ELLIOTT SMITH - New Moon

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  1. jackal
     
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    da www.ondarock.it


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    Ce lo dice il comunicato stampa, lo si legge in calce a qualsiasi recensione del nuovo Elliott Smith, lo si è letto ovunque nelle brevi di qualsiasi webzine, e ve lo diciamo anche noi: "New Moon" raccoglie materiale per lo più inedito del cantautore americano, scomparso tragicamente ormai quattro anni fa, risalente al biennio 1995/1997 - registrazioni del periodo Kill Rock Stars tra l'album omonimo "Elliott Smith" e il successivo "Either/Or".

    Non un testamento, né un sunto di quello che Elliott è stato. Parole del genere le abbiamo giustamente spese per "From A Basement On The Hill", vero ultimo lavoro autografo. Qua è tutto diverso: di fronte abbiamo brani acustici strappati da bozzetti, registrazioni di canzoni che sarebbero dovute confluire in chissà che cosa con chissà che titolo. Troppi punti interrogativi e di risposte non ne abbiamo, di banalità ne abbiamo sentite tante e il rischio di sembrare i soliti leccapiedi di un genio scomparso lo lasciamo ad altri. Per rispetto, beninteso, perché la stima è tanta, come tanta è stata l'attenzione riposta in lui fin da tempi non sospetti, quando ancora il cuore del vagabondo di Portland non era stato trafitto dall'amore disperato di un coltello.

    Eccoci tra le mani due cd, una dozzina di brani per ognuno, compendio e raccolta di materiale come detto inedito, il cui trait d'union è il cantautorato delicato firmato dall’ eroe nazionale dell'indie mondo, padrino ormai di un centinaio di cloni, e inconsapevole colpevole di aver sostituito il nome di Nick Drake col proprio nelle pagine di noi critici musicali. Ad aprire il primo disco una malinconica e acustica "Angel In The Snow" che ci riconcilia con un passato mai dimenticato, sorretta quasi esclusivamente da un paio di sovraincisioni di chitarra e dalla solita voce timida e suadente. E' l'Elliott Smith che abbiamo conosciuto tempo fa, più perfezionista degli esordi, meno dedito al pop beatlesiano di XO e portabandiera di quel nuovo cantautorato che mischia Leonard Cohen con l'americanissimo country-folk. Il fingerpicking è solenne, padronanza totale delle corde, della melodia e della nota: dote che ne ha fatto, giustamente, un degnissimo erede della tradizione melodica dei Brian Wilson e compagnia, accostamento inflazionato, ma mai tanto veritiero, come nel caso di Elliott Smith.

    "Talking To Mary" è un ridiscendere continuo di tonalità con voce aspirata e sospirante. Poi ci sono sensazioni, emozioni sparse tra i brani, come la seconda metà di "High Times" con il suo crescendo smorzato da una implosione, la rockeggiante "New Monkey" che diverte anche per gli accostamenti delle parole e per la loro scelta nel chiudere le rime: monkey con junkie, hands con bands, bar con car, scelte che fanno sorridere per la loro (possiamo dirlo?) banalità. Eppure risuona tutto come un gioco di stile e quindi poetico. "All Cleaned Up" è tra i brani migliori del disco, un duetto pseudo-country giocato con la doppia voce, folk e acustico, semplice e diretto. Il primo disco si conclude con la cover dei Big Star "Thirteen" e una versione demo del singolo "Miss Misery".

    I brani si fanno sempre più bozzetti nel secondo cd, con la splendida delicatezza di "Placeholder" e l'endemica malinconia di "New Disaster" tra gli episodi del resto più compiuti. "Seen How Things Are Hard" è presa un po' troppo per i capelli, più un progetto che altro; "Fear City" e "Almost Over" rompono il silenzio e la riservatezza dell'acustico songwriting, memorie delicate e ripulite del più grezzo passato Heatmiser. Sempre dal passato prossimo Heatmiser, si ripesca la scrittura a due mani con Neil Gust per "See You Later" e "Half Right", in versioni diverse da quelle presenti nell'album consigliatissimo "Mic City Sons".

    Nel complesso, decisamente migliore il primo disco del secondo. Certo che se dagli scarti esce fuori un disco più che discreto, siamo dinnanzi a qualcosa di più di un grande cantautore. Ma non ne avevamo dubbi.

    Voto: 7

    TRACKLIST

    Angel In The Snow
    Talking To Mary
    High Times
    New Monkey
    Looking Over My Shoulder
    Going Nowhere
    Riot Coming
    All Cleaned Up
    First Timer
    Go By
    Miss Misery
    Thirteen


    Georgia Georgia
    Whatever (Folk Song in C)
    Big Decision
    Placeholder
    New Disaster
    Seen How Things Are Hard
    Fear City
    Either/or
    Pretty Mary K (other version)
    Almost Over
    See You Later
    Half Right
     
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0 replies since 29/5/2007, 11:27   90 views
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