In un documentario i «brogli» del Polo alle ultime elezioni

Deaglio e Cremagnani: anomalie sulle schede bianche

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  1. AdamClayton
     
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    Nel documentario il racconto di una lite Berlusconi-Pisanu

    MILANO — Uccidete la democrazia!, il nuovo film di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio con la regia di Ruben H. Oliva, non è questione di sindrome da complotto ma di numeri, numeri e ore. Gli autori lo dicono subito, prima che scorrano in anteprima le immagini e Gola Profonda inizi il suo racconto. La notte di lunedì 10 aprile 2006 è ormai sfumata nel martedì e l'Italia è in sospeso, il flusso dei dati elettorali s'è bloccato, «non si riesce a capire che sta succedendo» dice Romano Prodi, l'esito delle elezioni è più che mai in bilico e intanto a Palazzo Grazioli, quartier generale di Berlusconi, è arrivato Beppe Pisanu. Mai successo che un ministro dell'Interno lasciasse il suo posto in un momento così. C'era già stato verso le 19,20. Per convocarlo, alle 23,14 gli telefonano al Viminale, «l'hanno costretto, letteralmente costretto ad andare». Berlusconi è furibondo, «gli grida in faccia, dice che lui non è disposto a perdere per una manciata di voti». Pisanu torna al Viminale e là ci sono quelli dell'Unione. Marco Minniti, Ds, è piombato in sala stampa agitatissimo, ha cercato i funzionari, ha fatto una telefonata. Poi si è rasserenato. Testimonianze. Immagini dei tg. E Gola Profonda che racconta: più tardi, a Palazzo Grazioli, ci sono quattro uomini chiusi in una stanza. Berlusconi, Bondi, Cicchitto e, ancora, Pisanu. Il Cavaliere non ci sta. E il clima si fa pesante, per il ministro. Volano insulti, «vigliacco», «traditore». Sono le 2.44 quando Piero Fassino annuncia alle telecamere: abbiamo vinto. A quanto pare dal film, il grande imbroglio informatico è sfumato in extremis, il programma che nel sistema di trasmissione dati del Viminale trasformava le schede bianche in voti per Forza Italia è stato fermato a ventiquattromila voti dal traguardo, l'esiguo vantaggio dell'Unione. E a questo punto le immagini rallentano, scrutano il volto segnato del segretario Ds, le occhiaie scure, lo sguardo cupo, mai vista una proclamazione così. In via del Plebiscito Berlusconi fa chiamare l'onorevole Ghedini, vuole preparare un decreto che dice farà approvare dal Consiglio dei ministri per sospendere il risultato elettorale fino a un nuovo conteggio e assicura che lo farà firmare a Ciampi.
    Ma dal Colle fanno sapere che il Presidente «non vuole neanche sentirla», una richiesta simile. Abbiamo evitato un golpe? «Non s'innamori dei paroloni: guardi i numeri», sorride Gola Profonda, alias uno strepitoso Elio De Capitani, l'ex «Caimano» di Moretti che nel film incarna tutte le fonti riservate dell'inchiesta. Il personaggio che racconta quella notte delle Politiche 2006 è fittizio, «ma i numeri sono veri», spiega Deaglio, «aspettiamo che intervengano i magistrati, che il ministro chiarisca, che il presidente Napolitano ci rassicuri ». Gli autori sono partiti da un libro, Il broglio, firmato da un anonimo «Agente Italiano» e uscito a maggio. Il dvd contiene i dati provincia per provincia. Numeri che il Viminale pubblica di solito «dopo 40 giorni» e fino ad oggi sono rimasti riservati. Perché? «Perché sono impresentabili, ecco perché». Al centro del «docu-thriller», il mistero delle schede bianche. Dalle Politiche 2001 a quelle 2006, per la prima volta nella storia della Repubblica, sono crollate: da 1.692.048 ad appena 445.497, 1.246.551 in meno. Maggiore partecipazione? Ma gli elettori, al netto dei votanti all'estero, sono stati di meno: 39.424.967 contro i 40.190.274 di cinque anni fa. E soprattutto ci sono le «anomalie» statistiche. L'Italia è varia, la percentuale di «bianche» nel 2001 cambiava ad ogni regione, 2,6 in Toscana, 9,9 in Calabria, 5,5 in Sardegna... L'animazione del film fa ruotare lo Stivale come in una centrifuga, nel 2006 i dati sono omologati, «tutto dall'1 al 2%, isole comprese!». Tutto più o meno uguale, e non un posto dove le bianche non siano calate. In Campania, per dire, si è passati da 294.291 bianche a 50.145, meno duecentocinquantamila, dall'8 all'1,4%. E poi c'è la successone degli eventi. Alle 15 il primo exit-poll dà all'Unione cinque punti di scarto, come tutti i sondaggi. Ma alle 15,45 Denis Verdini, responsabile dell'ufficio elettorale di Forza Italia, dice che «alla Camera è testa a testa, lo si vedrà dopo diverse proiezioni».

