11 SETTEMBRE

Versione ufficiale vs 9/11 Truth Movement

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    In America l’ “upgrade” porta sfortuna

    Se per caso la versione ufficiale dell’undici settembre fosse vera, come minimo bisogna dire che il termine “upgrading” in America porta una sfiga tremenda. Oppure, nell’altra ipotesi, è stato trovato l’ennesimo indizio che punta il dito sempre nella stessa direzione, quella che ormai riescono a non vedere solo i ciechi di professione.

    Già insospettiva molto la straordinaria casualità con cui proprio il pezzettino di Pentagono colpito l’undici di settembre fosse stato “ristrutturato” in precedenza (“upgraded”, appunto), e proprio “contro eventuali attacchi terroristici”.

    Visto che – a detta loro - “nessuno nell’amministrazione poteva immaginare che dei terroristi avrebbero usato aerei civili contro bersagli nazionali”, veniva infatti da domandarsi che tipo di attacco terroristico potessero temere, al Pentagono, per sentire il bisogno di “rinforzarlo appositamente”. Una robusta scarica di palline da baseball, lanciate tutte contemporaneamente dall’antistante collina di Arlington, forse? Un arabo carico di dinamite che attraversa di corsa [?] il vasto prato antistante - mentre nessuna telecamera lo vede avvicinarsi, naturalmente – per lanciarsi a testa bassa contro una finestra del piano terra, mentre accende la miccia e grida “Allah akbar?” O forse una batteria di miniatomiche portatili, di quelle che si trovano ormai anche da K-Mart a 100 dollari l’una – l’arricchitore di uranio però è a parte – lanciate contro il Pentagono da un camioncino in corsa?

    Non si riusciva a capire, ma non volendo essere troppo maliziosi avevamo scelto di applaudire al fenomenale intuito profetico degli uomini di Rumsfeld. Non fosse stato per quelle meravigliose finestre blindate, di cui Paolo Attivissimo ci ha fornito il peso esatto – 720 Kg. l’una, non uno di meno! – oggi al posto del Pentagono ci sarebbe probabilmente un campicello di erba fiorita. Invece le finestre hanno retto egregiamente all’impatto, anche se l’aereo - ci dice sempre il Nostro – “è praticamente penetrato per intero nell’edificio”. (Si vede che sarà passato dalla porta, cosa volete che vi dica).

    In ogni caso, un grande applauso per i chiaroveggenti del Department of Defense, e caso chiuso.

    Ora però si scopre che anche al WTC l’arte del vaticinio era altamente progredita: pare che anche alcuni piani delle Torri Gemelle fossero stati “upgraded”, non contro il terrorismo - nemmeno le palline da baseball arrivano a quell’altezza – ma contro...... sissignori, avete indovinato: contro il fuoco!!!!!! Il maledetto fuoco che non ha mai fatto cadere prima un edificio in acciaio, evidentemente turbava i sonni dei responsabili delle Torri Gemelle al punto da richiedere un rinforzo protettivo alle sue strutture.

    “Sai com’è – avranno pensato – con l’estate che si avvicina (era settembre), metti che un tizzone dalla Sardegna in fiamme mi schizza fino a qui, e magari mi incendia la moquette di materiale ignifugo... ora che ce ne accorgiamo la Torre è bell’e andata! Meglio prevenire che combattere.“

    Ma quali sono i piani recentemente “upgraded” contro il fuoco? Una serie di piani qualunque? No, altrimenti che coincidenza sarebbe? Secondo l’articolo pubblicato su 911Blogger, Another amazing coincidence related to the WTC” http://www.911blogger.com/node/13272, si tratterebbe proprio dei piani colpiti dagli aerei, ovvero quelli dove in seguito è iniziato il crollo.

    Per la precisione, si tratterebbe di diversi piani isolati, dal 78° in su, per la Torre Sud, e di un blocco compatto di piani, proprio al livello del 92°, per la Torre Nord. (In viola i piani “upgraded”, in arancione-grigio le zone di impatto-crollo):

    image

    Ricordate quelli che si chiedevano “Ma come sarebbe possibile mettere le bombe proprio ai piani colpiti? Come fai a sapere in anticipo il punto esatto in cui colpirà l’aereo?” Certo, se l’aereo lo guidava gente come Hanjour – ti veniva da dire - potevi anche metterti alla finestra a guardare, che quello la Torre non la colpiva proprio, altro che “92° piano”. Ma se per caso i “terroristi” – dei quali curiosamente si sono dimenticati di mostrarci le immagini all’imbarco – non fossero mai saliti su quegli aerei, e questi ultimi fossero invece stati teleguidati, che cosa ci vuole a piazzare un “bersaglio elettronico” proprio nel punto che intendi colpire? (Avete mai visto nei film di Tom Cruise, quando danno al cattivo una valigetta “da tenere stretta stretta”, e poi mentre quello è lì che passeggia nel parco gli arriva in testa uno Scud che lo apre in due come un melone?)

