11 SETTEMBRE

Versione ufficiale vs 9/11 Truth Movement

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  1. AdamClayton
     
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    "Inganno Globale" all'ombra del Vesuvio

    Non era scontato, non era facile. In una città “particolare” come Napoli, in pieno clima post-vittoria della Nazionale, con qualche carcassa di auto incendiata ancora da rimuovere, con l’ubriacatura calcistica ancora in corpo e la poca voglia di pensare a “cose impegnative” da parte di molti, la proiezione in una piccola e storica piazza di Napoli di “11/9/2001 Inganno Globale” è stata una piccola - grande battaglia che, oggi possiamo dirlo, è stata vinta.

    Da un po’ di tempo aspettavamo la ghiotta occasione dell’uscita del prezioso film di Massimo Mazzucco, per gettare sul tappeto dell’opinione pubblica napoletana il tema della verità sull’11/9. Nell’assordante silenzio dei media partenopei e la scontatezza del mondo politico locale, ci si è lanciati in questa impresa con il gusto e l’entusiasmo dei pionieri, ma forti della sicurezza e della determinazione degli utenti di Luogocomune e del suo webmaster.

    La fase preparatoria della scadenza con la progettazione della locandina, il procacciamento dei necessari mezzi tecnici, i problemi di download del film, la pubblicizzazione della scadenza tramite attacchinaggio di locandine in locali e negozi di una parte del centro storico, la distribuzione dei flyers, il necessario tam tam per avvisare conoscenti ed amici della proiezione di IG, hanno rappresentato un piccolo ma importante banco di prova per alcuni utenti napoletani di LC.

    Sofferta è stata la ricerca di spazi idonei per questa iniziativa: l’unica sala, gestita dall’ amministrazione comunale, a pagamento, era disponibile in orari proibitivi. Avremmo dovuto proiettare il film alle 15, che, con il caldo umido di questi giorni a Napoli, avrebbe significato rischiare di ritrovarsi in quattro gatti.

    Si è quindi deciso di proiettare IG la sera dell’11 luglio in una bella piazzetta nel centro storico di Napoli, piazza Bellini, precisamente nello spazio di pertinenza del “Caffè Arabo”, storico locale gestito da componenti della locale comunità palestinese. Il film è stato la prima di una serie di proiezioni all’interno di una rassegna culturale.

    Superati gli inevitabili problemini tecnici (cavi, cavetti ed affini), ed i gustosissimi duetti fra Shevek e Florizel in merito ad una leggera divergenza di opinioni sul posizionamento dello schermo, finalmente alle 21,30, dopo una breve presentazione di Shevek, la proiezione aveva inizio.

    Per il sottoscritto, con un occhio allo schermo ed un altro alle reazioni del pubblico, è stato molto interessante notare come i presenti, seduti ai tavolini del caffè, iniziassero a seguire IG con interesse via via crescente, già dalle prime immagini.

    E questo riguarda non solo le persone da noi invitate o conosciute, (presenti tra l’altro esponenti locali del sindacalismo di base e personalità del mondo artistico come il musicista Daniele Sepe) ma anche coloro che erano lì semplicemente per caso, letteralmente catturati, tra una birra ed un caffè, dalle immagini di IG.

    Ho visto gente seguire a bocca aperta la parte relativa al Pentagono, persone anziane assistere sbigottite alle richieste di aiuto via telefono delle donne imprigionate nelle torri, altre lasciare i tavolini del bar attiguo per seguire la proiezione, altre ancora commentare con stupore alcune fasi del film. Ma il culmine si è raggiunto nella parte relativa al crollo delle torri e alle demolizioni controllate, i cui boati, grazie ad un’ottima amplificazione, hanno contribuito ad attrarre persino alcuni passanti, che hanno assistito in piedi alla proiezione del film contribuendo ad aumentare il già nutrito numero dei presenti.

    Grande silenzio e partecipazione emotiva anche alle dichiarazioni del “popolo a parte”, e, ovviamente, non potevano mancare sullo scorrere dei titoli di coda, gli applausi finali.

    Va sottolineato che durante la proiezione nessuno è andato via, e questo la dice lunga sul reale impatto di IG, e soprattutto sulla mancanza di una informazione degna di questo nome.

    Dopo il film è stata la volta del collegamento telefonico con Massimo Mazzucco, per rispondere alle domande da parte del pubblico raccolte da Florizel e Shevek.

    L’obbiettivo di suscitare interrogativi è stato raggiunto. Le domande spaziavano da un contesto all’altro: chi chiedeva se sarà mai possibile vedere in RAI questo film, qualcun altro voleva informazioni circa l’atteggiamento prevalente del popolo USA su queste tematiche, altri ancora chiedevano di sapere qualcosa in più sull’organizzazione dei familiari delle vittime dell’11/9. E c’è stato perfino chi ha chiesto di eventuali contestazioni ad IG e se fossero suffragate da valide prove.

    Dopo il collegamento con Massimo, nuovi applausi e nuove richieste per noi promotori dell’iniziativa: decine di persone ci hanno chiesto copia del DVD; altri hanno voluto condividere con noi la soddisfazione per la realizzazione di questa iniziativa. Inoltre siamo stati invitati a replicare la proiezione nella città di Benevento.

    Un’ ultima nota, non in ordine di importanza.

    La responsabile del Caffè Arabo, alla quale va il nostro ringraziamento per la disponibilità mostrata, nel ringraziarci e nel condividere entusiasticamente lo spirito dell’iniziativa, ci faceva notare un aspetto importante. Ogni martedì, a pochissimi metri dal luogo della proiezione, staziona un nutrito gruppo di tifosi del Napoli, che si riuniscono per discutere animatamente, suppongo non di teorie cospirative, lanciare slogan, bere qualche birra, ecc. Bene. Ieri sera non ci siamo accorti della loro presenza: erano tutti in religioso silenzio…. Direi che non è poco.

    Una volta tanto una sorprendente dimostrazione di civiltà soprattutto in una città come Napoli, caratterizzata da un forte degrado morale e materiale, ormai divenuto caso nazionale.
    Come dicevo all’inizio: non era scontato, non era facile.

    La serata dell’11 luglio 2006 è stata una bella iniezione di fiducia, che fa ben sperare per il futuro prossimo venturo.

    Un ringraziamento particolare a Massimo Mazzucco, e a tutti coloro, utenti e non utenti di LC, che hanno reso possibile la realizzazione di questa iniziativa.

    Rascalcitizen
     
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  2. AdamClayton
     
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    “Il tabù del silenzio”

    Intervista a Marina Montesano, membro del Gruppo di lavoro sul 9-11 di Megachip

    All'inizio pareva tutto chiaro: terroristi suicidi di AI-Quaeda che dirottano aerei per lanciarli contro obiettivi-simbolo degli Stati Uniti e dell'Occidente. Poi si è cominciato a intuire che molte cose non quadravano nelle versioni ufficiali e oggi è ormai opi­nione comune che il ventaglio di responsabilità dirette od occulte sia decisamente ampio e coinvolga servizi segreti e alti ambienti politici statunitensi. Eppure, come accaduto per i fatti del G8 di Genova, sembra che la rabbia per un raggiro tanto plateale e persino offensivo abbia lasciato il posto a una sorta di rassegnazione e che la paura dell'arabo cattivo sia ancora un sentimento prevalente. Affrontiamo l'argomento con Marina Montesano che di mestiere fa la storica (insegna Istituzioni Medievali all'Università di Genova) e che ha pubblicato uno dei migliori e più accurati libri relativi all'11 settembre, Mistero americano (Dedalo, 2004). L'idea è semplice ed efficace: prendere le fonti ufficiali, soprattutto statunitensi, e dimostrare che, sin dall'inizio, contenevano enormi crepe.

    Mi sembra che nessuno le abbia contestato alcunché riguardo a Mistero americano. Questo testimonia l'ineccepibilità del lavoro di documentazione ma anche una triste attitudine italiana. Se non c'è lo scandalo o la sparata ad effetto (vedi il lavoro di Thierry Meyssan, L'incredibile menzogna), allora non c'è neppure l'interesse del pubbli­co e dei commentatori.

    Partirei dalla seconda parte della domanda: il lavoro di Meyssan ha scatenato tante polemiche perché è stato il primo e perché si era a pochi mesi dall'11 settembre 2001, quando sembrava necessario "dirsi tutti americani". Il giornalista francese promuoveva certamente una tesi a effetto ("nessun aereo si è abbattuto sul Pentagono"), ma lo faceva in un momento in cui davvero non sembravano esservi motivi di dubbio rispetto alla versione ufficiale. Lo si è accusato spesso di aver guadagnato molto con i suoi libri; non si ricorda però a sufficienza che in Francia è stato sottoposto a un vero linciaggio morale per quelle teorie, con accuse che riguardano la sua sfera privata oltre che il suo lavoro, e che nei democratici Stati Uniti è stato dichiarato persona non grata. Per quanto concerne le mie ricerche sull'11 settembre - e veniamo quindi alla prima parte della sua domanda - ho seguito un metodo diverso rispetto a quello di Meyssan: senza proporre tesi alternative, ho cercato di passare in rassegna e mettere a confronto fonti e stampa ufficiali, prevalentemente americani, per mettere in luce le omissioni, le illogicità, le menzogne che vi si trovano in abbondanza. Di conseguenza il risultato non crea uno scenario "altro" rispetto a quello fornito dalle autorità americane, ma si limita a mettere in evidenza, dati alla mano, che quanto affermano è insostenibile.

    Disdicevole è in particolare il disinteresse della sinistra italiana. Mi pare che nessuno l'abbia mai invitata a una festa dell'Unità, ad esempio. Per non parlare di Giulietto Chiesa, eletto parlamentare europeo in una lista creata per l'occasione e non certo 'forte' come quella Occhetto-Di Pietro.

    I vertici della sinistra italiana come la maggior parte di quelli degli altri paesi occidentali, sono appiattiti sulla versione ufficiale. Comunque vi sono altri politici di un certo calibro che hanno espresso i loro dubbi sulla versione ufficiale: segnalo Andreas von Buelow, ex Ministro della Difesa tedesco e responsabile a suo tempo della commissione di controllo dei servizi segreti del suo paese, oppure Michael Meacher, ex Ministro delle politiche ambientali nel governo Blair. E Giulietto Chiesa, insieme alla redazione di Megachip e ad altri collaboratori esterni, continua a portare avanti iniziative importanti sul tema.

    Pare invece che una certa attenzione per il libro è stata mostrata dai circoli della destra sociale che l'avranno usato in pura e semplice chia­ve antiamericana...