    E infatti: un'animazione mostra la «forbice» tra gli schieramenti che diminuisce «regolare come un diesel», ogni ora la Cdl guadagna mezzo punto e l'Unione lo perde. I primi dati del Viminale arrivano alle 20,19 e proseguono col contagocce. Alle 21,38 l'Ulivo invita a «presidiare i seggi», quando si bloccano i dati manda il segretario provinciale a Caserta. Inizia la lunga notte. Resta da scoprire l'arma del delitto. E Deaglio, nel film, vola in Florida a intervistare Clinton Curtis, programmatore informatico che nel 2001, inconsapevole, preparò un software per truccare le elezioni e poi ha denunciato tutto e ne ha fatto una battaglia. «Qualsiasi broglio le venga in mente, con la matematica si può fare». E al direttore di Diario, in mezz'ora, prepara un programma che distribuisce in automatico le bianche a uno schieramento lasciandone una percentuale tra l'1 il 2, «si può inserire nel computer centrale o a metà della rete, bastano quattro o cinque persone». Deaglio dice che le bianche mancanti e i voti in più di Forza Italia corrispondono: «Sono gli unici risultati sbagliati dagli exit-poll». Problema: se è vero, perché Berlusconi ha perso? La tesi del film è nella domanda che Deaglio fa a Curtis: è possibile interrompere il processo? «In ogni momento». Si torna alla notte di Palazzo Grazioli. Le pressioni su Pisanu. Il «colpo di teatro», l'arresto di Provenzano l'indomani. E l'«antropologia» dei democristiani, il loro fiuto infallibile. Gola Profonda conclude: «Quella sera il ministro ha fiutato. Ha capito subito che Berlusconi era un gatto che si agitava, ma era un gatto morto. E ha agito di conseguenza».

    Gian Guido Vecchi
    13 novembre 2006
    www.Corriere.it
     
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    mi ero perso questo topic tra i tanti claytoniani

    chissà perchè niuno si chiede nulla.
    chissà perchè nemmeno la sinistra (eventualmente danneggiata) si chiede nulla :ph34r:
     
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  3. hail, hail
     
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    gomblotto
     
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    no ma a parte gli scherzi è strano che nemmeno i presunti danneggiati
    si interessino alla cosa :D


    cioè....la regola...verificata in anni e anni di sterili polemiche è:

    polo1: EEEEEEEEE!
    polo2: OOOOOOOOO!

    polo1: EEEEEEEEEEEEEEEE!
    polo2: OOOOOOOOOOOOOOOOO!

    polo1: DEMAGOGHI!!!
    polo2: MASSIMALISTI!!!

    polo1: ci vuole un piano per il bullismo
    polo2: ci vuole un piano per il bullismo

    stavolta invece nn frega a nessuno. mah.
    son strani di brutto! :D
     
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  5. hail, hail
     
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    cioè quindi chi ha perso le elezioni ha truccato le elezioni per perderle di poco e chi le ha vinte dovrebbe protestare?

    quelle all'estero è stabilito che sono state truccate... magari hanno deciso di lasciare perdere che il risultato tanto è questo, anche perchè numericamente in italia la sx è in minoranza, quindi una vittoria di pochi voti complessivi può stare bene a tutti...
     
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  6. °chiara°
     
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    ma è il concetto stesso di broglio che dovrebbe far rabbrividire..............
     
