11 SETTEMBRE

Versione ufficiale vs 9/11 Truth Movement

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  1. hail, hail
     
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    HALLIBURTON

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    fino al 2005 ha avuto livelli normali tornando a fatica ai valori che aveva nei 5 anni precedenti:

    questo grafico è identico a quello di moltissime altre aziende (in particolare quello di sotto che indica i volumi, in cui di anomalo -cioè prevedibile- sono i volumi scambiati a metà settembre 2001) dai titoli aerei alla pastasciutta.
    l'impennata nel 2005 è dovuta al fatto che il governo gli abbia commissionato un grosso appalto in iraq.

    come puoi vedere qui sotto i dividendi della halliburton sono stati gli stessi dal 1996 al 2005.

    nel febbraio del 2006 sono passati da 0.063 a 0.075, crescita dei dividendi del 12%.
    in sostanza gli azionisti della Halliburton si sono arricchiti dopo il crollo del 2001 cavalcando la normale risalita (come in tutti gli altri titoli del mondo) mentre la Halliburton deve ancora riprendersi dalla crisi nonostante l'appalto in iraq.


    detto tutto questo non riesco a trovare da nessuna parte che rumsfield e cheeney facciano parte di questa impresa, direi fallimentare vista la lentezza con cui si è ripresa dopo l'11 settembre.


    hai altre cazzate o per oggi finiamo qua?

    CITAZIONE (AdamClayton @ 7/9/2006, 12:27)
    Poi se uno non sa che i camini hanno canne fumarie che tengono fino a 1200 gradi centigradi, è inutile proseguire.
    Le braci di un camino i 500 gradi le passano da ridere.
    Forse non lo sai, ma la brace di uan sigaretta sia ggira fra i 600 e gli 800 gradi.

    ok il tuo camino spaziale ferma al suo interno 1200 gradi senza sbocco.... e quindi nelle torri c'erano meno di 1500 gradi?

    poi non ho capito perchè se ti risponde beach o altri abbassi la cresta...ti rispondo io e continui.
    non sei gay vero?
     
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  2. AdamClayton
     
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    Non abbasso la cresta: semplicemnte con le persone che non insultano a vanvera si ha più voglia di parlare con chi usa termini come pagliaccio, buffone, cazzate, sporco, avvoltoio, figlio di puttana etc etc etc in quanto la povertà di argomenti non gli permette di ribattere in maniera civile.

    Devi avere problemi a leggere in fretta: le CANNE FUMARIE sono tarate per temperature fino a 1200 gradi.

    I dividendi non centrano proprio nulla con il fatturato e l'utile di un'azienda: guarda il caso di Fastweb in Italia.
    Clienti che aumentano esponenzialmente, fatturato in aumento, dividendi in calo del 60% negli utlimi 3 anni.

    Questa è l'ultima risposta, poi ti lascios crivere quello che ti pare.
    bisogna essere informati quando si aprla delle cose.
    Prendi il caso di Paolo Attivissimo: www.attivissimo.com
    lui è un fervente sostenitore della tesi ufficiale, ma lo fa sempre con educazione erispetto.

    Se gli si parla della Halliburton, sa di cosa si parla e lui stesso sul suo sito parla degli immensi appalti avuti dall'azienda di cui Cheney era il Presidente (e tu manco l'hai trovata sta cosa) e Rumsfield Amministratore.

    Lui è una persona intelligente e preparata con la quale si può parlare per giorni interi.
    Tu sei una persona intelligente ma che pecchi nell'insulto libero e con il vizio di far finta di non cpaire ciò che si dice, cosa molto grave quando una persona è intelligente come te.

    Da qua in poi scrivi quel cazzo che ti pare: offendimi
    pure dandomi del buffone, pagliaccio, sporco, stronzo o puoi offendere anche il mio figlio mai nato che quello ancora con me ti manca ma so riuscirti bene.... tanto è inutile parlare con le persone che pur dotate di grande intelligenza quando non sanno cosa dire sanno solo insultarti.

    Apprezzerei molto di più la tua strenua difesa della versione ufficiale ma che sulle cose che non conosci ti documenti autonomamente e ti informi...
    Ed invece parli e parli. e poi pretendi link, documenti, etc.......
    La ricerca porta via tempo. io sono 3 anni che perdo tempo e non posso minuto per minuto soddisfare le richieste tue che tanto ti servono solo per cambiare discorsi.

    La Halliburton ha appalti in tutto l'Iraq, è specializzata nella riparazione e messa in opera di pozzi di petrolio, ha qualcosa come 30mila guardie private, è il fornitore unico dell'esercito americano e tu mi aprli di dividendi.
    E spulciando i dati non trovi nemmeno quanti ministri degli usa hanno seduto su quelle poltrone?
    Boh..fai pure.
    A me non me ne frega proprio più un cazzo.
     
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  3. AdamClayton
     
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    Piombino tradisce l'Italia!

    Come ampiamente previsto, la partita che sta iniziando sarà a tutto campo.

    In questo caso, Luogocomune vuole esprimere tutto il suo supporto alla Pro-Loco di Piombino, che ha avuto la folle idea di far conoscere ai suoi cittadini i dubbi, condivisi da altri cittadini della stessa nazione, sui fatti dell'11 settembre.