    L'ho sentito dire anch'io e ne sono lieta. Credo che argomenti come questo debbano necessariamente gettare un ponte fra quanti sono interessati alla ricerca della verità al di là delle rispettive idee politiche, che possono anche restare molto lontane. Si tratta di un tema troppo importante che non riguarda soltanto il passato, ma è destinato anche a condizionare il nostro futuro. Quanto all'antiamericanismo, poi, credo che ve ne sia in differenti schieramenti politici: chi ha il monopolio quasi assoluto della potenza militare deve mettere in conto una certa dose di ostilità. D'altra parte, se il governo americano ha avuto un ruolo negli eventi dell'11 settembre, ha commesso un crimine in primo luogo contro il proprio stesso popolo; si è macchiato insomma di alto tradimento. Chi sarebbe antiamericano allora?

    Mistero americano è stato pubblicato nel 2004. Che cosa è venuto alla luce da allora a oggi? Da qualche tempo circola l'ipotesi che la seconda torre del WTC non sia stata abbattuta dall'aereo. Ammetterà che questo potrebbe sembrare improbabile anche al più accanito 'complottista'.

    Dopo l'uscita di Mistero americano sono stati pubblicati i risultati della cosiddetta Commissione Indipendente, che in realtà di indipendente ha ben poco: le nomine sono state tutte politiche e i membri legati a diverse multinazionali che hanno interessi connessi ai fatti dell'11 settembre. Quanto ai risultati, è sufficiente un esempio: è noto che a partire dall'agosto 2001 le borse americane, e non solo, hanno registrato manovre speculative a danno delle compagnie (come quelle aeree) che l'11 settembre sarebbero crollate. Si immaginava quindi che le indagini in quella direzione avrebbero potuto portare a qualche risultato: ebbene, la Commissione ha concluso che sostanzialmente non erano rilevanti in quanto non portavano ad al-Quaeda.

    Sono anche andate avanti le indagini "alternative", spesso con risultati interessanti: ad esempio per quanto riguarda l'ipotesi che le Torri gemelle e l'edificio 7 del WTC siano stati oggetto di "demolizioni controllate". È vero che a volte emergono ipotesi stravaganti: come quella che segnala anomalie nel video del secondo schianto sul WTC. Per quanto alcune immagini e testimonianze possano sembrare in effetti anomale, mi asterrei dall'insistere troppo su argomenti che richiedono conoscenze tecniche molto specifiche e strumenti che forse non possediamo. Come già dicevo, è sufficiente constatare che troppe cose nella versione ufficiale non tornano per chiedere una riapertura dell'inchiesta e una maggiore attenzione dei media.

    L'ergastolo recentemente comminato a Zacarias Moussaoui come può essere letto?

    Quello di Moussaoui è un caso davvero strano; che il personaggio sia affetto da turbe mentali è cosa nota e riconosciuta. Ma è interessante perché la difesa ha richiesto la testimonianza di personaggi chiave nella vicenda, quali i presunti ideatori e finanziatori Khalid Sheik Mohammed e Ramzi bin Alshib, che gli USA dovrebbero avere in custodia, ma il governo si è opposto. In realtà non sappiamo nemmeno se questi personaggi sono davvero stati mai arrestati, se erano legati ai servizi segreti americani oppure ad al-Quaeda: o magari a entrambi. In particolare Khalid Sheik Mohammed è stato a lungo un uomo dei servizi segreti pakistani, che dovrebbero essere alleati degli americani nella guerra al terrorismo. Insomma, credo che il processo sia stato un'occasione persa per fare un po' di chiarezza sui mesi precedenti all'11 settembre, con gli strani movimenti dei presunti 19 attentatori, le loro lezioni di volo fallimentari, le spese e i finanziamenti. In realtà, Moussaoui è stato processato come ventesimo attentatore: ma neppure la reale identità degli altri 19 è conosciuta con certezza; ci sono per esempio forti incertezze sulle foto che vengono mostrate dagli inquirenti.

    In effetti le presunte prove documentarie da poco prodotte riguardo all'aereo schiantatesi sul Pentagono suonano improbabili, eppure persino un giornalista di valore come Vittorio Zucconi si è inchinato di fronte alla loro ineccepibilità.

    Le immagini rilasciate dal Pentagono non aggiungono elementi al dibattito; sono infatti pressoché identiche a quelle che già si conoscevano e il presunto aereo neppure si vede, se non per una punta che assomiglia molto di più a un missile o a un aereo di dimensioni più modeste rispetto a quelle di un Boeing 757; inoltre le telecamere non registrano tutti i fotogrammi, ma hanno uno scarto di alcune frazioni di secondo fra un'immagine e l'altra: naturalmente quelle che dovrebbero far vedere l'aereo nella sua interezza mancano. Il Pentagono è inquadrato da decine di telecamere a circuito chiuso, quindi gli inquirenti dovrebbero avere qualcosa in più delle immagini di due telecamere piazzate in una pompa di benzina, controsole e - in un caso - coperte di escrementi di uccello. Per quanto riguarda il commento da lei ricordato, come già dicevo non mi avventuro in pareri tecnici in settori non di mia competenza: ma come si possa invece sostenere che il foro del Pentagono è piccolo perché nell'impatto le ali si sono "ripiegate" contro la fusoliera è per me un mistero. Non avevo mai sentito parlare di aeroplani dalle ali elastiche o flessibili.

    Si parla dell'11 settembre come di una delle più grandi tragedie nella storia dell'umanità. Lei, in quanto storica, è in grado di mettere meglio in prospettiva un'affermazione che sembra un po' 'emotiva'.

    Per citare singoli episodi bellici, il bombardamento inglese su Dresda del 13-14 febbraio 1945 fece 100mila morti; l'atomica americana su Hiroshima circa 140mila. Si trattava in larga parte di civili. L'11 settembre 2001 sono morte poco meno di 3000 persone. Due però sono gli elementi che portano a questi giudizi 'emotivi': da una parte la forma spettacolare degli attentati; dall'altra l'immagine da evento apocalittico, tale da cambiare la storia, che se ne è voluto dare. È ovvio che si tratta di manipolazioni mediatiche finalizzate all'organizzazione del consenso; tuttavia è innegabile che dopo l'11 settembre si siano aperti scenari nuovi per la politica internazionale. A chi siano serviti è oggi sotto gli occhi di tutti: nel 2000 il documento noto come "Project for a new American century", redatto da alcuni fra i principali collaboratori di Bush, dichiarava che il dominio americano nel nuovo millennio si sarebbe potuto mantenere solo a costo di forti investimenti militari e del controllo delle aree geopolitiche ed energetiche sensibili. Un progetto, continuava il PNAC, difficile da far accettare agli elettori in poco tempo, a meno che non si fosse verificato un evento "catastrofico e catalizzatore - come una nuova Pearl Harbour".

    Le iniziative legate al quinto anniversario del crollo delle torri, unite all'evidente disastro della guerra all'Iraq potrebbero permettere alla tesi "c'è qualcosa che non quadra" di prevalere su quella "maledetti musulmani" che andava per la maggiore qualche tempo fa. È per questo che si è trovato un nuovo utile nemico nell'Iran?

    Non solo per trovare un nuovo nemico; credo vi siano altre ragioni. La prima è che la situazione economica internazionale è per molti versi disastrosa e la campagna irachena non sembra aver dato i risultati sperati. Inoltre l'Iran è un potenziale alleato della Cina nelle forniture energetiche (i due paesi hanno già stipulato contratti importanti in tal senso), e la Cina è in prospettiva il paese più minaccioso per la superpotenza americana. Infine, anche l'Iran ha mire egemoniche nella regione, che le vengono dalla sua grande tradizione e dalle potenzialità economiche del presente: il suo essere un paese che non si allinea ai diktat occidentali ne fa dunque automaticamente un nemico.

    Fare la guerra all'Iran significherebbe la fine del mondo come lo conosciamo?

    Temo di sì; infatti, nonostante voci autorevoli assicurino che i piani per questa guerra sono già pronti, continuo a nutrire dubbi (o speranze) sul fatto che si possa ideare una campagna militare talmente sconsiderata. Quanto a sconsideratezza, quella in Iraq mi sembra già sufficiente.

    A livello cinematografico, per cominciare a raccontare la guerra in Vietnam gli americani hanno impiegato anni. Per l'11 settembre c'è voluto meno, anche se le resistenze a United 93 sono state molto forti. Secondo lei a che punto è l'elaborazione emotiva dell'evento in territorio americano?

    È vero; d'altra parte il Vietnam ha creato quasi un genere cinematografico a sé stante, e dunque un precedente cui rifarsi per nuovi eventi bellici come le due guerre del Golfo. Quanto a United 93, ho letto molti reportages che sottolineavano le reazioni emotive in sala: omettendo però che la proiezione si svolgeva dinanzi a numerosi familiari delle vittime dell'11 settembre, e dunque tali reazioni erano non solo ovvie ma anche giustificate. Non vorrei insomma che questi commenti servissero a riproporre quel 'tabù del silenzio' che di recente sembra aver cominciato a incrinarsi anche qui in Italia: penso alle tre puntate a fine maggio-inizio giugno di "Matrix" sull'argomento e ad alcuni commenti televisivi un po' meno omologati del solito. Nel mese di giugno a Chicago si è svolto il primo convegno dedicato alle tesi "alternative" sull'11 settembre. Inoltre un sondaggio recente ha rilevato che oltre il 40 percento degli americani sarebbe favorevole a una riapertura delle indagini, chiesta da tempo anche da molti familiari delle vittime degli attentati.

    di Giacomo D'Este
    da "Mucchio Selvaggio" di luglio-agosto

    Edited by AdamClayton - 15/7/2006, 00:36
     
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  3. AdamClayton
     
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    «Enigma», il cappello e il coniglio

    Molti lettori mi hanno scritto a proposito della mia comparsata ad «Enigma»: chi congratulandosi, chi esprimendo disagio, chi facendo domande.
    Ringrazio tutti.
    So di essere andato così così.
    Non sono tanto bravo né pronto a ribattere: mancanza di esercizio.
    Si tenga presente che la trasmissione era «prefabbricata» per i tre quarti dei suoi 55 minuti; per il dibattito ne sono rimasti una decina da dividere fra me a Paolo Panella, giornalista de Il Foglio.
    Infine, ero ben cosciente che la «nostra» tesi - complotto americano, auto-attentato - era assolutamente insolita per la massima parte degli ascoltatori che hanno sentito solo la tesi ufficiale, e ciò che non è familiare non viene compreso, anzi irrita (anche certi miei lettori si irritano di tesi insolite che espongo, per il solo fatto che le sentono per la prima volta).
    Ciò avviene specialmente in TV, dove in generale le cose complesse e nuove, che richiedono spiegazioni e delucidazioni piuttosto lunghe, semplicemente non «passano».
    Considero già un miracolo aver esibito il frontespizio del documento del PNAC, «Rebuilding the american defense» del settembre 2000, dove lo Stato Maggiore dei neoconservatori auspicava «una nuova Pearl Harbor», e di essere riuscito a nominare fra i firmatari del documento Paul Wolfowitz e Dov Zakheim, due che presto sarebbero stati viceministri al Pentagono, per poi andarsene poco dopo l'11 settembre 2001 a «missione compiuta».