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  7. Vitorbaia
     
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    CITAZIONE (hail, hail @ 22/11/2006, 15:20)
    cioè quindi chi ha perso le elezioni ha truccato le elezioni per perderle di poco e chi le ha vinte dovrebbe protestare?

    ha truccato le elezioni per vincerle, ma le ha perse perchè qualcosa (tipo pisanu non se l'è sentita) è andato storto. almeno questa è la tesi di deaglio
     
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  8. hail, hail
     
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    credo che faccia più rabbrividire il concetto "non riusciamo a fare nemmeno una finanziaria come da programma... facciamo dire al nostro caro Deaglio che la dx ha truccato le elezioni"
     
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    CITAZIONE (hail, hail @ 22/11/2006, 15:20)
    cioè quindi chi ha perso le elezioni ha truccato le elezioni per perderle di poco e chi le ha vinte dovrebbe protestare?

    bè mettiamo anche che fosse vero quello che dice il documentario non mi sembra che la cosa
    sarebbe stata di poca importanza. vincere di 23 mila voti o di un miLLione cambia parecchio le cose


    nulla mi stupiva questo generale disinteresse. visto che di solito ci accapiglia per qualsiasi minchiata
     
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  10. hail, hail
     
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    sarebbe alquanto comico se ora la sx si accapigliasse su questo "numero" di Deaglio fatto di origliamenti quando per 4 mesi il tormentone contro la dx è stato "avete perso, fatevene una ragione, non ci sono stati brogli, in democrazia si accetta il responso anche di un solo voto bla bla bla"

    per le elezioni all'estero sono usciti articoli simili che testimonierebbero brogli a vantaggio della sx quindi.... ovviamente non hanno la stessa risonanza perchè non escono sui giornali considerati più attendibili e che finanziano la campagna elettorale della sx.

    mi piacerebbe sapere con che soldi l'ha fatto il film deaglio.
     
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  11. AdamClayton
     
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    http://www.media.rai.it/mpmedia/0,,In1-2h^13831,00.html
     
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  12. AdamClayton
     
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    ELEZIONI 2006: A PENSAR MALE SI FA PECCATO...?
    Storia e, soprattutto, cronaca dei brogli italiani

    Brogli, brogli, brogli. Mai tale parola fu pronunciata con tanta insistenza durante una elezione politica in Italia tanto da ritornare sulla bocca di tutti a distanza di mesi, come mostra il caso del numero di Diario oggi in edicola. E questa volta le accuse sono l' unica intesa veramente bipartisan perché, prima durante o dopo il voto, tanto una parte politica che l’ altra hanno fatto uso di questo termine o comunque di un generalizzato clima di sospetto. Non si può negare che le elezioni in Italia hanno sempre avuto un qualcosa di poco limpido, senza per questo dover andare a ripescare il vecchio discorso, che ormai ritorna fuori a scadenze fissate, dei brogli al referendum repubblica-monarchia: se l’ultima folata di discorsi sull’ argomento è seguita al ritorno del principino Savoia (ora in area DC-Forza Italia) non si può negare che tutto ciò ormai fa parte dell’ immaginario popolare come la leggenda della nascita della tricolore Pizza Margherita in onore della Regina d’ Italia.

    Sarebbe forse più utile allora ricordare il sistematico inquinamento elettorale del dopoguerra, la strategia della tensione o i minacciati colpi di stato (De Lorenzo, Borghese) per impedire che il PCI e il PSI (quello vero, di sinistra e non ancora sdoganato da Craxi) vincessero democratiche elezioni o partecipassero al governo insieme alla DC. Ma citiamo solo di sfuggita, lo scandaloso mercato del voto nella circoscrizione Napoli/Caserta che tenne in bilico 42 deputati, spinse l’ On. Trantino a parlare di “golpe bianco” e che venne più o meno messo a tacere per la generale mancanza di volontà nel mettere le mani in un tale caos di imbrogli.

    Il sempre vigile Berlusconi, che non si fa problemi ad accusare gli avversari di antropofagia, da che è sceso in politica ci ricorda che “i brogli rientrano nella professionalità e nella storia della sinistra” ma questa volta i sospetti sul voto erano iniziati da tempo, sollevati da sinistra e su basi ben più fondate. Non ultimo il fatto che di solito i brogli li può fare solo chi è al governo.