    Guarda guarda, quando si dicono le coincidenze: qualcuno aveva sentito il bisogno di “rinforzare contro il fuoco” proprio i piani che sarebbero poi stati colpiti negli attentati “che nessuno poteva prevedere”.

    Attenzione però, perchè il bello viene solo adesso: i poveri debunkers hanno fatto una fatica immonda, fino a ieri, per cercare di convincere qualche sprovveduto che il kerosene ha avuto la meglio sull’acciaio “perchè l’impatto tremendo degli aerei ha staccato dalle strutture portanti la protezione antincendio” (manco fosse stucco del ‘300), e ora arrivano questi volponi a rompergli le uova nel paniere, dicendoci che proprio quella protezione era stata rifatta e rinforzata!!!! (Quando si è in tanti a raccontar fregnacce, sarebbe igienico mettersi d’accordo prima).

    In conclusione, siamo di fronte ad una alternativa lacerante:

    Soluzione 1:

    La versione ufficiale è vera, e semplicemente fare l’upgrade in America porta una sfiga colossale.

    Soluzione 2 - parte a:

    Al Pentagono si sono detti: visto che non gli tiriamo contro un Boeing (mica siamo fessi, che poi il Pentagono lo distruggiamo davvero), ma una roba molto più piccola e leggera, rischiamo che alla fine la parete resti su, e ci beccano tutti con il sorcio in bocca. Piazziamoci dentro anche un paio di bombette (chi ha studiato il caso ricorda bene un testimone che aveva sentito “odore di cordite”, un esplosivo usato proprio dai militari), e casomai “attrezziamolo” anche per il crollo, nel caso ‘sto bastardo di cemento armato decida di resistere alla botta.

    Avanti quindi alle squadre di “upgrade”, ed ecco che dopo venti minuti dall’impatto il “bastardo” - che ha retto benissimo, come previsto – decide improvvisamente di “franare” sotto gli occhi di tutti.

    [Sulla curiosa dinamica di quel crollo ci sarebbe da discutere per un mese: se una sezione dell’edificio è stata perforata nel centro, secondo voi inizia a crollare dove sono venute a mancare le colonne di supporto (cadendo quindi a forma di “v”, “sopra il buco”), oppure crolla di fianco, “in diagonale”, lungo il lato che è ancora attaccato al segmento accanto?]

    Soluzione 2 – parte b:

    Al WTC si sono detti: qui ragazzi non va giù niente, altro che balle. Una volta che l’aereo ha colpito ci ritroviamo con un bel buco e basta. Mettiamoci anche un paio di bombette, e nel caso “attrezziamo” il tutto per farlo sembare un crollo strutturale.

    Avanti quindi alle squadre di “upgrade”, ed ecco che dopo gli impatti - quando le Torri hanno retto benissimo, come previsto, e i fuochi ormai sono ridotti a lumicini - i giganti di acciaio diventano fragili capanne di bambù, e si accartocciano su se stesse iniziando a crollare “proprio” all’altezza dei piani colpiti.

    Mah, a questo punto non si sa più cosa pensare: se ci fossero anche altre strane coincidenze, nella giornata dell’undici settembre, sarebbe legittimo sospettare un autoattentato, ma visto che sono solo scomparsi due interi Boeing senza lasciare una traccia; che uno dei due si è schiantato tutto intero, ma i suoi rottami sono finiti a 14 km. di distanza; che dalla buca in cui l’aereo non si trova sono usciti passaporti, bandana e testamenti senza nemmeno una bruciatura (tutto rigorosamente dei terroristi, sia chiaro; mai una bambolina, una sciarpa da signora o il beauty-case di un truccatore della TV); visto che di 80 telecamere attorno al Pentagono nessuna è riuscita a inquadrare un aereo grosso come mezzo campo di calcio, mentre l’unica che lo ha fatto l’aereo non ce lo mostra; visto che i dirottatori, che non avevano mai guidato jet prima di allora, hanno fatto manovre giudicate impossibili dai professionisti; visto che l’acciaio delle Torri è stato piegato come il burro senza lasciare una crepa (come avviene solo alle altissime temperature); viste le dozzine di testimonianze di esplosioni PRIMA e durante i crolli; visto che la polverizzazione da “sola forza di gravità” era talmente fine da aver già ammalato più di 4.000 persone, (che faccio, vado avanti?).....

    Massimo Mazzucco
     
    .
  2. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    L’undici settembre sbarca in Giappone

    Yukihisa Fujita, un membro del Partito Democratico giapponese, ha improvvisamente sollevato la questione dell’undici settembre, di fronte a un parlamento a metà fra lo stupefatto e il divertito. La questione in ballo è una nuova legislazione “antiterrorismo”, all’interno della quale si colloca il dilemma – che pare essere profondamente vissuto in questi giorni dai giapponesi - se rifornire o meno i voli americani che partono per andare a bombardare l’Afghanistan. Bisogna dire che il finale è in un certo senso sorprendente.

