Va e colpisci anche per i francesi che esaltano i loro zizù zazà zulù zozò, le loro cornate da capre mentre Parigi si appresta a bruciare di nuovo, e per quella gente di formaggio e paura che abita l'Olanda fertile di musulmani e la Svezia musulmana e la Danimarca musulmana e i loro maledetti covi e riti, via spazzateli tutti, purgateli, eliminateli, colpisci anche per loro, per noi, Israele. Oh Israele, se solo potessi marciare nella tua guerra, se potessi vegliare nei tuoi campi in attesa, se potessi fare l'autostop per raggiungere la mia unità, se potessi lasciare il mio kibbutz o villaggio o città biblica con i capelli sotto il berretto, il fucile in spalla, l'abito da guerra di Israele e la sua bandiera. Oh Israele, se soltanto potessi non essere solidale ma esserci, non scrivere ma combattere, come vorrei, Israele, essere alla guida di un carro con due materassi legati fuori, insieme a giovani con la chitarra come quelli che incontrai in Libano un quarto di secolo fa e parlare con loro di cinema, e sparare, e di poesia, e sparare, e di musica, e correre, e far tuonare il corto cannone che non sbaglia mentre il cielo viene tagliato a lama di coltello dai nostri jet. Oh Israele!». A Guzzanti non bastava essere direttore di giornale (ad personam), senatore, presidente di commissione, militante forrzitaliota, e agente segreto a tempo perso; voleva essere anche combattente, massacratore e giudeo. Temo che avrebbe fallito anche lì.
     
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  3. ndruglio
     
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    è frustrato mica poco sto blondet
    fan tutti cagare, meno male che c'è lui :D
     
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    ma sto blondet che lavoro fa?
     
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  5. ndruglio
     
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    direi il giornalista......depresso :D

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  6. AdamClayton
     
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    Qualcosa mi sfugge

    Deaglio pubblica un documentario che ipotizza brogli elettorali e lo inquisiscono i PM.
    Berlusconi sostiene la stessa cosa da mesi e lo intervistano i TG.

    Alberto Puliafito
     
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    eh me lo chiedevo anche io giorni fa
     
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  8. hail, hail
     
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    Deaglio è inquisito e sarà multato perchè ha diffuso la notizia falsa che lo spoglio delle schede avvenga tramite un sistema elettronico e che tale sistema sia stato falsato da organi del vertice dello stato.

    il conteggio delle schede in realtà è tutto cartaceo e un politico (esempio: la sx per 50 anni fino a ieri) può dire quel cazzo che gli pare
     
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  9. °chiara°
     
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    La giunta per elezioni ha deciso all'unanimità. Sette le regioni:
    Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia e Toscana

    Senato: "Ricontare le schede bianche"
    Berlusconi: "Primo passo positivo"

    Deaglio ironico: "Ora indagheranno anche l'organismo del Senato?"

    ROMA - La giunta per le elezioni del Senato ha deciso all'unanimità il riconteggio totale delle schede nulle, bianche e contenenti voti nulli o contestati, a partire da sette regioni: Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia e Toscana. La decisione è stata presa all' unanimità dalla giunta, che ha deliberato di procedere al riconteggio.

    Inoltre la giunta ha deciso di procedere alla revisione delle schede valide, custodite nei diversi tribunali, secondo una 'campionatura' che sarà decisa dai comitati di revisione schede, tenendo conto dei seguenti criteri: l'assenza del verbale o la notevole differenza tra i dati dichiarati sul verbale e quelli verificati sulla revisione; l'assenza di schede nulle e contestate; la presenza di rappresentanti di lista appartenenti a una sola coalizione o l'assenza nel seggio di rappresentanti di lista per ambedue le coalizioni. Nel caso in cui i risultati rivelino "scostamenti significativi" rispetto ai dati di proclamazione, si dovrà estendere la procedura di revisione delle schede anche alle altre regioni e alla circoscrizione estero.

    "Un primo passo positivo, soprattutto l'unanimità", ha commentato Silvio Berlusconi. Poco prima il presidente di Fi aveva però osservato: "Insistiamo sulla notte dei brogli e insistiamo nella nostra richiesta di ricontare tutte le schede, non solo le bianche e le nulle".