    Il problema è giunto alla ribalta nazionale grazie alle inchieste di Diario (ad opera di Barbacetto e Portanova) che hanno sottolineato per tempo le tante anomalie dello scrutinio elettronico: costosi appalti assegnati in tutta fretta e per trattativa privata ad aziende al di sotto di ogni sospetto tra cui la multinazionale Accenture che in passato era parzialmente coinvolta nello scandalo delle elezioni rubate da Bush a Gore in Florida e in cui il figlio del Ministro dell’ Interno Pisanu è un dirigente nella sezione italiana. Insomma una inquietante storia di conflitti di interesse e di inspiegabile fretta che ha spinto prima delle elezioni ad interrogazioni parlamentari ad opera delle deputata Beatrice Magnolfi e a commenti preoccupati di Di Pietro (che compra uno spazio pubblicitario su Repubblica per chiedere la sospensione della sperimentazione elettronica) e pure di Castagnetti, D’ Alema, Cortiana, Mastella. Sino ad arrivare a Beppe Grillo, voce profonda e non allineata del malcontento pubblico che arriverà a parlare più volte sul suo seguitissimo blog di “strano odore nell'aria”.

    Forse tutti sono eccessivamente condizionati dalle storie di oltreoceano in cui le varie aziende implicate nel voto elettronico (spesso senza equivalente cartaceo), Diebold, Es&S, Sequoia, “hanno strettissimi legami politici e finanziari con la fazione di Bush - e con altre forze oscure allo stesso tempo” ivi compresi movimenti neo-con “cristianisti” e filo teocratici (stando all’ inchiesta del giornalista americano Chris Floyd pubblicata il 16 Marzo scorso da Il Manifesto) e in cui Clint Curtis, ex programmatore filo repubblicano, pentito, ha giurato davanti al Congresso USA, passando pure il test della macchina della verità, di essere stato coinvolto nel progetto di creare un programma che cambiasse l’ assegnazione dei voti per favorire la banda Bush (leggete la sua testimonianza su www.clintcurtis.com). Lungi dal poter trovare rassicurazioni però, appena prima delle elezioni, il 6 Aprile, esce la notizia che vengono trovate delle falle nel sistema di trasmissione dati del ministero: “ due linee interne telefoniche del ministero in grado di agire come "porte” […] I tecnici segnalano varchi nel sistema di sicurezza, che possono essere utilizzati da hacker”.

    Insomma gli allarmi erano più che giustificati. Quanto è successo durante e dopo il voto è difficile da ricostruire a causa della caciara scatenata dal gregge di centro-destra ma ci sono comunque elementi che dovrebbero destare qualche sospetto e che di fatto hanno destato sospetto nei vertici di sinistra, sebbene siano stati poi oscurati della quotidiana cortina fumogena alzata dai vari Calderoli, Cicchitto e compagnia.

    Iniziamo dal lunedì, giorno della fine delle votazioni e dello spoglio delle schede. Alle 15 escono gli exit-polls della Nexus che danno vincente il centro sinistra con un ampio margine. Il dirigente Nexus Fabrizio Masia assicura subito che ci sono probabilità davvero molto scarse (in un’ altra circostanza dice “meno del 5%”) di uscire, come invece accadrà, fuori dalla “forchetta” indicata, e se adesso il povero sondaggista rischia la rottura del contratto con la RAI e ha ricevuto l’ ambito tapiro d’oro di Striscia la Notizia, in quei momenti la sinistra e i commentatori politici notavano che gli exit-polls erano in ottimo accordo con i sondaggi dell’ ultimo anno (e, si dovrebbe aggiungere, con le opinioni degli scaltri bookmakers inglesi).

    Naturalmente l’ ipotesi più gettonata è che gli elettori di destra tendano a volte a mentire ai sondaggi e agli exit polls: eppure sono previste procedure (domande di verifica, voto ri-espresso su una scheda fac-simile e non detto a voce al sondaggista fuori dal seggio) che dovrebbero ridurre il rischio che il sondaggio sia alterato da bugiardi cronici e unidirezionali. C’è un'unica eccezione di sondaggio non distante dai risultati dello spoglio: il sondaggio della Penn, Schoen & Berland Associates, la vituperata compagnia assunta da Berlusconi, con una lunga tradizione di sondaggi che sembrano fatti ad-hoc più per influenzare il clima politico che per analizzare la realtà. Si notò tale prerogativa (curiosa per un istituto di sondaggi) nel caso delle elezioni di Chavez in Venezuela ma se si cercano notizie relative alla PSB ci si troverà di fronte ad una mole di accuse di inquinamento elettorale che vanno da elezioni nell’ Europa dell’ est sino all’ Africa.