    Il coinvolgimento di una struttura pubblica ha subito offerto a chi vuole lo status quo un'occasione d'oro per sfoderare l'arma dell' "indignazione di stato", come testimoniato dai due articoli sull'edizione locale de "Il Giornale" che riportiamo. All'attento lettore non sfuggiranno anche certe sottili trappole, da qualcuno lungamente paventate - e ora tristemente confermate - sul rischio di una etichettatura personale in una battaglia più grossa di qualunque individuo al mondo.

    Consola il fatto di vedere, una volta di più, che le uniche armi a disposizione dei "giusti" - c'è di mezzo perfino un senatore, come possono loro essere dalla parte del torto? - si limitino a questa pietosa retorica da baraccone. E' semplicemente poetico, infatti, vedere qualcuno che insorge a difesa dell'America - e quindi della "democrazia", si suppone - negando ad altri il diritto alla libertà di parola in un luogo pubblico. (M.M.)



    (Il Giornale, 6.9.06) Piombino: la Pro Loco ricorda 1'11 settembre come un complotto della Cia e del Mossad

    Il filone dietrologico non ha risparmiato gli attentati dell'11 settembre, anzi l'11 settembre è diventato il più eclatante caso di dietrologia. Complotto ebraico, della Cia, …

    … del Mossad, autoterrorismo, demolizione controllata. La moda del complotto organizzato dagli Usa contro loro stessi sta prendendo campo. Anche nelle istituzioni toscane con un unico denominatore comune: «Non è andata come avete visto. Quello che credete di aver visto è stato un grande inganno». La Pro Loco di Piombino, ente riconosciuto dalla Provincia che gode di contributi e patrocini pubblici, celebrerà le vittime dell'11 settembre in modo piuttosto singolare: dando voce (senza contraddittorio) proprio alle testi dietrologiche sull'11 settembre con la proiezione di film e documentari.

    «Crollarono perché qualcuno le aveva minate», sostengono i teorici del complotto. Gli scettici credono che 1'11 settembre sia stato un autoattentato degli Stati Uniti: «La Cia sapeva. Un anno prima che i quattro aerei dei terroristi islamici si schiantassero sulle Torri Gemelle e sul Pentagono 1'11 settembre 2001, provocando tremila morti, una squadra speciale dei servizi segreti militari Usa aveva già individuato Mohamed Atta, capo del commando». Dimenticato il dolore, si è scatenata da qualche tempo l'idea del complotto. Ma fino a quando la tesi del «grande imbroglio» era una prerogativa relegata a una sparuta minoranza di intellettuali, giornalisti, semplici cittadini, in genere antiamericani, rientrava tutto sommato nella norma. Ma la cosa preoccupante è che adesso la «regola del sospetto» stia prendendo campo anche nelle istituzioni. E il caso di Piombino dove la Pro Loco (ente riconosciuto dalla Provincia che gode di contributi e patrocinii pubblici), in collaborazione con il Comune, i siti luogocomune.net e bazaretrusco.it, ricorderà le vittime dell11 settembre in un modo piuttosto singolare: dando voce (senza possibilità di contraddittorio) alle tesi dietrologiche sull' 11 settembre. «Si tenterà - fa sapere la Pro Loco - di illuminare i punti che le indagini eseguite fino ad oggi hanno lasciato oscuri, e che da più parti c'è la richiesta di approfondire. Si tenterà di capire il vero svolgimento della vicenda. E quindi si smascherare I"'inganno globale" di cui tutti siamo vittime inconsapevoli».

    Per ricordare i tragici attentati di New York e Washington, la Pro Loco di Piombino ha organizzato una due giorni, 1'11 e 12 settembre, che si terrà nei giardini Pro Patria a Piombino, dove saranno trasmessi documenti che mostreranno le immagini riguardanti quel tragico giorno, «e tutti i dubbi che ancora oggi, a distanza di cinque anni sussistono sul vero svolgimento della vicenda. Sono ancora molti infatti i punti, che le indagini eseguite fino ad oggi, hanno lasciato oscuri, e da più parti c'è la richiesta di approfondire le ricerche su un avvenimento che, oltre alle quasi 3000 vittime morte 1'11 settembre nei due palazzi e sugli aerei, conta ad oggi, nel solo Iraq già circa 45.000 morti civili». E proprio «Inganno globale» è il titolo del documentario di Massimo Mazzucco che verrà proiettato. Alla fine il regista si collegherà con Piombino da Los Angeles, e illustrerà il film e i temi contenuti nel documentario.

    Il 12 settembre è invece prevista la proiezione del film-documentario «Loose Change 2» di Dylan Avery e Korey Rowe. Seguirà un'intervista registrata con Giulietto Chiesa, già corrispondente da
    Mosca de La Stampa, uno dei (rari) fautori italiani della tesi dell'autodemolizione che ha spiegato nel suo volume «La madre di tutte le menzogne».