    Anche se dubito che ascoltatori comuni abbiano capito qualcosa, e se ammetto di non aver saputo rispondere alla svalutazione della notizia che ha dato non solo Panella, ma anche Augias. Non mi aspettavo, confesso, osservazioni così vacue (tipo: «Beh, sono cose che si dicono…»), e ovviamente non c'era tempo di spiegare che quei viceministri sono persone importanti, che avevano i mezzi e il potere per attuare i loro piani, e non dei conversatori da caffè.
    Stessa cosa a proposito dell'ammiraglio Lemnitzer, quel capo di Stato Maggiore che propose a Kennedy, nel 1962, di abbattere un aereo passeggeri, darne la colpa a Fidel Castro e avere il pretesto di invadere Cuba.
    Non mi aspettavo da Augias (che pure non è di quelli che credono alla tesi ufficiale) la notazione che la CIA progettò di avvelenare la barba di Fidel… non ho avuto la prontezza di sottolineare che una cosa sono vaghi progetti, un'altra una proposta di Stato Maggiore, operativa e concreta a tal punto che fu sottoposta a McNamara il 13 marzo 1962: McNamara era allora il ministro della Difesa; avesse dato il suo placet l'operazione sarebbe partita.
    Come farlo capire?
    Ho perso un'occasione anche quando Panella è saltato fuori con la sua teoria: sì, gli USA non hanno raccontato la verità, ma solo per nascondere un errore; sul Pentagono hanno tirato un missile, un missile inteso a colpire l'aereo e che è finito per sbaglio dove non doveva, sparendo insieme al Boeing in una nuvola di fuoco, entrambi vaporizzati.
    Potevo almeno dire che la sua teoria non solo cambiava le carte in tavola, ma che era più cervellotica di tutte le più assurde teorie complottiste mai elaborate.

    Non mi è venuto in mente per tempo.
    E' quel che i francesi chiamano «l'esprit d'escalier»: le battute di spirito che ti vengono in mente a dibattito finito, mentre sali le scale di casa.
    Ma qui, ora, mi preme dare due risposte.
    Una ad un lettore che mi accusa bonariamente di non aver mai pronunciato la parola «Israele».
    L'avessi fatto, avrei offerto l'occasione per farmi bollare al solito di antisemita, magari negazionista dell'olocausto - Panella non aspettava altro - e dunque per chiudermi la bocca, senza modo né tempo di replicare.
    L'altra risposta, la devo a molti che sono stati colpiti dall'ultima domanda di Panella: chi non crede che sul Pentagono sia finito un aereo, deve spiegare dove sono finiti i passeggeri del volo 77.
    La questione ha fatto breccia.
    Già: dove sono finiti i passeggeri?
    Dov'è finita Barbara Olson, nota giornalista TV, nonchè moglie del «solicitor general»
    Theodore Olson?
    Proverò a dirlo.
    Ma anzitutto, voglio avvertire che la domanda stessa è capziosa.
    Poniamo di essere davanti a un prestigiatore che tira fuori il coniglio da un cappello, poi lo fa sparire con un gioco di mani.
    Noi diremo che c'è un trucco.

    Ora, Panella ci ribatterebbe: se credete ad un trucco, spiegateci allora dov'era il coniglio prima, e dov'è adesso.
    Non lo sappiamo.
    E' il prestigiatore che lo sa, è lui che conduce il gioco e che si è esercitato a farlo alla perfezione. Tutto ciò che possiamo dire noi spettatori, è che il trucco c'è: perché i conigli non escono dai cappelli, e non scompaiono in scatole magiche.
    Dell'11 settembre, noi che non crediamo alla tesi ufficiale non abbiamo i dati tecnici.
    Non siamo in grado di sapere come la trama sia stata congegnata veramente, perché il Pentagono e i congiurati che hanno architettato il mega-attentato hanno avuto il tempo e tutti i mezzi per attuarlo. Molti mezzi non riusciamo nemmeno a immaginarli: basti dire che il Pentagono ha fondi neri e spese non contabilizzate, spesso indicate come sprechi, pari a 1,6 miliardi di dollari l'anno.
    Il Pentagono dispone inoltre di corpi speciali abituati a condurre operazioni sporche molto complesse e malvagie, e su cui i partecipanti sono abituati a tener la bocca chiusa, legati dal segreto militare.
    Il Pentagono dispone di «contractors» che tengono il segreto e fanno le operazioni tecniche richieste.
    Uno di questi è appunto Dov Zakheim, che nella vita privata possiede una ditta, la System Planning Corporation, la quale vanta nel suo sito internet un apparato capace di teleguidare da terra fino a otto velivoli contemporaneamente, e lavora per l'aeronautica.

    E si sa che Zakheim da vice-ministro, mandò molti Boeing ad una base vicina alla sua ditta per farli trasformare in aerei-cisterna per i rifornimenti in volo dei caccia.
    La sola cosa che sappiamo è che la tesi ufficiale contiene delle menzogne.
    No, non si può frequentare una scuola di volo da turismo e poi pilotare un Boeing.
    Altrimenti non si capirebbe perché l'Alitalia, quando deve far passare i suoi piloti (già esperti) dal Boeing all'Airbus, li fa addestrare per mesi in simulatori di volo costosissimi; basterebbe mandarli alle scuole di volo in Florida, con un bel risparmio.
    No, piloti della domenica non possono pilotare un Boeing a tutta velocità a pochi metri dal suolo; per acquistare quella capacità, piloti militari a bordo di caccia - molto più maneggevoli, come una Ferrari rispetto a un pulmann - si esercitano continuamente e a lungo, e con rischio personale elevato.
    No, un grande aereo di linea non si vaporizza nell'impatto con un edificio.
    Specie le ali e l'impennaggio di coda, che sono leggeri scatolati di alluminio, non penetrano nel cemento armato come coltelli nel burro: almeno quelle parti dovrebbero essere rimaste sul prato, che invece è verde e intatto come il giardino dell'Eden.
    Insomma, possiamo dire: c'è il trucco.
    Per il resto, possediamo solo poche tessere di un mosaico vasto e complicato.
    Possiamo riempire quei vuoti, ma non con fatti, bensì con ipotesi.
    Sul caso dell'aereo del Pentagono, la nostra ipotesi è che non ci sono stati veri voli commerciali, e nemmeno veri passeggeri, ma solo liste false di nomi.
    Perché possiamo dirlo?

    Perché nel documento-proposta che l'ammiraglio Lemnitzer presentò a Kennedy e McNamara nel '62, scrisse nero su bianco che le forze armate USA erano in grado di far decollare «un esatto duplicato di un aereo civile di linea» e «a un momento dato riempire l'aereo duplicato di passeggeri selezionati, imbarcati sotto nomi falsi».
    Dopodichè «il volo avrebbe dovuto essere convertito in un drone» - ossia in un velivolo senza pilota, teleguidato da terra, e infine distrutto «con un segnale-radio».
    Non capiamo completamente cosa ciò significhi.
    Ma la cosa era già tecnicamente possibile nel 1962, e da allora l'avionica ha fatto passi da gigante, e così la messa a punto del progetto.
    Secondo noi, gli aerei dell'11 settembre erano appunto «duplicati» dei voli civili, e infatti diversi testimoni di New York, fra cui giornalisti in diretta dei network, hanno gridato che i due aerei sulle Tower non avevano finestrini, che «non erano American Airlines», bensì velivoli grigi (il classico grigio-militare) e senza le insegne della compagnia sulla coda e sui fianchi.
    Insomma, sono quasi sicuro che non c'erano passeggeri su quegli aerei.
    Ma questa è appunto un'ipotesi: un disegno ipotetico, come quelli che fanno gli archeologi per completare il vuoto in un antico mosaico che il tempo ci ha restituito danneggiato.

    E' importante distinguere bene, specie in pubblico, i fatti certi - pochi - gli indizi - non pochissimi - dalle ipotesi.
    Anzi, in pubblico ho appreso che non bisogna lasciarsi tentare a parlare delle ipotesi.
    Perché c'è sempre un «esperto pilota» pronto a giurare che chi sa pilotare un Cessna può pilotare un B-757, e un «ingegnere» che giurerà, per smentirvi, che l'alluminio si vaporizza, che l'acciaio viene reso pastoso da un incendio di un'ora, che due grattacieli colpiti lateralmente è «normale» che cadano verticalmente… e in TV, vi fanno passare facilmente da complottisti stupidi.
    Perché la gente non sa nulla di ciò di cui parlano gli «esperti», e non sa che «esperti» a pagamento se ne trovano parecchi.
    Ecco perché è meglio non parlare di ipotesi, ma solo dei fatti, anche pochi.
    Meglio dire che non si sa, delle cose che non sappiamo.
    Eì andata così così, ad Enigma.
    Ma poteva andarmi peggio.
    Potevo essere triturato dentro una trappola.
    La trappola non c'era.
    E' già molto, credete.

    Maurizio Blondet


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  4. AdamClayton
     
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    E' in preparazione una controanalisi (articolo e video) sul recente film d'animazione della SolidWorks sul Pentagono.

    Laddove i motori degli aerei mangiano lampadine e sputano vapore bianco, tanto per capirsi.

    https://www.youtube.com/watch?v=YVDdjLQkUV8
     
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  5. AdamClayton
     
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    Correzione sulla sincronizzazione

    Per la nota questione della sincronizzazione, un paio di mesi fa fui accusato, da una parte, di "insistere su un errore evidente", dall'altra addirittura di falso intenzionale, senza che avessi nemmeno potuto dire la mia in proposito (un pessimo vizio, questa "fretta di giudicare", che ultimamente si sta diffondendo su ambedue i fronti in maniera preoccupante).

    In realtà la soluzione era abbastanza semplice, e non implicava necessariamente degli istinti suicidi da parte mia, nè tantomeno la malafede: finchè uno mi vuole mostrare che un "suo" filmato è sincronizzabile meglio del mio, anche un bambino riesce ad apparire di avere ragione davanti al mondo. Ma pare che in rete girassero almeno due versioni diverse di quel filmato, ambedue "ufficiali", ambedue scaricabili dal DoD, ma, tutt'altro che identiche fra di loro. Credo di aver capito, come vedremo dopo, che una fosse del DoD vero e proprio, l'altra di Judicial Watch.