    Le reazioni del centro destra appena prima e subito dopo la chiusura dei seggi sono variegate. Poco prima delle quindici Fede si lancia in una lunga filippica, più adatta a Ciampi che al colorito impiegato di Berlusconi, dal tema “nessuno potrà mai dubitare della regolarità del voto”: brividi freddi lungo la schiena dei dubbiosi di sinistra. Dopo gli exit polls, soprattutto da Forza Italia arrivano serene dichiarazioni del tipo “ricordatevi delle elezioni di Bush”: brividi ancora più freddi soprattutto lungo la schiena di chi dubita fortemente della regolarità delle ultime due presidenziali americane con conteggi manuali bocciati in extremis dalla corte suprema (nel 2000) ed exit polls che si ribaltano solo a favore di Bush e in Stati dove non c’è equivalente cartaceo del voto espresso dalla gente (nel 2004).

    A beneficio di cronaca sulle elezioni americane tocca riportare la recentissima dichiarazione del sempre verde e furbo maneggione Cossiga: “…Che poi Bush sia stato eletto per i brogli che ha fatto il fratello, molto piu' intelligente di lui, in Florida questo e' dato. Ma anche in quel caso Kerry dopo aver resistito un po' alla fine ha alzato il telefono e gli ha dato la vittoria…”. Cossiga in questo caso invita Berlusconi alla resa ma si capisce che il vecchio picconatore ne sa sempre una più del diavolo.

    Dalle prime proiezioni inizia il crollo verticale dei voti a sinistra: anziché fluttuare come, scientificamente, ci si aspetterebbe da voti estratti in maniera ‘random’ dalle 60000 sezioni italiane (perché la Toscana rossa dovrebbe essere più rapida ed efficiente del Veneto nel consegnare i voti?) la sinistra vede diminuire il suo vantaggio come fosse un ciclista spompato in fuga ad una tappa di montagna del Tour de France. Pian piano il vantaggio al Senato si assottiglia e si ribalta a favore della destra salvo poi ritornare di un paio di seggi all’ Unione grazie al contributo del voto degli italiani all’ estero: un contributo inaspettato dal momento che la destra era convinta che gli italiani nel mondo avrebbero seguito il loro paladino (o auto-nominatosi tale) Mirko Tremaglia.

    Mentre il dibattito televisivo si sposta dal commento alla vittoria di Prodi all’ indecente ipotesi “governissimo”, il Professore rimanda di ora in ora l’uscita a Piazza Santi Apostoli e il vantaggio della sinistra alla camera crolla verticalmente salvo fermarsi, alla fine della notte, alla quota 25000 voti a tutt’oggi ancora messa in dubbio dalla destra. Varie cose tutto sommato hanno destato qualche interesse. Innanzitutto nonostante l’ estrema semplicità delle schede, senza preferenze da assegnare, lo spoglio è stato molto lungo : molto più lungo di quanto ci si aspettava alla vigilia. Per tornare alla questione “scrutinio elettronico”, chi si è preso la briga di guardare Vespa sino alle 3 passate della notte non può non avere notato che tra gli ultimi voti che mancavano al Viminale vi erano quelli di una circoscrizione del Lazio: altro che accelerazione dello scrutinio e risultati pronti per i TG della sera!