    Sul sito luogocomune.it, che promuove l'evento di Piombino, si legge: «Cospirazionista è chi la cospirazione la fa. Gli altri sono solo dei normali cittadini che chiedono una veri-fica della versione ufficiale dei fatti, alla luce di elementi oggettivi che rendono le loro domande più che legittime. E caso mai il cittadino che non si pone queste domande di fronte a tali elementi che rischia con il proprio silenzio di rendersi complice degli eventuali cospiratori, chiunque essi siano».
    E per pubblicizzare la data dell'incontro fa uso anche di una frase di Oriana Fallaci, che senza dubbio non sposa la teoria del complotto Usa: «VI sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico, al quale non ci si può sottrarre».

    Tutta questa situazione ricorda quando il generale Custer e il 7° Cavalleggeri vennero massacrati al Little Big Horn, nell'estate del 1876. Qualcuno mise in dubbio la vittoria degli indiani: «Dovevano esserci dei Gianchi tra di loro», dissero per sminuire quella tragedia. E dovevano esserci dei «bianchi» anche tra i kamikaze dell'11 settembre 2001 se oggi una caccia alla bugia ha finito per coinvolgere anche le istituzioni che, a partire da Piombino, ora si lanciano in una «controinformazione» di dubbio gusto nel giorno in cui tutto il mondo ricorda le vittime del più vile
    attentato che la storia del mondo ricordi.

    Fabrizio Boschi

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    SINDROME ANTI-USA
    Paolo Amato (*Senatore di Forza Italia)

    Caro Direttore. stanno cominciando ad apparire i primi velenosi frutti dell'antiamericanismo, che la sinistra ha lungamente seminato in terra di Toscana. La Pro Loco di Piombino, riconosciuta (e finanziata?) dagli enti locali di quel territorio, ha infatti pensato bene di celebrare la tragica ricorrenza dell’11 settembre con due sostenitori del complotto demo-plutogiudaico Giulietto Chiesa e Massimo Mazzucco. Il cui documentano. «Inganno globale», verrà peraltro proiettato. lunedì prossimo, nei giardini pubblici sottostanti il castello di Piombino. Non ci sono parole sufficienti per condannare simile nefandezza. Del resto, se l'intento era ed è quello di offendere i sentimenti degli americani e l'intelligenza del mondo civile, non si poteva fare francamente di più. Ricordare il quinto anniversario degli attentati di New York e Washington dando voce e spazio proprio a coloro che sostengono che le Torri Gemelle e parte del Pentagono sono stati abbattute dagli stessi americani (per via di un complotto ordito dalla Cia e dal Mossad) è semplicemente e solamente un atto ignobile. Ma come si fa a dire e a pensare una cosa del genere, che contrasta con la verità dei fatti e la cui finalità è esclusivamente funzionale alle strategie di comunicazione e di propaganda del terrorismo? Possibile che, in questa regione, l'odio ideologico sia arrivato a tal punto? E il presidente Claudio Martini non ha nulla da dichiarare in merito?

    Per quanto mi riguarda, non intendo lasciar passare sotto silenzio l'episodio e chiederò anzi un chiarimento al Ministro dell'Intemo e al Ministro degli Esteri. Augurandomi che il Comune di Piombino e la Provincia di Livorno abbiano perlomeno la tardiva sensibilità di intervenire per bloccare questo sinistro evento che getta una luce fosca su tutta la Toscana.

    In ogni caso, io, 1'11 settembre, sarò in Senato, dove avrà luogo una cerimonia di commemorazione delle vittime con la partecipazione dell'ambasciatore americano Ronald Spogli. Per ribadire ancora una volta solidarietà e vicinanza al governo e al popolo degli Stati Uniti. Solidarietà e vicinanza che sono mie personali come dell'intero popolo di Forza Italia.
     
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  4. AdamClayton
     
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    Tu quoque Vittorio Zucconi?

    Finita la stagione degli entusiasmi (per chi ne aveva) e sull'11 settembre cade di nuovo la cortina della versione ufficiale. Il quinto anniversario sarà tra pochi giorni. Se ne parla, eccome che se ne parla! Tutto secondo il canone: racconta quello che il Potere ha deciso che tu puoi raccontare. Roberto Olla ha dovuto compiere il gesto riparatore sulla rete ammiraglia. Aveva "sgarrato" la volta precedente, ora ha abiurato. Smentendo se stesso. Il Minoli lo conosciamo da tempo e sappiamo di che tempra giornalistica è dotato. Adesso vediamo gli altri, a cominciare da Mentana. Chissà se l'ordine d'oltre Oceano è arrivato anche a lui. Intanto Repubblica, col Venerdì, esce con cinque pagine intere di Vittorio Zucconi, dedicate a ironizzare sulle versioni non ufficiali. Zucconi debunker. Ricordiamo che Vittorio disse di non avere mai avuto dubbi che l'assassino di Kennedy fosse Oswald. Poi, l'altro giorno, è morta la moglie dell'allora governatore della California, Jack Connally, e abbiamo saputo, dalla stessa penna di Zucconi, che lei non aveva mai creduto al rapporto Warren. Possibile che occorra aspettare la morte dell'ultimo testimone per sentire Zucconi dire una cosa sensata sull'11 settembre. Tu quoque Brutus? Eppure sull'Iraq ci eri piaciuto. Forza, fai due più due e vedrai che ti viene quattro. Siamo sicuri.