    Quello che in ogni caso mi stupì moltissimo, nella critica "bipartisan" al mio montaggio, è che NESSUNO si fosse reso conto che anticipando di due fotogrammi la mia sincronizzazione - come aveva fatto chi voleva dimostrare il mio errore - AUTOMATICAMENTE ne dovevano venire a mancare due in coda, dove invece la sincronizzazione era originariamente perfetta.

    Anzi, ricordo chiaramente che per sincronizzare al meglio i due filmati partii proprio dalla coda, perchè le volute di fumo cambiano talmente, fra un fotogramma e l'altro, che era molto più facile appaiare due di quei fotogrammi, che non due di quelli iniziali. Peccato appunto che risalendo in testa, ci si trovasse poi con le due automobili che offrivano delle angolazioni opinabili, a seconda di quale fosse la collocazione esatta delle due telecamere, e di quale esatta angolazione e lunghezza focale avesse ciascuna. Mentre le volute di fumo sono un pò come le impronte digitali: ciascuna è unica e irripetibile.

    Ma la sincronizzazione da me fatta rimane di gran lunga la migliore possibile con QUEL filmato, ed infatti la voce fuori campo del tanto criticato montaggio diceva "abbiamo sincronizzato i filmati con RELATIVA precisione".

    Quindi, o si sostiene che io abbia deliberatamente tagliato due fotogrammi da quel filmato, oppure bisogna essere davvero poco attenti, per non accorgersi che, scalando semplicemente di due fotogrammi il film in testa, ci si ritrova poi automaticamente fuori sync in coda. E' il classico caso della coperta troppo corta.

    Purtroppo - lo dissi già in tempi non sospetti - io ho l'abitudine di rinominare tutti i files che scarico secondo dei miei criteri personali (di archiviazione), e non sono quindi più in grado di risalire a QUALE versione scaricai, per mostrarla a chi non mi volesse credere (potrei mostrare quella che ho usato, naturalmente, ma proveniendo dal mio computer la cosa servirebbe a poco).

    Fortunatamente, non sono stato l'unico ad aver capito che dovevano esistere almeno due versioni diverse di quel film. Quello che segue è un documento preparato da un ricercatore francese, che spero si riesca a capire anche senza farne la traduzione letterale. (Ma se qualcuno è disponibile a farla, è il benvenuto). Me lo ha mandato personalmente, dopo che ci siamo "conosciuti" su Youtube, per aver postato appunto delle analisi video molto simili sul falso video del Pentagono.

    ****************

    Analyse des vidéos du crash sur le Pentagone du 11 septembre 2001

    Dans la deuxième quinzaine de mai 2006, suite aux actions engagées par l'association Judical Watch, le Ministère de la Défense américain a rendu public deux vidéos censées montrer le crash d'un Boeing 757 d'American Airlines sur le Pentagone.

    1-Comment s'est déroulée la présentation des vidéos ?

    L'association a publié dans un premier temps ces deux vidéos sur le site YouTube. La première vidéo a été postée le 16 mai 2006 à 11 : 33 am et la deuxième vidéo a été postée le même jour à 1 : 08 pm.

    La même journée, Judicial Watch publie sur le site google Vidéo les deux vidéos du crash sur le Pentagone. Les vidéos postées sur google Vidéo ont été inscrites sur la page du site Judical Watch après les vidéos postées sur YouTube. Je pense que de nombreuses personnes peuvent le certifier. Judicial Watch proposera aussi la même journée le téléchargement des deux vidéos en cliquant sur des liens appropriés et en effectuant «save target as».

    L'ensemble de ces vidéos postées par Judical Watch peut être vue sur la page suivante de leur site : http://www.judicialwatch.org/flight77.shtml

    De plus, le ministère de la Défense Américain publie sur son propre site, le jour même, les deux vidéos du crash :

    http://www.defenselink.mil/

    Vidéo 1 http://pserver.mii.instacontent.net/defens...-1_11094135.WMV

    Vidéo 2 http://pserver.mii.instacontent.net/defens...-2_11094237.WMV

    2-Analyse externe des vidéos proposées selon les liens:

    La vidéo intitulée vidéo n°1 provient de la caméra la plus proche de l'impact. La vidéo intitulée vidéo n°2 provient de la caméra la plus lointaine de l'impact.

    -Les vidéos en diffusion :

    La vidéo 1 postée sur YouTube dure 3 minutes et 11 secondes La vidéo 1 postée sur Google Vidéo dure 3 minutes et 12 secondes La vidéo 2 postée sur YouTube dure 3 minutes et 22 secondes La vidéo 2 postée sur Google Vidéo dure 3 minutes et 22 secondes

    -Les vidéos en téléchargement :

    La vidéo 1 en téléchargement sur le site Judical Watch dure 3 minutes et 12 secondes La vidéo 1 en téléchargement sur le site du Ministère de la Défense dure 3 minutes et 12 secondes La vidéo 2 en téléchargement sur le site Judicial Watch dure 3 minutes et 22 secondes La vidéo 2 en téléchargement sur le site du Minstère de la Défense dure 3 minutes et 22 secondes

    Il apparaît clairement que la vidéo 1 postée sur You Tube diffère par sa durée des autres vidéos 1, qu'elles soient en libre diffusion ou en téléchargement.

    La vidéo 1 de You Tube comporte une seconde de moins que les autres vidéos 1

    Plus de précisions concernant les vidéos en téléchargement :

    D'après le logiciel Windows Movie Maker :

    La vidéo 1 en téléchargement dure :

    -3 minutes 11 secondes et 92 centièmes de seconde, d'après le site du Ministère de la Défense américain et se décompose en huit parties.

    -3 minutes 12 secondes et 00 centième de seconde d'après le site Judicial Watch et se décompose en huit parties.

    Les vidéos 1 en téléchargement diffèrent dans leur durée de 8 centièmes de seconde

    La vidéo 2 en téléchargement dure :

    -3 minutes 22 secondes et 72 centièmes de seconde d'après le site Judical Watch et se décompose en 14 parties.

    -3 minutes 22 secondes et 64 centièmes de seconde d'après le site du Ministère de la Défense américain et se décompose en 3 parties.

    Les vidéos 2 en téléchargement diffèrent dans leur durée de 8 centièmes de seconde

    Des vidéos identiques en téléchargement sont-elles censées se décomposer de la même manière dans un logiciel comme Windows Movie Maker ?

    **********

    Come dicevo, questo non dimostra nulla a mio favore, se non il fatto - almeno mi auguro - che ho agito in perfetta buona fede (dedicando fra l'altro tre notti al montaggio di un filmato che al momento non sapevo non essere l'unico). D'altro canto, lascio a ciascuno decidere che cosa possa significare questa totale mancanza di chiarezza, da parte delle autorità, su una materia così importante e delicata.

    Ho trovato inoltre molto interessante l'analisi video fatta dallo stesso personaggio, che in rete si firma "Boschetto", e che si è accorto di un altro dettaglio che conferma la già palese "fabbricazione" del video del Pentagono.

    Notare inoltre come nello stesso filmato anche Boschetto arrivi - per altre strade- alla conclusione che manchi qualcosa verso il 20° secondo del video.

    Ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=ZxlJhfvYe9I

    NOTA STORICA: E' curioso notare come l'errore segnalato da Boschetto sia lo STESSO IDENTICO ERRORE che fece l'FBI nella pacchiana falsificazione del filmato di Zapruder (rivelata nel libro "The Great Zapruder Film Hoax, con il contributo di Jack White e dello stesso James Fetzer che oggi guida il 9/11 Truth Movement - www.assassinationscience.com), dove pare sia stato necessario rimuovere alcuni fotogrammi da cui si deduceva troppo chiaramente che il terzo colpo fosse arrivato dal davanti (con buona pace quindi della tesi Warren che voleva Oswald come "assassino unico"). Sarà un caso, ma certi vizi non passano mai.

    °°°

    Faccio quindi, anche se con un ritardo non più scusabile, la DOVEROSA CORREZIONE sul filmato del Pentagono, che mi era stata richiesta a gran voce al tempo dello "scandalo":

    E' vero, non sono in grado di dimostrare attraverso la sola sincronizzazione dei due filmati - anche se non per colpa mia - che i video delle telecamere del Pentagono siano stati manipolati. In ogni caso, indipendentemente dalla mia sincronizzazione, non risulta essere uno, ma SONO ALMENO TRE I MOTIVI PER CUI IL FILMATO DEL PENTAGONO E' CHIARAMENTE FALSO:

    1) La presenza di almeno due versioni diverse dello stesso filmato, e i fotogrammi bruciati proprio in coincidenza dell'eventuale taglio dei medesimi (altrimenti "si vede" che mancano, dove c'è la giunta) la dicono lunga sulla sua genuinità effettiva.

    2) Il ritocco foto-grafico al fotogramma 2 del primo filmato (quello con 5 scatti in tutto), è stato chiaramente illustrato - e non mi risulta, finora, confutato - nella apposita pagina della sezione 9/11. (Curioso come certe persone siano portate a soffermarsi con infinita attenzione su certi dettagli, solo per "scivolare" così elegantemente su altri).

    3 - La sovrapposizione di due originali, come mostrata dall'analisi di Boschetto, indica chiaramente la manipolazione/duplicazione del filmato originale.

    A tutto questo, si vogliano aggiungere questi elementi non probanti in sè, ma di certo significativi, se visti nel contesto:

    4) La evidente "sproporzione" del velivolo - o meglio della sua parte anteriore, che fa capolino sulla destra di un fotogramma - rispetto all'ambiente circostante.

    5) La conseguente imposizione di una traiettoria orizzontale, da quel punto in poi, incompatibile con la presenza dei rulli di cavo elettrico e del camion generatore che stanno davanti al punto di impatto.

    6) La curiosa mancanza, in AMBEDUE i filmati, proprio di un fotogramma in cui l'aereo si veda al centro dell'inquadratura. In uno lo vedi ancora fuori campo sulla destra, nell'altro ha già oltrepassato la colonnina a sinistra. Quanta sfortuna bisogna avere, con DUE telecamere puntate nella stessa direzione, e un aereo che è lungo quasi quaranta metri?