    La lentezza nello spoglio ha destato grossi allarmi nei vertici di sinistra anche per il fatto che Pisanu era più che altro a colloquio con Berlusconi mentre la gente gli chiedeva spiegazioni. I coordinatori dell’ Ulivo, giudicando i ritardi “incomprensibili”, dichiarano : “ Ci chiediamo a cosa sia dovuto tanto ritardo. Vogliamo sapere dal ministero dell’ Interno cosa sta succedendo.” Più esplicita Luciana Sbarbati (membro dei Repubblicani Europei, di area ulivista): “Una strana situazione. Davvero strana.” E nota che “i dati sono affluiti in modo poco chiaro proprio dalle regioni difficili, quelle in cui il voto guarda caso era incerto. Una coincidenza che riteniamo proprio sospetta. E in circostanze come questa a pensare male si fa bene”. Ancora più tesa la situazione nelle regioni critiche di Lazio e Campania. I coordinatori del centrosinistra dichiarano “Riteniamo utile invitare in modo particolare i parlamentari di Lazio e Campania ad esercitare la massima vigilanza presso le competenti prefetture”. Se un ben poco diplomatico Caruso parla di “personaggi legati ai boss” davanti ai seggi di Napoli e Caserta e di “presenze inquietanti” nei seggi, persino Arturo Parisi, professore pacato quanto il suo amico Prodi, dice a riguardo del ritardo nello spoglio “non sappiamo se è normale negligenza o qualcosa di più” e parla di interrogativi che “è bene non restino a lungo senza risposta”. In definitiva dunque sia per molti elettori davanti alla TV sia per i politici in prima linea, la notte tra lunedì e martedì è stata piena di fatti poco chiari.

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    Nei giorni successivi si verrà a sapere dal costituzionalista DS Stefano Ceccanti che il vantaggio risicato dell’ Unione al Senato (o meglio: il fatto che la sconfitta è stata evitata solo dai nostri connazionali all’ estero) è dovuto alla combinazione di 3-4000 voti (500 voti a Pergine in Val Sugana, lo 0.02% dei voti emiliani e cose simili) che nega sei seggi in più all’ Unione. La destra grida al “ve lo avevamo detto” annunciando che, come anticipato da Berlusconi, il loro recupero è dovuto all’ alta affluenza. “Dimenticando” però che l’alta affluenza è un artefatto statistico: molti elettori del 2001 sono passati, grazie alla nuova legge elettorale, alla circoscrizione estera per cui l’aumento non è stato quello evocato da Berlusconi che ha portato all’ 83% e oltre ma è stato un ben più banale 0.4 % , un po’ poco per poter dare credito all’ ipotesi che la destra ha recuperato portando a votare gli indecisi presenti in quegli stessi sondaggi che davano stravincente l’ Unione.

    Il risicato vantaggio dà la vittoria alla sinistra (per fare un governo di difficile gestione con lo spettro futuro del governissimo di tecnici bipartisan) ma le polemiche non si placano: è la destra a gridare ai brogli nonostante i fatti elencati dovrebbero portare al dubbio gli elettori di sinistra. La prima polemica è sulle schede contestate che alla camera sarebbero oltre 43000. Basta poco a capire che anche questo numero non può ribaltare il voto: di norma le schede vengono contestate da entrambi gli schieramenti e per colmare i 25000 voti di distanza si sarebbero dovute riabilitare come minimo tutte le schede contestate dagli interinali Adecco assunti e pagati da Forza Italia per fare i rappresentanti di lista, e forse non sarebbero nemmeno bastate. Mentre i berluscones parlano di rimonta imminente, il Ministro Pisanu, nella maniera più candida possibile, dice che si erano sbagliati e che le schede contestate erano 2-3000 per ciascuna camera. Da quando lo sapeva? In effetti non può che far specie il fatto che dei numeri forniti dal Viminale, il primo su cui arriva il controllo dei verbali viene abbassato di un ordine di grandezza. Niente male per una parte politica che nel 2001 chiedeva le dimissioni del Ministro Bianco per le file ai seggi…

    Per chi pensa di tirare un sospiro di sollievo arriva subito lancia in resta il prode Calderoli che annuncia che in base alla sua legge “porcata” la sinistra dovrebbe perdere i 45800 voti della Lega Alleanza Lombarda che si è presentata in una sola circoscrizione. Altro fumo subito salutato con gioia dai vari Bondi e La Russa. Chi ha buona memoria si ricorderà che prima delle elezioni Calderoli disse: “Qualcuno dice che c´è un trucco in questa legge. Bene. Il trucco c´è, ma lo scopriranno il 9 aprile”. E dopo ci dice che quei voti “ non possono essere assegnati a Prodi...nella legge si parla di somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni per stabilire la cifra elettorale nazionale della singola lista”