    www.megachip.info
     
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  5. AdamClayton
     
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    STRUZZI, TACCHINI E L'11 SETTEMBRE

    Esce oggi (8 settembre) sul Venerdì di Repubblica un articolo di Vittorio Zucconi, il quale, commemorando l'11 settembre, fa il paio con la trasmissione analoga di RaiUno di qualche giorno fa (I Misteri dell'11 settembre ).
    In ambedue i casi l’obiettivo principale sembra essere quello di mettere in ridicolo i cosiddetti "complottisti", termine con cui si assimilano tutte le persone che non vogliono inghiottire il pastone preconfezionato delle "verità" ufficiali sull'11 settembre. A solo titolo di esempio, in questa categoria si trovano quanti reputano incredibile che nell'attentato alle Torri gemelle sia rimasto intatto il passaporto di un cosiddetto terrorista, ma non si trovino le scatole nere degli aerei. (Si parlò per breve tempo del ritrovamento di alcune scatole nere, ma poi non ci sono state notizie).

    Vale la pena di notare come il termine "complottista" sia stato probabilmente inventato ad hoc da Daniel Pipes per screditare i sospettosi, ma sicuramente venga usato in tale senso (vedi Daniel Pipes, esperto dell'odio).

    In una situazione in cui molte persone mentono e sono presenti molti aspetti misteriosi può essere il caso di partire dai principi della conoscenza. L'epistemologia, la disciplina che studia i metodi e le procedure della conoscenza scientifica spingerebbe a dubitare di tutto ciò che non è verificato. La natura è spesso gelosa dei suoi segreti e l'investigatore naturale non dovrebbe dar niente per scontato.

    Per studiare gli eventi naturali bisogna analizzare attentamente i segni, ipotizzare una soluzione, verificare con l'uso di strumenti scientifici e cambiare strada se le verifiche sono negative. (In senso popperiano si tenta di falsificare l'ipotesi).

    L'intuito è spesso fondamentale per evitare di percorrere troppe strade false prima di giungere a quella giusta. In mancanza di intuito si rischia di non trovare la soluzione.

    In tutti i casi l'intuito funziona solo se è aiutato dal duro lavoro di routine

    Ma senza una mentalità in qualche modo trasversale, cioè disposta a seguire i percorsi mentali poco diffusi, i risultati sono di basso livello.

    Invece Zucconi e RaiUno ci spiegano che questo approccio è infantile e sbagliato, perché bisogna credere ai mass media ed ai nostri politici, anche quando li abbiamo beccati spesso a raccontare menzogne. Ricordare queste cose è cattivo, ci spiegano. Bisogna aver fiducia invece nelle verità ufficiali. Qui un bambino chiederebbe ancora una volta "Perché bisogna aver fiducia?", ma a noi questo non è consentito, almeno non in pubblico. I complottisti non hanno accesso ai mass-media.

    L'approccio che i nostri amati politici e giornalisti ci propongono si potrebbe chiamare "epistemologia dello struzzo", visto che ci propongono di infilare la testa sotto la sabbia ogni volta che vediamo qualcosa a loro sgradito.

    Lo struzzo, notoriamente è quell'animale che nasconde la testa sotto la sabbia quando vede qualcosa che gli mette paura. (In modo analogo ai bambini che infilano la testa sotto le lenzuola quando hanno paura di notte).

    Le persone che tendono ad usare la parola complotto a me appaiono seguaci epistemologici degli struzzi: si rifiutano di vedere tutto ciò che nel mondo esterno è non convenzionale, ciò che turba la loro tranquillità ed il loro (precario?) equilibrio mentale, preferendo definire complottista chi si ostina a cercare una spiegazione lì dove esistono risposte tranquillizzanti preconfezionate, mentre può essere estremamente difficoltoso dimostrare ipotesi alternative, visto che qualcuno si è premurato di far sparire prove significative.

    Con questo approccio la teoria del complotto diventa semplicemente un problema linguistico e sociologico: chi si rifiuta di indagare sul mondo esterno quando l'indagine è particolarmente difficile e/o pericolosa, tende ad usare i concetti di complotto e teoria del complotto.

    A conforto dell'interpretazione sociologica, vale forse la pena di ricordare che spesso la parola complottista dipende dal periodo storico in cui una persona esprime una particolare opinione: chi negli anni '70 in Italia diceva che le stragi (Brescia, Milano, Bologna) erano di stato, veniva definito complottista; oggi verrebbe più facilmente chiamato uno storico.

    Se quindi per gli struzzi può andar bene nascondere la testa, non è detto che ciò vada bene per gli umani. Per approfondire può essere utile un altro modello, quello del tacchino.

    La variante del tacchino

    Una variante dell'epistemologia dello struzzo è quella del tacchino, animale notoriamente poco portato al complottismo.

    Un tacchino aveva studiato con attenzione il suo ambiente ed il suo padrone e aveva elaborato una teoria in base alla quale sapeva a che ora il padrone gli avrebbe portato da mangiare e quali gesti erano indicativi dell'avvicinarsi del pasto. Se non che un giorno, contrariamente al solito, il padrone andò dal tacchino e gli tirò il collo. Fine di una interessante teoria.