    Ma sopra tutto

    7) La inspiegabile assenza di un VERO video dell'aereo del Pentagono. Questa assenza NON E' stata mai spiegata da nessuno, e quindi RIMANE fortemente indicativa - visto le testimonianze, a loro volta mai smentite da nessuno, dei sequestri di almeno due video di sicurezza - di una volontà di NON mostrare l'aereo. (Persino la scusa che le "prove servono per il processo a Massaoui" oggi non regge più, visto che l'uomo è stato condannato senza possibilità di appello, e che altri processandi in vista non ce ne sono).

    °°°

    Nonostante tutto questo, nessuno è OBBLIGATO a convincersi che non sia stato un 757 a colpire il Pentagono. Chi però desidera tornare a sollevare l'obiezione, abbia la gentilezza di preparare almeno delle spiegazioni accettabili per TUTTI i punti di cui sopra.

    Tutto questo per non parlare dell'asso dei cieli Hani Hanjour.

    Massimo Mazzucco

     
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  6. AdamClayton
     
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    Ancora Pentagono

    Se siamo nuovamente obbligati a parlare di Pentagono, questa volta davvero non è colpa nostra.

    E' questa nuova animazione 3D della Integrated Consultants, che naturalmente supporta la tesi ufficiale, a imporci di farlo. https://www.youtube.com/watch?v=YVDdjLQkUV8

    Parliamo ora di questo nuovo filmato, prontamente cavalcato da chi si ostina a fingere, nonostante i propri "rigorosissimi criteri di indagine", che la versione ufficiale sia perfettamente logica e accettabile.

    Eccone alcuni fotogrammi-chiave, per chi non riuscisse a vedere il filmato per intero.

    PUNTO 1: La prima cosa interessante è l'ipotesi proposta dal filmato che sia stata la luce di un lampione abbattuto, …

    image

    … inghiottita lungo il percorso dal motore destro dell'aereo, …

    image

    … a generare la curiosa scia di vapore che si intravvede alle spalle del velivolo, un attimo prima che colpisca l'edificio.

    image

    L'alternativa, naturalmente, è che la scia appartenga a un qualche tipo di ordigno volante, lanciato dal velivolo, poco prima dello schianto. Qualcosa del genere, insomma:

    image

    Mentre restiamo in attesa di un esperto che ci spieghi a) come può continuare a volare, senza apparenti variazioni di rotta, un aereo che abbia inghiottito un lampione stradale, e b) come possa un danno del genere provocare una scia bianca, e non nerastra, ricordiamo che l'ipotesi del missile lanciato prima dell'impatto avrebbe almeno il pregio di spiegare anche il famoso foro d'uscita al terzo anello, tuttora in attesa di una QUALUNQUE altra spiegazione valida.


    PUNTO 2: Qui siamo di fronte all'uso sfacciato di una classica fallacia logica - la petitio principi (quando si inserisce la conclusione già nella premessa, in modo da farla apparire ovvia e scontata) - applicata al mondo dell'immagine.

    Notiamo infatti come la stessa immagine con la scia di vapore …

    image

    venga sovrapposta a quella dell'animazione…

    image

    … in modo da farla combaciare alla perfezione.

    Il trucco sta nel far presumere che, "siccome le immagini combaciano", quello che si intravvede nel video sia effettivamente un Boeing come quello usato nell'animazione.

    In realtà tutto questo non dimostra assolutamente nulla, poichè le due immagini "vengono fatte combaciare" a posteriori, in assenza di un qualunque riferimento metrico che garantisca che gli oggetti siano in proporzione reale.

    Sarebbe come ritoccare, su una foto di security, il falso profilo di un killer colto in azione, e poi elaborare un'animazione in cui casualmente il profilo animato coincida alla perfezione con quello colto dalla foto ritoccata.

    La somma di due bugie non ha mai fatto una verità. Anzi.


    PUNTO 3: Notiamo l'eleganza signorile con cui il Boeing si destreggia fra il camion generatore e i rulli di cavo elettrico, schiaffeggiando appena il primo con il motore destro, mentre con il sinistro "aggira" l'intero gruppo di rulli, senza nemmeno sfiorarli.

    image

    Non per nulla esistono i cartoni animati, dove tutto è possibile, dove gli aerei si allargano e si stringono a piacimento, e dove soprattutto la turbolenza creata da quella massa, che passa a pochi centimetri dai rulli viaggiando a quasi 900 Km all'ora, può venire tranquillamente ingnorata, come se non esistesse del tutto.

    Rendiamoci conto che se per caso un bambino fosse stato seduto dietro a quei rulli, a fare tranquillmente merenda sul prato, NON gli sarebbe sucesso assolutamente nulla.

    PUNTO 4: Come non sarebbe successo nulla alla sua mamma, se per caso fosse stata a guardarlo dalla finestra 5 del 2° piano (indicata dalla freccia superiore, e colorata in blu) …

    image

    … contro la quale ha sbattuto in pieno la pinna verticale dello stabilizzatore di coda dell'aereo.

    image

    Quella al centro in basso è la finestra 5-2p del Pentagono dopo l'impatto. E quelle attorno, come vedete, stanno ancora meglio di lei.

    image

    image

    Qui l'immagine grande, per fare un riferimento incrociato dei danni effettivi alle finestre.
    http://www.luogocomune.net/site/modules/ne...ry/winlge-o.jpg

    Se queste sono le "analisi scientifiche" che la tecnologia di oggi è in grado di produrre, perfavore ridateci la clava e il punteruolo per fare i disegni sulle pareti delle caverne.

    Massimo Mazzucco
     
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  7. AdamClayton
     
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    Quando parlano i generali

    Se si dovesse riassumere in una sola parola la testimonianza di quest'uomo, sarebbe sicuramente "indignazione".

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  8. AdamClayton
     
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    PARENTI DELLE VITTIME ACCUSANO IL GOVERNO

    Il rappresentante del piu' numeroso gruppo di familiari delle vittime sostiene che il governo sia stato complice degli attacchi. E dice al conduttore radiofonico [Alex Jones] che la Commissione è una farsa, un "insabbiamento oltre l'immaginabile".

    Secondo il rappresentante del più numeroso gruppo di familiari delle vittime del 9/11 la versione ufficiale degli eventi è una farsa e il mancato intervento del NORAD insieme ai dati che suggeriscono l'utilizzo di agenti incendiari per buttare giù le torri significhino la complicità del governo negli attacchi – una conclusione condivisa da metà delle famiglie che lui rappresenta.

    Doyle è a capo della Coalition of 9/11 Families http://www.coalitionof911families.org/ ed ha perso suo figlio Joey nel crollo delle torri gemelle.

    “Se volete credere a quello che vi ripetono quelli come la Commissione sull'11 settembre... [beh, quella è] una farsa completa”, ha detto Doyle.

    “L'insabbiamento continuo ha dell'incredibile”, ha detto Doyle al conduttore radiofonica della GCN Alex Jones.

    Doyle ha chiesto perchè l'acciaio del WTC sia stato sottratto all'analisi del NIST usandolo piuttosto per costruire una corazzata.

    “Non è incredibile come siano riusciti a spedirlo via sin dai primi giorni?”, ha chiesto Doyle appena ha iniziato a parlare della rimozione delle prove fisiche dalla scena del crimine.

    Doyle ha detto di aver parlato personalmente a sei sopravvissuto del WTC che hanno descritto dispositivi incendiari prima del crollo delle torri.

    “E' una prova documentata che l'edificio 7 non sia stato colpito da nessun aereo, eppure è andato in fiamme e poi il proprietario stesso Larry Silverstein ha ordinato che esso fosse tirato giù ed è venuto giù all'improvviso in perfetta verticale”.

    “Abbiamo due aerei che impattano le torri e senza aver prima mostrato segni di cedimento vengono giù nel giro di un'ora e mezza – è impossibile”, ha detto Doyle.

    Doyle ha stimato che circa metà dei familiari dell'organizzazione che rappresenta pensano che ci sia stata la complicità del Governo negli attacchi.

    “Se ne consideriamo veramente tutti gli aspetti sembra che ci sia stata una cospirazione del genere dietro l'11 settembre – molte famiglie ora lo pensano allo stesso modo”.

    “Dov'era il NORAD”, ha chiesto Doyle dopo aver sottolineato l'implausibile discrepanza tra i dirottamenti del Volo 93 e 77 e la loro eventuale distruzione.

    “Sono rimasti immobili – non fate nulla, lasciatelo succedere”

    “Da tutto quello che vedo sono certo che ci sia stata molta complicità – come minimo deve esserci stata molta complicità – se vi informate su tutti i fatti non c'e' alcuna possibilità che diciannove dirottatori abbiano portato a termine questa missione”, Doyle ha detto a Jones.

    Doyle ha anche parlato di alcune organizzazioni caritatevoli dell'establishement che hanno tenuto per loro parte delle donazioni avute dalle famiglie del 9/11 e di come quelli che hanno parlato [ad es. Sibel Edmonds, Randy Glass, Indira Singh, Kevin Ryan, ndt] siano stati puniti mentre gli individui che hanno facilitato gli attacchi sono stati promossi.

    Fonte: http://www.prisonplanet.com
    Link: http://prisonplanet.com/articles/july2006/...ntcomplicit.htm
    08.07.2006


    DISCORSO DI DONNA MARSH O'CONNOR DAVANTI AL PALAZZO DELL'ONU (11.09.2005)

    “Nessuno di voi è vestito in giacca e cravatta oggi e ne sono molto delusa. *Inascoltabile*. Mia figlia lavorava nella Torre numero due del World Trade Center, e non è stata abbastanza fortunata da venire accompagnata fuori dall’edificio da William Rodriguez. E’ stata abbastanza sfortunata da lavorare nella Torre numero due da dove, cinque minuti dopo che il primo aereo ebbe colpito la Torre numero uno, stava dicendo per telefono all’ ufficio di Park Avenue che le era stato detto che era al sicuro.

    Il momento in cui era al telefono con l’ufficio di Park Avenue credo fosse più o meno all’ora in cui George W. Bush veniva accompagnato dentro una scuola a leggere un libro a dei bambini. Questa è mia figlia Vanessa Lang Langer, e quando Bush ha deciso la sua fottuta guerra lo ha fatto usando il suo nome, e io, cazzo, me lo sto riprendendo!

    George W. Bush, col suo vicepresidente Dick Cheney, non potrà più appropriarsi del suo nome, lei è mia, ma non ha più questa faccia. Ieri ho finalmente avuto il coraggio di andare all’ufficio dell’esaminatore medico, dove nella sua cartella si può vedere la foto che le è stata scattata il 24 Settembre. Sapete come è fatta una maschera mortuaria? Sapete qual’ è l’aspetto di un urlo?