    Ironico il direttore del settimanale "Diario" Enrico Deaglio, che con il suo film-inchiesta ha riaperto il caso sui presunti brogli: "Mi fa piacere, sono contento che si interessino della questione. A rigor di logica e per paradosso, ora anche la giunta per le elezioni del Senato potrebbe essere indagata per diffusione di notizie false e tendenziose. In fondo chiede le stesse cose che chiedevo io". "Qualcosa si muove. Hanno deciso di verificare, è una buona notizia. Io -continua Deaglio - sono stato indagato perché ho messo in dubbio la sacralità della conta cartacea legittimata dalla Corte di Cassazione. Mi aspetto tempi lunghi, ma è importante che ci si avvicini ad un accertamento".

    Deaglio annuncia poi che "sul prossimo numero di Diario daremo un'altra notizia relativa al numero dei votanti", in cui emergerebbe secondo il settimanale uno scostamento di 148.000 elettori "tra il numero dei votanti complessivi dichiarati all'indomani delle elezioni rispetto alle cifre che circolano oggi".

    (6 dicembre 2006)

    http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/p...re-bianche.html
     
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    Si tratta di un controllo preliminare effettuato sui risultati per la composizione della Camera
    Entro luglio la Giunta di Montecitorio ha previsto il riconteggio di oltre 4 milioni di schede
    Elezioni, prima verifica delle schede
    assegna 177 voti in più all'Unione




    ROMA - Sono 177 i voti in più che toccano all'Unione. E' quanto emerge dall'esito del controllo delle 26 circoscrizioni elettorali eseguito dalla Giunta per le elezioni della Camera. In questo modo, spiegano i membri di maggioranza della Giunta,il distacco dell'Unione dalla Cdl aumenta: lo scarto tra i due poli si attesta quindi a 24.932 voti a favore del centrosinistra.

    Il risultato della verifica, spiegano gli esponenti della maggioranza in Giunta, significa semplicemente che dalle 26 relazioni circoscrizionali non emergono novità o anomalie particolari. I dati, in sostanza, combaciano sia con quelli diramati dal Viminale, sia con quelli della Corte di Cassazione.

    Quelli attribuiti dal ministero dell'Interno alla coalizione di centrosinistra (19.001.684) risultano leggermente inferiori a quelli risultanti ora alla Giunta (19.002.764) solo perché, spiegano, "a quelli del Viminale mancavano ancora i dati delle schede contestate che sono arrivati solo dopo qualche giorno".

    Le verifiche della Giunta per le elezioni di Montecitorio non sono però finite. L'organismo parlamentare nei giorni scorsi ha stabilito infatti praticamente all'unanimità di ricontare complessivamente oltre 4 milioni di schede elettorali. I controlli prenderanno in esame tutte le schede bianche, nulle, contestate e valide. Cominciando però dal 10% dei seggi. Il riconteggio dovrà essere ultimato entro il mese di luglio del prossimo anno.

    (20 dicembre 2006)
     
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  11. AdamClayton
     
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    QUI MILANO LIBERA

    Aprile 2006, un documentario sulle elezioni politiche più tragicomiche degli ultimi anni.
    Con la partecipazione straordinaria di: Giulio Andreotti, Piero Fassino, Silvio Berlusconi, Corrado Stajano, Salvatore Bragantini, Furio Colombo, Onoriana Barambilla e Giovanni Pesce.
    Un film di Riccardo Farina, montaggio di Logo prodotto da Chisciotte
    Con la partecipazione dei cittadini milanesi.

    http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Do...44&ext=_big.wmv
     
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    DeadMan

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    Scusate se mi intrometto in un post vecchio come questo,ma vorrei farvi notare una cosa.
    E cioè che le schede bianche sono rimaste basse anche nel 2008 e nel 2013,quando al ministro non c'era più il CDX a poter imbrogliare.
    Le bianche furono infatti solo 485000 nel 2008 e solo 395000 nel 2013.
    Quindi in linea con le solo 440000 del 2006.
    La diminuzione da 1,7 milioni del 2001 fu quindi dovuta un po' alla radicalizzazione dello scontro politico ed un po' dal cambio del sistema elettorale.
    A meno di non sostenere che il CDX il broglio lo abbia ripetuto nel 2008 e nel 2013.
    Però fuori dal ministero,senza voto elettronico e col CSX che si sarebbe fatto truffare altre 2 volte.
    Quindi premesso che Berlusconi sbagliò a parlare per primo di brogli allora mi pare chiaro che anche le accuse di Deaglio e Cremagnani erano infondate.
     
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41 replies since 14/11/2006, 03:26   463 views
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