    In definitiva, non è che ci fosse qualche complotto, ma il tacchino finì in padella. Ecco, a noi non interessa parlare di complotti, solo vorremmo evitare di finire in padella. Da qui la nostra passione per l'epistemologia.

    Comunque l'approccio epistemologico non sempre si è rivelato sufficiente. Il falsificazionismo di Popper ha mostrato i suoi limiti sotto le critiche di Feyerabend, Lakatos e Kuhn.

    Per decidere cosa sia vero e cosa no, serve un contesto, dei metodi di osservazione, delle regole per analizzare i risultati, un sistema semantico. A volte occorre approfondire e riconsiderare idee che sembravano consolidate. Il mondo è ben più complesso di come vorrebbe l'investigatore, ed ama celare le nuove realtà sotto vecchie spoglie, oppure travestire il vecchio in modo che appaia qualcosa di nuovo.

    A questo riguardo, una disciplina che si è dimostrata feconda in tempi recenti è l'ontologia, lo studio dell'essere.

    Quando sembra che qualcuno potrebbe manipolarci in modo da trattarci come bambini, potremmo provare ad interrogarci, come i bambini, cu ciò che esiste, è reale, contrapposto a ciò che invece è sogno, fantasia, illusione. (Di questo parlavo nel precedente Ontologie) .

    Ebbene, non sempre le risposte sono semplici ed a volte bisogna ricominciare dal vocabolario, da quell'insieme di parole che usiamo per descrivere il mondo.

    Dovremmo ad esempio, cominciare a chiamare “pace” quella cosa che si fa con artisti, contadini, insegnanti, operai - senza armi e senza militari. Dovremmo cominciare a parlare di equilibrio invece che di sviluppo, di nazionalismo e non di patriottismo, di scorie nucleari invece che di uranio impoverito, di imperialismo invece che di esportazione della democrazia. Dovremmo ricostruire il vocabolario.
    E forse alla fine sparirebbero i complottisti e resterebbero solo da una parte i cercatori di verità e dall’altra i servi del potere.

    Truman Burbank (incidentalmente contributore alle voci Epistemologia e Ontologia su Wikipedia)
    8.09.06

     
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  6. AdamClayton
     
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    Il totalitarismo, i fondamentalismi e le identità
    CARLO PASSERA (La Padania) intervista MASSIMO FINI


    Massimo Fini, lunedì prossimo saranno cinque anni. Undici settembre 2001, davvero il mondo da allora è cambiato?

    «Non è cambiato il mondo, ma l’11 settembre è stato il segnale forte, simbolico di qualcosa che maturava da tempo, dal 1989, dal crollo dell’Unione Sovietica. Quel giorno tutti se ne sono accorti».

    Cosa maturava?

    «Sembra contraddittorio dirlo, perché parliamo di un attacco terroristico contro gli Usa. Ma le Torri Gemelle ci hanno messo di fronte a un fatto: dal 1989 era rimasta solo una superpotenza sulla piazza, che avrebbe inevitabilmente accentuato la sua spinta espansiva prima limitata dalla presenza dell’Urss. L’11 settembre è stato lo spunto che ha fornito a Washington la scusa per intraprendere una politica di aggressione: prima l’Afghanistan, dove le truppe occidentali sono stanziate da cinque anni, bisognava andare a prendere un uomo che poi non è stato affatto catturato ed è stato creato un governo fantoccio; poi l’Iraq, con tutto quello che sappiano; ora nel mirino c’è l’Iran. Insomma, si sono introdotti i germi di una guerra permanente».

    Dunque l’11 settembre si inserisce in un quadro più vasto, è un episodio - fondamentale quanto si vuole - di un processo complesso, oppure è un singolo accadimento caricato ex post, impropriamente, di mille significati “epocali”, magari strumentalmente, per convenienza?

    «Sono vere entrambe le cose. L’11 settembre si inserisce nel contesto che dicevo prima, d’altra parte questa politica statunitense era già stata “sperimentata” con l’aggressione alla Jugoslavia del 1999, decisa da Clinton, un esponente del partito democratico, perseguendo una strategia che non è infatti di una sola parte, ma degli Stati Uniti nel loro complesso. Poi, certo, l’attacco alle Twin Towers è stato ulteriormente caricato di una enorme valenza simbolica, non a caso: l’attentato è stato tremendo, con 3mila morti, ma quante persone sono rimaste vittime successivam ente delle guerre scatenate dagli Usa? O vogliamo calcolare ! tutti gl i uccisi per mano statunitense dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale? Le Twin Towers colpiscono la fantasia, perché le abbiamo viste crollare in televisione, il che oggi è determinante; non a caso durante la prima guerra del Golfo il glorioso Peter Arnett della Cnn ci mostrò solo le “luminarie” sul cielo di Baghdad, non quanto avveniva sotto di esse. Le “bombe intelligenti” degli americani provocarono tra i civili 160mila vittime, quasi 40 mila erano bambini; ossia causarono più di dieci volte i morti delle Torri Gemelle solo tra i piccoli. Però nessuno ce li ha fatti vedere».