    Questa era la mia bambina e non era al sicuro. E nessuno in questo paese ha indagato ciò, nessuno ha indagato! Sapete che il George W. Bush che l’altro giorno ha dichiarato che indagherà cosa è successo alle vittime di New Orleans è la stessa persona che ha indagato su ciò che è successo a mia figlia? No, non riusciva nemmeno a pronunciare la parola ‘indagare’, l’avete sentito?

    Non ci sono abbastanza persone qui, perciò dite, a tutti quelli che vedete, “tremila meno uno”, perché io sto rivendicando il suo nome. E sto dicendo a chiunque conoscesse qualcuno morto quel giorno di rivendicare quel nome. Siete andati in Iraq per l’ 11-9? Perché? Un arabo è uguale a tutti gli altri arabi? Come si osa ciò in America! Guardate le vostre mani ora, vedete del sangue su di esse?

    Perché non state guardando dalla parte giusta. Quante persone avete visto annegare a New Orleans, dove erano i fottuti autobus? Dov’era il NORAD? Perché nessuno è stato evacuato? Lasciatemi dire una cosa, Dick Cheney aveva bisogno che avvenisse l’ 11 Settembre, nemmeno George Bush ne sapeva un cazzo! Dan Quayle Non ne avrebbe saputo nulla se fosse stato Presidente quando Dick Cheney era Segretario alla Difesa.

    Allora ditemi voi dove sono i professori, dove sono gli esperti, dove sono i Democratici, dove sono gli essere umani decenti che sono Repubblicani conservatori, perché io voglio vedere degli uomini in giacca e cravatta qui! Perché questa è la mia bambina, e non ha più questa faccia. E lui ha chiuso quella città così non sono potuta andare *inascoltabile*.

    Ma volete sapere una cosa? Io l’avrei trovata, avrei trovato le sue dannate ossa morte perché il più grande e sfottuto edificio al mondo è caduto sulle ossa di mia figlia e ha fatto esplodere il suo bambino fuori dal suo corpo. E questo è un crimine, e quando si indaga su di un crimine in questo paese, in ogni paese, nel fottuto mondo si cerca la gente che ha più da guadagnarci. Dick Cheney aveva da guadagnarci più di tutti, Halliburton Halliburton Halliburton *inascoltabile*.

    E cosa è che ottengo? Nemmeno le tristi patetiche *inascoltabile* cause delle vittime contro le compagnie aeree, perché le cause portano alla verità. E tutto ciò che George Bush aveva da dire a voi era che le cause portano soldi, così ha pagato quelle vittime milioni di dollari, e ha spezzato i loro cuori con milioni di dollari, e nemmeno una domanda, dimenticatevi le risposte! Non sto parlando della verità, non mi sto spingendo così in alto, datemi solo un po’ di onestà, fate rispondere a quell’uomo una dannata domanda. Perché diavolo la chiamate “Commissione Indipendente” quando stava a lui decidere come rispondere alle domande? Quando poteva portarsi il suo paparino con se? Forse mi state prendendo in giro.

    E’ questo che ottengo? Sono una cittadina Americana e ne sono orgogliosa, mi vergogno così tanto per tutti noi, cazzo, mi vergogno così tanto. *Inascoltabile*, questo è l’edificio in cui lei suonava [qui è usato il verbo play, che può voler dire “giocare” o “suonare” ma ha anche altri significati, difficile dire con quale significato esatto è stato usato dato che la frase è incompleta. N.d.t.]. E Kofi Annan è un amico, ricordate solo questo. Andate a prendere degli uomini in giacca e cravatta da portare a questi incontri la prossima volta perché così non è abbastanza.”

    Trascrizione di Dem Bruce Lee Styles
    Come risulta facilmente comprensibile si tratta del discorso di una donna molto coinvolta emotivamente, a questo sono dovuti i diversi passaggi di difficile trascrizione o comprensione. N.d.T


    Fonte: http://www.911blogger.com/
    Link: http://www.911podcasts.com/files/documents/DMTranscript.doc
    07.07.2006
     
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  9. AdamClayton
     
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    Anche se la notizia è ancora ufficiosa (la conferenza stampa sarà il 27 Luglio 2006), "Inganno Globale" sarà presentato al Festival di Venezia, la prima settimana di Settembre.

    Che il positivo trionfi sempre e comunque sul negativo.

    Massimo Mazzucco
     
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  10. AdamClayton
     
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    GRUPPO DI LAVORO SUL 9-11

    CHI siamo
    Il Gruppo di Lavoro sull'11 settembre è nato a dicembre del 2005 su iniziativa di Giulietto Chiesa. Ne fanno parte alcuni membri dell'associazione Megachip, un nucleo operativo attorno al quale e insieme al quale hanno poi lavorato giornalisti, scrittori, artisti, liberi professionisti, docenti universitari e semplici studenti che mettono in campo il proprio tempo e le proprie capacità per fare ricerca e divulgazione sul tema degli attentati del 2001 negli Stati Uniti.
    L'obiettivo principale del gruppo è "rompere il muro del silenzio" che circonda l'argomento, per permettere al grande pubblico di discutere e criticare liberamente la versione ufficiale sugli attentati, che appare sempre meno credibile col passare del tempo a causa dell'emergere continuo di prove della sua falsità.
    Il diritto che vogliamo garantire a tutti è quello di essere correttamente e debitamente informati sul mondo che li circonda e sugli eventi storici che viviamo sulla nostra pelle. Per questo vogliamo portare il tema del 9-11 nei MASS MEDIA.
    Diverse associazioni in tutto il mondo fanno ricerca e negli ultimi 5 anni hanno prodotto risultati sconvolgenti: il nostro gruppo di lavoro vuole divulgare tali risultati il più possibile in televisione, al cinema, alla radio e sui giornali.

    Che LAVORO abbiamo FATTO
    Dalla fine del 2005 ad oggi lo sforzo principale è stato quello di creare le condizioni per far sì che in Italia l'argomento venisse affrontato nei mass media, e soprattutto nel modo il più possibile serio e onesto. Il nucleo iniziale del Gruppo, formato da giovani di Megachip, ha montato un video dal titolo "Sette Domande sull'11 Settembre", in cui le menzogne più palesi della versione ufficiale dei fatti del 9-11 vengono esposte in sequenza. Il materiale usato nel video, già in circolazione ma sparso tra diversi dvd, ha trovato in "Sette Domande" una sistematizzazione e un'organizzazione efficace e convincente. Il Gruppo ha utilizzato quel montaggio mostrandolo in diverse occasioni a diversi giornalisti e intellettuali, prima ancora che al grande pubblico, con uno scopo preciso: creare uno zoccolo duro di credibilità a tutta l'operazione. Una credibilità fondata sui nomi delle persone che via via hanno accettato di lavorare fianco a fianco al Gruppo, tutte difficilmente accusabili di follia e scarsa professionalità. Alle firme prestigiose che avete trovato sul manifesto "rompere il muro del silenzio" si è arrivati grazie a questa impostazione, e sempre grazie a questa impostazione si sono ottenuti tutti i risultati successivi.

    COSA abbiamo OTTENUTO
    Il Gruppo di Lavoro sul 9-11 ha ottenuto fino ad ora diverse "irruzioni" sulla scena televisiva e non:

    - Ben 3 puntate di "Matrix" su Canale 5, con enrico Mentana, con ospiti a diverse riprese diversi esponenti del Gruppo, dove si sono registrati record di ascolto;
    - Interviste su diversi quotidiani e mensili nazionali, tra cui il Corriere della Sera ;
    - Una puntata di Caterpillar su Radio2

    Inoltre il tema viene attualmente divulgato in tutta Italia attraverso incontri pubblici e proiezioni del video "Sette Domande sul 9-11": prossimo appuntamento mercoledì 26 luglio a Firenze, Festa dell'Unità, Fortezza da Basso, ore 21.15

    DOVE vogliamo ARRIVARE
    Al cinema. E poi di nuovo in televisione, dove sull'onda di un eventuale successo dell'operazione film-documentario, contiamo di poter tornare a parlare ancora di 11 settembre. Sull'onda del lavoro preliminare di coinvolgimento di giornalisti e intellettuali e dell'efficacia del video "Sette Domande sul 9-11", a febbraio scorso la casa di produzione indipendente "Telemaco" di Franco Fracassi - ospite a Matrix il 31 maggio scorso - si è unita al Gruppo per lavorare ad un film-documentario per il cinema. Si è fatta avanti una importante casa di distribuzione cinematografica, con la quale siamo ancora in trattative. Il titolo - provvisorio - del documentario è "Il giorno di Dioniso", dal nome del dio greco capace di annebbiare la mente dei mortali.
    Abbiamo inoltre ad uno stadio avanzato un progetto di partecipazione ad uno speciale televisivo su una rete tv nazionale per settembre prossimo, in occasione del 5° anniversario dagli attentati. Non specifichiamo i nomi delle produzioni e delle emittenti televisive di cui stiamo riferendo per non compromettere le trattative in corso.
     
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  11. AdamClayton
     
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    Venezia 63

    Contrordine. Il film "Inganno globale" non andrà più a Venezia. Sorry.

    Il problema è nato quando la direzione del Festival ha saputo che il film era già disponibile da qualche tempo in rete, e questo purtroppo contraddice il regolamento, che prevede "novità assolute" per i film che vengono proiettati, specialmente se in concorso.

    Stessa fine ha fatto Loose Change, che inizialmente doveva essere proiettato insieme al nostro film, durante il week-end di apertura. Ma mentre per loro i due milioni di downloads sono stati un ostacolo chiaramente insormontabile, per "Inganno Globale" il fatto che fosse disponibile da poco, e solo a bassa risoluzione, mentre nessun DVD è stato effettivamente ancora consegnato, hanno fatto sperare fino all'ultimo in una ammissione in extremis. Ma il regolamento è ferreo, e prevede esplicitamente che il film non sia mai comparso in rete prima della sua presentazione al Festival.

    Che poi questo regolamento sia o meno al passo coi tempi, è tutt'altro discorso. Ma Internet è noto per prendere in contropiede, con la sua rapidità di propagazione, tutte le realtà che va in qualche modo a toccare, e non sorprende quindi che il regolamento di un Festival cinematografico, basato sull'arcaico concetto hollywoodiano di "anteprima mondiale", appaia medioevale rispetto alla realtà in cui viviamo.

    In ogni caso, a riprova della buona volontà della direzione della Mostra, abbiamo persino esplorato insieme la possibilità di rimontare il film in maniera radicale, aggiungendo parti nuove e togliendone di vecchie, per persentarlo poi con un titolo diverso. Ma i tempi ristretti non permettono di fare più di tanto, mentre è parso subito chiaro che si sarebbe trattato comunque di un escamotage del tutto artificiale.