    Era questo il trucco che avremmo scoperto? E se si, come faceva il ministro padano a dargli importanza ? Quanto si aspettava che avrebbe pesato sul risultato nazionale la listina autonomista di sinistra? Una cosa certa è che la destra non ha mai mollato l’osso: ogni giorno ha parlato di brogli, o addirittura di risultato che “deve cambiare”. E questo naturalmente ha allarmato e messo troppo sulla difensiva una sinistra che forse invece dovrebbe chiedersi come mai l’ esito elettorale, tra tanti fatti oscuri e nell’ imprevedibilità più totale, le consegna un Senato strappato per un soffio alla destra e un vantaggio alla camera che viene messo costantemente all’ indice da avversari che parlano, loro, di “golpe”. Vantaggio certificato solo dalla Cassazione: e che naturalmente darà modo alla destra di parlare per anni di voto modificato dai magistrati rossi…

    Abbiamo rischiato un clima simile a quello del finale morettiano con molotov contro i giudici? Nel clima bollente da sinistra non si alzano solo le voci diplomatiche e pacate di Prodi e dei suoi: Diliberto è rapido a rispondere a Calderoli dicendo che “in questo paese c'è aria di golpe” e la sinistra radicale, come dargli torto, sente odore di emergenza democratica se non addirittura di risposte di piazza. Nella prima pagina del Manifesto, Valentino Parlato dice che “ questi mesi di governo di un Berlusconi sconfitto dal voto mi preoccupano, molto […] Siamo in un paese fantasioso come l'Italia, dove può accadere di tutto e tutto può servire a tutto. Potrebbe esserci un aspro scontro sulla regolarità delle elezioni, sui brogli, e una richiesta di invalidare il risultato del 9 e del 10 aprile […]Potrebbe esserci, egualmente, l'opportunità di una emergenza nazionale, di un brutto attentato, l'opportunità se non la necessità di stare tutti insieme per la salvezza della patria”.

    Per chi sa ascoltare gli umori della sinistra e del suo popolo queste voci sono molto più comuni di quelle, forse più utili e diplomatiche, di Prodi e dei capi-partito. Non si può che notare dunque un tentativo perpetuo della destra di gettare fumo e invalidare e cambiare elezioni che, per la loro modalità, dovrebbero invece suscitare sospetti in una sinistra messa troppo sulla difensiva. Si dirà che tutto sommato Prodi ha vinto, che il voto è stato confermato e che si può governare. Siccome, per citare Andreotti, “ a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” è meglio stare sul chi vive e ricordarsi che un vecchio lupo neocon come Edward Luttwak, autore 30 anni fa di un introvabile libretto intitolato “ Strategia del colpo di Stato”, la settimana prima delle elezioni ha detto: “.... Se vince Berlusconi, sarà An a impedire la drastica riforma delle strutture statali, iper-necessaria per recuperare la competitività del paese. Se vince Prodi, Bertinotti e Diliberto si divideranno fraternamente il compito di bloccare le riforme del mercato del lavoro (ancora rigidissimo), delle pensioni (che cominciano troppo presto) e della sanità. Perciò vorrei la sconfitta di Berlusconi, seguita dalla caduta di Prodi e poi l'instaurazione di un governo tecnocratico trasversale. Poco democratico? Sí, ma utilissimo.”

    Essere troppo dietrologi e sospettosi fa male? Si ma è utilissimo.

    Marco Castellano
     
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  13. hail, hail
     
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    CITAZIONE
    Essere troppo dietrologi e sospettosi fa male? Si ma è utilissimo.

    cazzo Castellano ma ti vai a fregare proprio all'ultima parola?
     
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  14.  
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    se deaglio ha ragione e la procura lo constaterà, salta il governo, lo sapete?

    della serie
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  15. hail, hail
     
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    il film è stato bloccato e deaglio querelato da pisanu

    CITAZIONE (LoneSoul @ 24/11/2006, 16:57)
    se deaglio ha ragione e la procura lo constaterà, salta il governo, lo sapete?

    della serie
    (IMG:http://www.kisstrasparenz.org/tafazzi.jpg)

    e sarebbe un peccato... state andando così bene...
     
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41 replies since 14/11/2006, 03:26   463 views
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