    Obiezione inevitabile. Tu sei un intellettuale che ama andare controcorrente e anche provocare, ma così sembra quasi che l’11 settembre sia colpa degli americani!

    «No, non è colpa degli americani, anche se quando succedono attentati del genere, oltre che reagire, bisognerebbe anche chiedersi perché mai avvengono. In altre parole: quando si è così detestati, letteralmente odiati in mezzo mondo, val la pena porsi qualche dubbio. L’11 settembre non è colpa dei cittadini statunitensi, ma il loro governo ne ha preso l’abbrivio per una politica che aveva già in pectore».

    Ti riferisci, di nuovo, alla Jugoslavia...

    «Alla Jugoslavia ma non solo. Come sai, sono stati trovati i piani di aggressione all’Iraq molto prima dell’11 settembre, che è quindi servito come puro escamotage».

    Riassumiamo così, vediamo se sono corretto. Bin Laden non nasce dal nulla, l’11 settembre non è l’atto isolato di un pazzo, né di un’organizzazione di violenti solitari, bensì il portato di tensioni reali, in un contesto ben preciso, che degenera in forma terroristica. Al Qaeda ha fondamenta solide. È questo il tuo pensiero?

    «Nella mia visione, ammesso che Bin Laden esista e sia quello che si dice, altro non rappresenta se non l’ombra nera dell’Occidente, ossia una risposta fondamentalista, integralista, totalitaria e violenta al nostro mondo che, pur credendosi liberale e democratico, è ugualmente fondamentalista, integralista, totalitario e violento, in quanto pretende di omologare tutto a propria immagine e somiglianza. Da questo nasce il sommovimento nei Paesi islamici. Questo è un discorso la cui portata non dovrebbe sfuggire a chi, come la Lega Nord, ha a cuore il discorso identitario. È come se a un leghista richiedessero di essere un nero africano, con tutto il rispetto per questi ultimi. Ecco: noi occidentali chiediamo agli islamici di essere come noi. Ma loro non vogliono».

    Dunque quella islamica è una risposta violenta rispetto al nostro tentativo di annullare la loro identità?

    «Avvertono questo pericolo. Anche gli ambienti islamici non fondamentalisti né terroristi non sopportano questa idea in base alla quale noi vogliamo cambiare loro l’anima a tutti i costi. È un motivo di risentimento fortissimo...».

    ...che poi alimenta anche l’estremismo. Senti, l’11 settembre è una di quelle date particolari, ciascuno ricorda dov’era, cosa faceva, cosa ha pensato. Quale fu l’11 settembre 2001 di Massimo Fini ?

    «Ero a casa, a riposare. Mi chiamò la mia ex moglie: “Guarda che stanno buttando giù i grattacieli di New York”. Accesi subito la televisione, feci in tempo a vedere in diretta lo schianto del secondo aereo, perché tra i due impatti passarono molti minuti».

    Quindici minuti in tutto. Dopo altri quaranta minuti il terzo aereo finì sul Pentagono, o almeno così dice la versione ufficiale. Altri 27 minuti e l’ultimo aereo si sfracellò in Pennsylvania, a Sud Est di Pittsburgh.

    «Anche questa dinamica è un poco inspiegabile».

    Quale fu la tua prima riflessione? Hai subito contestualizzato quanto avveniva nel quadro che poi sei andato formandoti in questi anni?

    «No, ho vissuto quanto avveniva per quello che era, un dramma, con tutte quelle persone che sventolavano i fazzoletti bianchi, ma non potevano salvarsi perché si trovavano sopra la linea di impatto degli aerei... Furono immagini oggettivamente tremende».

    D’altra parte, è stato un episodio unico nella storia...

    «Sì e no. Vogliamo parlare dell’incendio che distrusse Roma e del quale si è sempre attribuita impropriamente la responsabilità a Nerone? In realtà il governo dell’epoca aveva buoni motivi per incolpare la comunità cristiana. Fu un attentato complessivamente più devastante, la città venne distrutta, Roma era la potenza imperiale egemone, eppure la sua reazione fu infinitamente più prudente e civile. Nerone è passato alla storia come un pazzo violento perché arrestarono 300 cristiani presunti responsabili (su una comunità di circa 3mila persone) e ne condannarono 200; certo, le pene erano quelle dell’epoca...».

    Ma d’altra parte Cesare Beccaria era ancora di là da venire.

    «Esatto. E non vi fu l’aggressione all’intero Cristianesimo, nè alla stessa piccola comunità romana».

    Aggiungiamo anche che parte del merito fu di un imperatore, Nerone appunto, la cui fama negativa è del tutto ingiustificata. Tu hai anche scritto anni fa un godibilissimo libro proprio su questo tema (Nerone. Duemila anni di calunnie, Mondadori, 1993).

    «Nerone ha una fama negativa immeritata, la tradizione storica che lo vuole pazzo e violento deriva dalle notizie che ci sono pervenute da parte dei suoi nemici, che lo sconfissero. Proprio in seguito a questo grande incendio Nerone mostrò in realtà tutte le sue capacità, lanciò una operazione straordinaria di ricostruzione della città e di modernissima protezione civile a favore delle classi più colpite dal disastro, quelle rimaste senza casa. Insomma, quel che non hanno fatto gli americani a New Orleans».