    Ringraziamo quindi la direzione della Mostra per l'opportunità offertaci, mentre io mi scuso personalmente con tutti coloro che hanno "gioito" vanamente in questi brevi giorni. Una certa saggezza avrebbe imposto di attendere l'annuncio ufficiale, prima di dare la notizia, ma il fatto di averla ricevuta nel giorno del mio compleanno, mi ha erratamente illuso che la cosa avesse un suo significato particolare. Ma gli astri evidentemente non sono ancora pronti ad occuparsi di me personalmente.

    Una buona lezione di umiltà quindi per me, anche se questo è costato ad altri una illusione inutile.

    In ogni caso, il film - come il nostro sito stesso - si farà la sua strada da solo, da dovunque debba passare, per arrivare dove deve arrivare. E non è per semplice ottimismo che vi dico che i mesi di settembre/ottobre resteranno comunque per Inganno Globale dei mesi particolarmente importanti.

    Massimo Mazzucco
     
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  12. AdamClayton
     
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    Commissione 11-9: "Ci eravamo sbagliati"

    Quando è uscito nel 2004, il Rapporto della Commissione 11-9 è stato descritto dai suoi autori come: “La versione definitiva dei fatti e delle circostanze dell'11 Settembre, 2001.”

    Nonostante David Ray Griffin abbia impiegato per smontarlo nella sua critica “Commissione 11-9: omissioni e distorsioni” meno tempo di quanto ne aveva aspettato l'Amministrazione Bush per avviare la Commissione stessa, il Rapporto ha rappresentato una versione ufficiale incontestabile a livello mediatico, una sorta di mito sacro che nessuno aveva mai potuto mettere in discussione sui canali dell'informazione che conta...

    ...almeno fino a ieri.

    Sono ora emerse infatti delle nuove registrazioni audio del NORAD che contraddicono la versione fornita dalla Commissione, i cui membri si sono subito affrettati a dichiarare che avevano già sospettato, nel 2004, che ufficiali del NORAD (la difesa aerea militare) e della FAA (l'aviazione civile) stessero mentendo nelle loro testimonianze con l'intenzione di sviare le indagini, al punto che in un incontro segreto del 2004 i Commissari discuterono di denunciare il caso al Dipartimento di Giustizia e di chiedere la prosecuzione giudiziaria di alti ufficiali del Pentagono.
    Facendo poi finta che nulla fosse accaduto, di conseguenza, la Commissione ha mentito ai cittadini americani, riportando fedelmente quelle dichiarazioni che sapevano essere false.

    Queste rivelazioni sono state rese note da uno dei giornali più legati all'establishment, il Washington Post, e le nuove registrazioni audio sono state ottenute ed esposte dal Magazine Vanity Fair, specificatamente dalla penna di Michael Bronner, co-produttore del film United 93.

    I primi commenti nei media, dagli opinionisti della CNN fino a quel Tucker Carlson (volto noto della MSNBC) che si era preso gioco in passato per numerose volte dei “teorici della cospirazione”, ammettono in larga parte che: “Forse non ci è stata raccontata tutta la verità.”
    John Farmer, ex Procuratore Generale del New Jersey, che aveva diretto uno degli otto gruppi di lavoro della Commissione - l'unico ad emanare dei mandati di comparizione - ha dichiarato: “Sono stato shockato dal constatare quanto sia differente la verità da quella che mi era stata delineata. Le registrazioni narrano una storia completamente differente da quella che è stata raccontata a noi ed agli americani per due anni...”

    Questa manovra appare orchestrata per diffondere una versione “limitata” di cosa è davvero accaduto l'11 Settembre, poiché sembra voler scaricare la colpa solo addosso al NORAD, o meglio ad una parte di esso - anche visto che le comunicazioni degli alti ufficiali non vengono registrate - e voler far passare il concetto che la Commissione sia stata ingannata, mentre in realtà è stata una artefice chiave dell'insabbiamento.
    Inoltre, potrebbe anche voler significare che a non quadrare nella narrativa ufficiale sia solo quel singolo aspetto, probabilmente riconducibile all'incompetenza ed alle solite mele marce; in realtà, e non solo relativamente alle mancate intercettazioni aeree, che non solo la Commissione ed il NORAD abbiano mentito è certo, e l'ampiezza delle responsabilità è di ben altra dimensione.

    La prima cronologia della reazione dell'esercito fu rilasciata subito dopo l'11 Settembre, dal Generale Richard Myers e dal portavoce del NORAD Mike Snyder, che assicurarono che la mattina dell'11 Settembre non era decollato nessun caccia fino alle 9:37, ora in cui fu colpito il Pentagono.

    Il 18 Settembre venne rilasciata dal NORAD una seconda cronologia, molto differente dalla precedente, che spostava indietro di ben 45 minuti l'ora in cui fu fatto decollare il primo caccia; tuttavia nessuno chiese delle spiegazioni per quei cambiamenti, salvo alcuni scettici della prima ora che venivano puntualmente ignorati.

    Quella riportata nel Rapporto della Commissione 11-9 fu dunque la terza cronologia, anche questa caratterizzata da marcate discrepanze con le versioni precedenti, che inoltre presentava anche al suo interno delle macroscopiche contraddizioni ed omissioni, si vedano i link segnalati a fine articolo per un approfondimento.

    A meno che i Commissari 11-9 non avessero seppellito preventivamente la loro capacità logica, magari in quello stesso buco della memoria dove hanno fatto scivolare tutte le altre evidenze e testimonianze contrastanti con la versione ufficiale, anche solo considerando le numerose differenze con le precedenti cronologie doveva apparire loro evidente che qualcuno aveva testimoniato il falso.
    Hanno invece scelto di prendere quelle deposizioni sospette come oro colato e di ignorare gli altri elementi sospetti – tra i tanti, la distruzione dei nastri dei controllori di volo della FAA - invece che richiedere, ad esempio, delle dovute giustificazioni per tutti quei continui cambiamenti nelle diverse cronologie.

    Nel 2004 uscì poi una quarta cronologia, tratteggiata nel libro “Air War Over America” [Guerra nei cieli Americani, NdR] scritto a più mani da alti ufficiali dell'esercito, tra cui il Generale Larry Arnold, responsabile dell'invio dei caccia della base di Otis in direzione di un supposto Volo 11 fantasma: per inciso, interrogato su questa circostanza dichiarò alla Commissione di “non ricordare”, nonostante si fosse trattato con tutta evidenza del fallimento più clamoroso della sua carriera.

    Siamo ora dunque alla quinta cronologia, e sono serviti quasi cinque anni per ottenere queste nuove registrazioni - dopo un iter faticoso così come per molti altri documenti probatori riguardanti gli attacchi – ed anche solo valutandone gli estratti resi noti finora si può star certi che non faranno che aumentare le voci critiche, dato che contengono un certo numero di nuovi problemi che richiederanno una successiva approfondita analisi.
    E' possibile comunque notare sin d'ora che viene a delinearsi ancora una volta un ritratto di grande incompetenza, sempre visibilmente in contrasto col fatto che i responsabili del disastro siano stati promossi anziché puniti.

    Anche questa cronologia racconta il ritardo dei militari a reagire e identificare vari aerei, tra cui quello che risultò dopo essere il Volo 77: durante una conversazione tra NORAD e FAA che iniziò alle 9:35, un controllore del traffico aereo di Boston dichiarò di non avere informazioni su quell'aereo, e sperava che qualcuno a Washington ne avesse di migliori...
    ...ironicamente, salta alla mente la testimonianza alla Commissione del Segretario ai Trasporti Norman Mineta, che rivelò come Cheney invece fosse molto ben informato sul Volo 77 e lo stesse seguendo dal bunker operativo sotto la Casa Bianca sin da quando l'aereo si trovava a 50 miglia di distanza.
    Quando le miglia diventarono 10, gli fu chiesto da un suo assistente se gli ordini impartiti fossero ancora validi, e Cheney rispose: “Certo che lo sono, hai forse sentito dire il contrario?”
    Anche questa è una testimonianza che è stata omessa dal rapporto della Commissione, col suo consueto spregio per qualunque dato potesse contraddire il mito ufficiale, nonostante potrebbe significare per il Vice Presidente degli Stati Uniti un'accusa per strage ed alto tradimento.
    Non solo: per evitare questa possibilità, la Commissione si è letteralmente inventata che Cheney non sarebbe arrivato nel bunker che verso le 10.00, probabilmente – si faccia caso all'orario – solo “alle 9:38.”
    Questa è un'affermazione piuttosto problematica in quanto non corroborata da nessuna fonte, ed in contrasto con tutte le altre, tra cui: la testimonianza del Segretario ai Trasporti Mineta, che arrivò nel bunker alle 9:20 trovando Cheney già saldamente al comando; la relazione del coordinatore nazionale per la sicurezza e l'antiterrorismo Richard Clarke, che suggerì la discesa di Cheney ad un orario precedente le 9:15; non combacia neanche con una dichiarazione dello stesso Cheney, che intervistato pochi giorni dopo l'11 Settembre a Meet the Press indicò un orario simile a quello suggerito da Clarke.

    Vi sono poi numerosi indizi a conferma della confusione generata dagli War Games programmati per quella stessa mattina: almeno cinque, che includevano simulazioni di dirottamenti e di schianti di aerei contro edifici.
    Visto che la questione delle esercitazioni dell'11 Settembre non riguarda solamente il NORAD (ma anche la FEMA) e richiederebbe una trattazione a sé, ci limiteremo a nominare la principale: Global Guardian, una grossa esercitazione che organizzata ogni anno sotto la supervisione dello STRATCOM (il Comando Strategico Usa, in carica delle forze nucleari) di solito ad Ottobre o Novembre e coinvolge centinaia di militari, in quel caso simulava un immaginario attacco esterno proveniente dalla Russia.
    Secondo il libro “Code Names” dell'analista militare e giornalista del Washington Post William Arkin, nel 2001 si sarebbe dovuto tenere ad Ottobre, una notizia confermata dal giornale di cose militari Space Observer; tuttavia l'esercitazione deve essere stata spostata a quella settimana di Settembre.
    Non sorprenderà che anche sugli War Games la Commissione ha evitato di indagare a dovere; gli scettici che iniziarono sin dalle ore successive agli attacchi ad evidenziarne le implicazioni furono contraddetti dal Generale Richard Myers in persona, elevato subito dopo l'11 Settembre al rango di quindicesimo Comandante Supremo delle Forze Armate.

    Myers dichiarò che se c'erano stati dei giochi di guerra avevano in realtà favorito la reazione del NORAD, comportando una risposta più veloce: non si capisce bene in cosa, anche visto che Myers fu proprio colui che diffuse la prima cronologia, in base alla quale il primo caccia non decollò che dopo l'attacco al Pentagono.
    Si noti che le tutte le evidenze vanno contro questa affermazione: le registrazioni audio che testimoniano l'esatto contrario; il fatto che le simulazioni abbiano svuotato basi aeree mandando i caccia a migliaia di km di distanza (ed oltretutto non armati); l'inserimento di falsi segnali (aerei fantasma) nei radar; l'istruttivo fatto che la Commissione, di molte esercitazioni coincidenti gli attacchi, ha evitato direttamente di prenderne atto.
    Il Maggiore (ora Tenente Colonnello) Nasypany del NORAD ha dichiarato: “Quando mi informarono del primo dirottamento, la mia prima reazione fu... qualcuno ha già iniziato l'esercitazione” ed ancora alle 9:04, dopo che gli aerei si erano schiantati contro le torri, ad un controllore radar viene segnalato un altro possibile dirottamento, ma replica: “Credo sia un segnale nullo [damn, NdT], per essere sincero.”

    Per il momento ci accontentiamo di riassumere la questione delle esercitazioni con la rielaborazione di una frase che avete già sentito da queste parti: quante probabilità ci sono che fossero state programmate delle esercitazioni l'11 Settembre, simulanti scenari simili a quelli realmente accaduti?
    Più o meno, le stesse che il 7 Luglio a Londra fossero state organizzate delle esercitazioni antiterrorismo, alla stessa ora e nelle stesse zone degli attentati, ricalcanti fedelmente quello che poi è successo.
    Webster Tarpley, esperto di “terrorismo sintetico”, a questo proposito teorizza nel suo libro “9/11 Synthetic Terror”:
    ”Gli attacchi terroristici di tipo “bandiera falsa” hanno luogo quasi sempre durante esercitazioni del Governo, cosi che possono essere dispiegate le risorse necessarie sotto la copertura dell'esercitazione e così che – se alcuni perpetratori verranno beccati – potranno difendersi dicendo “Io ero parte dell'esercitazione, non dell'attacco terroristico.”

    In conclusione, considerati i recenti sondaggi d'opinione che quantificano mediamente in poco meno della metà i cittadini Americani convinti che dell'11 Settembre non sia stata raccontata loro la verità, appare ridicolo continuare ad attaccarli ricorrendo ad etichette astratte quali “teorie della cospirazione”, ed evitando ancora oggi di affrontare i fatti concreti, primo fra tutti l'insabbiamento operato dalla Commissione 11-9 .
    Per quanto dunque l'autore del pezzo di Vanity Fair si disturbi ad evocare, tra una teoria della coincidenza e l'altra, per ben sei volte il minaccioso spettro dei “teorici della cospirazione”, ormai non si può più far finta di non sapere che è grazie a tutti coloro che hanno esposto le contraddizioni della versione ufficiale, dai familiari delle vittime ai comuni cittadini preoccupati, che la Difesa Statunitense è stata costretta a rilasciare cinque versioni una in contraddizione con l'altra; che la Commissione sta finalmente iniziando ad essere vista nel modo che merita; che forse, ci auguriamo tutti, verranno un giorno puniti i responsabili - chiunque essi siano - della Pearl Harbor del ventunesimo secolo.

    Roberto Toso


    http://www.vanityfair.com/features/general/060801fege01
     
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  13. AdamClayton
     
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    Il Tribunale della Virginia ha rilasciato il materiale multimediale del Processo Moussaoui.

    A parte i titoli trionfali di Tg Com, che afferma che "tutte le prove sono ora sul web", avanzano i soliti dubbi, visto che vengono messe foto di vittime carbonizzate al Pentagono quando poi si racconta che l'aereo è "completamente evaporato" per il calore.

    Alla luce poi del recentissimo nuovo dietro front della Commissione Indipendente sull'11/9, che rettifica ancora una volta le varie cronologie che vengono smentite da documentazioni ufficiali, mi sembra che il casino aumenti solamente.

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  14. topolino_st
     
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    Mazzucco crede che la terra sia cava, e che noi ci viviamo all'interno. Per lui i viaggi spaziali sono un'illusione ottica, e lo sbarco sulla Luna è stato girato in uno studio di Hollywood.

    Io chiamerei la neuro.
     
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  15. AdamClayton
     
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    ALLARME ROSSO: IL GOVERNO STA PER INSCENARE UN ATTACCO TERRORISTICO

    L'odierna massima allerta terrorismo, in simbiosi con l'escalation del conflitto in Medio Oriente, lascia presagire un grande attacco terroristico di tipo false-flag, di cui verranno incolpati Hezbollah o Al Qaeda, che accenderà i fuochi artificiali della Terza Guerra Mondiale.

    Il conduttore radiofonico Alex Jones, che predisse nel luglio 2001 la messa in scena di un attacco al World Trade Center il quale avrebbe visto come caprio espiatorio Osama bin Laden, ha ora registrato una seconda predizione secondo la quale un attacco terroristico inscenato dal governo avverrà prima della fine di Ottobre a meno che non sia compiuto un gigantesco sforzo per prevenirlo.

    Solamente un lavoro di contro-propaganda molto maggiore del solito ad opera di tutti gli attivisti per la verità è in grado di evitare l'imminente orrore cataclismico che farà sembrare l'11 settembre una passeggiata nel parco.

    Abbiamo documentato in maniera esaustiva che elementi criminali in controllo dei grandi governi occidentali hanno compiuto attacchi terroristici e inventato deliberatamente falsi allarmi a scopi politici.

    Nel 2002, l'allora portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer dichiarò al Washington Times che erano stati emessi allarmi terroristici “come risultato di tutta la controversia della scorsa settimana”, riferendosi alla polemica politica di cui Bush fu oggetto dopo che si parlò per la prima volta della [sua] conoscenza anticipata degli attacchi dell'11 settembre.

    Da quel punto in poi le pistole fumanti della complicità del governo nell'11-9 sono diventate intrinsecamente collegate coi falsi allarmi terrorismo.

    Nel gennaio del 2003 informatori dall'FBI e dalla CIA rivelarono a Capitol Hill Blue che la Casa Bianca stava sceneggiando allarmi terrorismo fasulli per mantenere alta l'isteria dell'opinione pubblica ed i sondaggi di Bush, oltre che per spillare finanziamenti extra volti alla Difesa. Il resoconto per cui cinque uomini pakistani erano entrati negli Stati Uniti attraverso il Canada e stavano pianificando di mettere a punto un attacco biologico o con una bomba sporca era stato programmato dall'inizio alla fine dal Ministero della Propaganda dell'Amministrazione Bush. Il porto di New York fu chiuso chiaramente per aumentare la paura. Uno dei sospetti indicati, Mohammed Asghar, fu cercato fino in Pakistan dall'Associated Press. Era un uomo grasso proprietario di una gioielleria che non era mai stato negli Stati Uniti.

    World Net Daily commentò:

    “Altre fonti interne all'FBI e alla CIA hanno dichiarato che l'amministrazione sta ora forzando le agenzie di spionaggio a far uscire 'qualcosa, qualunque cosa' per supportare una serie di allarmi terroristici generici emessi dalla Casa Bianca e dal Dipartimento della Sicurezza Nazionale... Capitol Hill Blue ha riportato che fonti dell'FBI e della CIA hanno detto che un recente memorandum della Casa Bianca in cui si definiva la guerra al terrorismo come un decisivo vantaggio politico ed uno strumento per ottenere finanziamenti è solamente uno dei molti documenti che teorizzano come utilizzare nel migliore dei modi la minaccia terroristica”.

    Da quelle iniziali ammissioni, ogni singolo grande allarme terrorismo che i governi di Stati Uniti, Inghilterra e Canada ha diffuso è stato provato completamente ingannevole ed inventato.

    Questo sito web, due mesi fa, in un articolo intitolato “Emergono segnali per un potenziale attacco durante l'estate” predisse che: “Sono emersi numerosi segnali che indicano che i grandi governi occidentali stiano preparando un attacco terroristico in estate che si avvicinerà ma non raggiungerà le dimensioni dell'11 settembre e fornirà la giustificazione voluta per un attacco aereo sull'Iran prima delle elezioni di medio termine di inizio novembre”.

    I megafoni dei governi in Inghilterra, Stati Uniti ed Israele stanno propagandando all'unisono l'inevitabilità di un attacco nucleare di Hezbollah ad una grande città occidentale o israeliana, che fornirà la perfetta giustificazione ai vampiri neo-fascisti per espandere la guerra dal Libano fino alla Siria ed all'Iran.

    Recenti sviluppi indicano che i governi di Stati Uniti ed Inghilterra sono impegnati nell'annunciare una serie di sventati piani terroristici, peparando il terreno per un vero attacco, con la scusa che avrebbero fatto tutto quanto in loro potere per difendere le persone ma un attacco è riuscito lo stesso.

    Gli arresti negli Stati Uniti, in Inghilterra ed in Canada di presunte cellule terroristiche che ogni volta risultano poi essere sempliciotti con scarse capacità intellettuali, vittime incastrate da trappole del governo o da prove chiaramente false, fanno parte di questo processo di condizionamento mentale.

    Abbiamo fornito dei link a tutte le nostre indagini di questi falsi attacchi terroristici e altri sono disponibili alla fine di questo articolo [vedi link in inglese alla fine dell’ articolo originale, ndt].

    I passi in avanti della visibilità del movimento per la verità sull'11 settembre sono direttamente collegati alla preparazione degli allarmi terroristici inventati. Ogni volta che esce un nuovo sondaggio nazionale in cui si svela come sempre più persone dubitino della versione ufficiale dell'11 settembre, viene annunciato un allarme terroristico o un arresto di alto profilo. L'ultima volta era stato l'arresto di Al-Zarqawi – stavolta è un rifacimento dell'Operazione Bojinka – un piano ideato da Ramzi Yousef, notoriamente un agente del governo degli Stati Uniti.

    Le implicazioni per le libertà di tutti gli Occidentali e per le stesse vite di migliaia di Iraniani e Siriani, così come delle truppe Statunitensi, sono troppo importanti per rimanere sugli allori.

    Dobbiamo essere attivi come non mai nei nostri sforzi di spiegare al mondo chi è che trae beneficio dal terrore e cosa indica il peso schiacciante delle prove.

    Paul J. Watson
    Fonte: http://www.prisonplanet.com/
    Link: http://www.prisonplanet.com/articles/augus...806redalert.htm
    10.08.2006
     
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550 replies since 22/5/2006, 12:35   7342 views
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