    Dall’anno 64 dopo Cristo torniamo ai giorni nostri. Si diceva che dopo l’11 settembre il mondo ha comunque subito una svolta. In peggio, immagino.

    «Certamente in peggio, perché si sta radicalizzando lo scontro da entrambe le parti e quindi vengono schiacciati tutti coloro che non accettano questo aut aut, “o di qua o di là”, o con i fondamentalisti occidentali o con quelli islamici. Di questo passo andiamo incontro a una guerra permanente che tra l’altro non è affatto detto che l’Occidente sia destinato a vincere. Inoltre, ci sono sta i anche cambiamenti in negativo nella vita quotidiana: a parte la paura diffusa, penso alla stretta notevolissima nella libertà di espressione. Uno storico inglese negazionista, David Irving, è in carcere in Austria a causa del contenuto dei suoi libri: ma questo non si è mai visto in una democrazia, semmai sotto il nazismo! Ancora: bisogna affermare che lo sterminio degli ebrei è un fatto unico e irripetibile, ma sono pretese inaccettabili, ognuno ha il diritto di pensare quello che vuole! Mi pare stiano crescendo forme di totalitarismo molto preoccupanti».

    È il quadro di un mondo che sta perdendo la ragione.

    «Proprio così, abbiamo perso la logica».

    Inevitabile quando si seguono i fondamentalismi. D’altra parte, questi cinque anni di stretta illiberale e di guerra al terrorismo non hanno portato a molti risultati. Bin Laden e il mullah Omar sono uccel di bosco, la situazione mediorientale è più instabile che mai, il terrorismo colpisce più o meno dove vuole, servendosi anche di proseliti locali. Gli Usa prima hanno attaccato l’Iraq, un boccone più piccolo, e ancora non l’han digerito; ora Bush rilancia sull’Iran, un boccone molto più grosso e indigesto. Con quale logica?

    «Davvero non lo so, non capisco, anche se non posso pensare che il governo americano agisca a caso, d’istinto. Ma indubbiamente l’aggressione all’Iraq ha favorito il terrorismo internazionale, perché oggi abbiamo un Paese disgregato, dove i terroristi lottano insieme agli insorti iracheni e trovano complicità, armi, appoggi in gran parte della popolazione. Stiamo facendo diventare terroristi anche gli afghani, che mai lo erano stati durante dieci anni di occupazione sovietica, ma noi li bombardiamo con aerei telecomandati dall’Arizona, come possono reagire diversamente? Si è radicalizzato il quadro politico, così in Iran è stato eletto un esponente integralista al posto del moderato che c’era prima. Sono in grave difficoltà tutti quei regimi islamici che hanno mantenuto buoni rapporti con l’Occidente, penso per primo all’Egitto, poi anche a Giordania, Marocco e così via».

    È dei giorni scorsi un nuovo attentato ad Amman.

    «Questi governi fanno grande fatica a mantenere una posizione non ostile, con gran parte della popolazione sempre più anti-americana. Se verrà attaccata Teheran, salterà tutto. Questa è o una politica che vuole arrivare allo showdown confidando nel fatto che l’Occidente è infinitamente meglio armato, oppure è una semplice idiozia».

    D’altra parte Bush ha detto: l’Iran è come Al Qaeda.

    «Sono affermazioni totalmente irresponsabili, fanno il paio con quelle del premier iraniano su Israele. Forse sono peggio, perché quella di Amadinejad era pura propaganda».

    Diciamo che è un bel match. Si andrà allora davvero alla guerra finale? Un possibile cambio alla Casa Bianca nel prossimo futuro potrebbe magari modificare il quadro, o è uno scontro ormai “di sistema”?

    «A parte alcuni aspetti deliranti del pensiero neo-con, è una questione di sistema. C’è un’unica grande potenza mondiale , non ha contrappesi, l’unica speranza è nell’Europa. Se prendesse le distanze da questa politica di scontro frontale diretto...».

    Carlo Passera-Massimo Fini
    Fonte: http://www.lapadania.com
    07.09.06

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    Incredibile, ma giusto, Blondet a Matrix

    Lunedi 11 settembre, alle ore 23,15 (seconda serata) Maurizio Blondet parteciperà, su Canale 5, ad una puntata speciale di Matrix dedicata all'attentato alle Twin Tower di 5 anni fa.

    Incredibile (finche non sarà avvenuto stentiamo a crederlo) perché il network di Berlusconi è colonizzato da neocon, giusto perché Blondet è l'unico giornalista/scrittore italiano che si occupato a fondo - e fuori da un pensiero unico orwelliano - dell'argomento, scrivendo una quadrilogia («11 settembre colpo di Stato in USA», «Chi comanda in America», «Osama bin Mossad», «Israele, USA, il terrorismo islamico») e centinaia di articoli su questo sito e su altri quotidiani e riviste.


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    Proiezione di Milano - 9 settembre 2006

    E' da poco terminata la proiezione di Inganno Globale al Liceo Saverio di Milano, organizzata da Pseudo Tale, Uncaso e Felice Capretta. Un ringraziamento a tutti, e un augurio particolare a Pseudo Tale, che ha appena avuto la sua prima bambina.

    In attesa di un eventuale articolo da parte dei presenti, segnalo a chi fosse interessato le risposte che ho dato, via telefono, alle domande del pubblico che sono state raccolte dopo la proiezione.

    Argomenti trattati: dubbi sui fratelli Naudet, situazione in America a due giorni dall'anniversario, pubblico scontro Clinton-Kean su mini-serie ABC, status delle cause legali in corso, chi guidava gli aerei, ulitiltà di questo tipo di filmati rispetto al bisogno di capire anche la storia/geopolitica, assenza totale di prove sui dirottatori, bin Laden non è ricercato per l'11 settembre.

    http://luogocomune.net/site/modules/mydown...hp?cid=6&lid=87



     
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  7. hail, hail
     
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    CITAZIONE
    il network di Berlusconi è colonizzato da neocon

    :o:
    la risposta psico clinica ai "comunsti dappertutto"?
     
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  8. AdamClayton
     
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    Undici Settembre 2006 - Speciali TV

    Ore 15:00 + 20.30 - LA 7 "11 Settembre 2001 - 5 anni dopo"

    Ore 22:50 – LA 7 "11 Settembre 2001"

    Ore 23:20 – RAI 2 "11 Settembre 2001" FILM (Francia 2002)

    Ore 23:20 – Canale 5 MATRIX "11 SETTEMBRE LE VERITA' CONTRAPPOSTE"

    e poi Puntata speciale di Report su RAI 3 il 24 settembre alle ore 21.00. Verrà trasmessa l’edizione italiana di “Confronting the evidence”, il primo filmato americano che mette in luce i punti oscuri dei fatti dell’11 Settembre e tutte le omissioni prodotte dalla Commissione d’indagine. Il filmato è stato prodotto nel 2004 da Jimmy Walter, un miliardario che ha investito 7 milioni di dollari di tasca propria per chiedere la riapertura della Commissione. Il DVD è stato distribuito in centinaia di migliaia di copie gratuitamente in tutto il mondo e l’utilizzo è libero da diritti, però nessuna tv pubblica e nessun network nazionale lo ha mai trasmesso. Eppure le riviste Forbes, Newsweek, USA Today, New York Times hanno accettato i soldi di Walter per pubblicare pagine di pubblicità nelle quali si sollevano dubbi e si chiede al Governo di rispondere. Quello che viene mostrato sono considerazioni, analisi e fatti che oggettivamente meritano di essere presi in considerazione. Certamente “Confronting the evidence” ha prodotto un primo effetto: dopo la diffusione del video, circa 8.000 cittadini newyorkesi e 2.000 squadre di pronto soccorso e pulizia hanno fatto causa all’Agenzia per la protezione ambientale e al Sindaco di New York in merito alla respirabilità dell’aria. Il documento prova che l’EPA mentì pochi giorni dopo l’attentato dicendo che l’aria era respirabile, ed invitando tutti a tornare a lavorare. Molti di loro si sono ammalati. Secondo un recente sondaggio realizzato dalla ‘Scripps Survey Research Center presso l’Universita’ dell’Ohio’, piu’ di un terzo degli americani sospetta che il governo abbia favorito gli attacchi o che non abbia intrapreso alcuna azione per bloccarli, mentre il 66,6% dei newyorkesi chiede la riapertura della Commissione dell’11 settembre.

    http://www.report.rai.it/R2_HPprogramma/0,7353,243,00.html
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    Usa: 11/9, professore sospeso per teorie cospirative

    WASHINGTON - Steven Jones, un professore universitario americano, e' stato sospeso dall'incarico per aver sostenuto che le Torri Gemelle crollarono a causa di esplosivi appositamente collocati, e non per via degli aeroplani dirottati dai kamikaze che si abbatterono su di esse. Jones e' docente di fisica alla Brigham Young University di Provo, nello Utah, ed e' anche co-presidente di un gruppo chiamato "Studiosi per la verita' sull'11 Settembre", che sostiene e diffonde alcune delle cosiddette teorie cospirative sull'11 Settembre 2001, contestando i dati di fatto dell'attacco terroristico. (Agr)

    http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp

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  9. bobmanno
     
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    AUGURI!!!!!!!!!!!!! image image image image image
     
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  10. Vitorbaia
     
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    :lol:
     
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  11. Vitorbaia
     
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    cosa è successo l'11 settembre nel corso dei secoli?

    Edited by Vitorbaia - 11/9/2006, 13:48
     
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  12. AdamClayton
     
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    Non si apre il link Vitor........
     
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  13. hail, hail
     
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    maleducati non si prendono così in giro le persone
     
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  14. Vitorbaia
     
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    CITAZIONE (AdamClayton @ 11/9/2006, 13:45)
    Non si apre il link Vitor........

    adjustè!
     
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  15. hail, hail
     
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    vittorio neocon dal tuo link ho scoperto che DAVID ANGELL, noto creatore di sit-com è morto negli attacchi
    http://en.wikipedia.org/wiki/David_Angell

    cioè volevo dire autoattacchi
     
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550 replies since 22/5/2006, 12:35   7305 views
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