    PRIMA PARTE:


    All’interno seconda e terza parte (totale 25 min. circa). Segue trascrizione completa del segmento (praticamente, la copia stampabile dei sottotitoli).

    II PARTE:


    III PARTE:


    Naturalmente possiamo solo rispondere per la traduzione dall’inglese all’italiano, ma non per quella dal giapponese all’inglese.

    TRASCRIZIONE:

    FUJITA: Vorrei parlare delle origini di questa guerra al terrorismo. Come potrete ricordare, in novembre io ho posto la domanda se il terrorismo sia da considerare una atto di guerra oppure un crimine. La "guerra al terrorismo" è iniziata con gli attacchi dell'11 settembre.

    Quello che vorrei sapere è se questo fatto è stato causato dal Al-Queda oppure no. Noi non abbiamo visto nessuna prova reale che si trattasse di Al-Queda.

    Vorrei sapere perché il Primo Ministro pensa che siano i Talebani i responsabili degli attacchi dell'11 settembre. Voglio chiederlo al Primo Ministro perché lui era Ufficiale Capo di Gabinetto in quel periodo.

    PRIMO MINISTRO: Secondo le informazioni segrete ottenute dal nostro governo e secondo i rapporti pubblicati da governi stranieri, gli attacchi dell'11 settembre sono stati portati a termine da una organizzazione terroristica internazionale conosciuta come Al-Queda.

    FUJITA: Quindi lei sta parlando sia di informazioni segrete che pubbliche.

    Mi domando se il governo giapponese abbia condotto una propria indagine, usando la polizia e altri mezzi. Si tratta di un crimine quindi è certamente necessario che sia fatta un'indagine. Quando un giornalista giapponese è stato ucciso a Myanmar voi avete fatto un'indagine. Nello stesso modo sono morti oltre venti giapponesi, quindi certamente il governo avrà fatto la sua indagine. Quindi, che tipo di indagine avete fatto? In quel periodo lei era Segretario Capo di Gabinetto, e sicuramente lo sa meglio di chiunque altro, per cui chiedo a lei della vostra indagine.

    PRIMO MINISTRO: Dopo gli attacchi dell'11 settembre l'Agenzia di Polizia Nazionale ha mandato una squadra di emergenza antiterrorismo a New York. Si sono incontrati con gli ufficiali del governo americano e hanno raccolto le informazioni sui giapponesi dispersi.

    FUJITA: Quindi lei mi sta dicendo che oltre 20 persone sono morte come risultato di un crimine, e che la maggior parte di quelle persone lavorava a New York. C'erano anche dei giapponesi che sono morti sui quattro aerei che sono stati dirottati. Vorrei sapere esattamente quante persone sono morte negli edifici e quante sono morte sugli aerei. Vorrei anche sapere come si è avuto la conferma di queste informazioni, e vorrei che il Ministro degli Esteri mi rispondesse.

    MINISTRO DEGLI ESTERI: Abbiamo trovato i corpi di oltre una dozzina di giapponesi in seguito ai simultanei attacchi terroristici portati a termine l'11 settembre. Siamo anche stati informati della morte di altre 11 persone dalle autorità americane. In totale 24 giapponesi sono morti negli attacchi. Di questi, due si trovavano sugli aerei.

    FUJITA: Vorrei chiedere quali erano i voli nei quali sono morti i due giapponesi, e come avete determinato la loro identità.

    Se per caso il Ministro degli Esteri non lo sapesse, va bene anche la risposta di un funzionario.

    CAPO DIPARTIMENTO DEL MINISTERO DEGLI ESTERI RYOJL TANIZAKI: Visto che si tratta di fatti posso rispondere io. Come ha detto il Ministro degli Esteri, delle 24 persone morte due si trovavano sugli aerei.

    Uno di loro era sul volo 93, e l'altro era sul volo American Airlines 11.

    Riguardo al modo in cui l'abbiamo saputo, non ho le informazioni davanti a me, ma ci è stato comunicato dalle autorità americane, e in generale loro usano il test del DNA, quindi crediamo che sia questo il modo in cui noi sappiamo di quelle due persone.

    FUJITA: Quindi lei mi sta dicendo che non lo sa perchè non ha la documentazione davanti, e mi sta anche dicendo che lei crede che si sia stato l'esame del DNA, ma non è sicuro.

    Quello che voglio dire oggi è che si è trattato di un crimine, e i crimini dovrebbero essere investigati. In seguito il governo deve informare i familiari delle vittime dei risultati della loro investigazione.

    Invece di osservare semplicemente l'anniversario dell'11 settembre, ogni anno, dovreste raccogliere informazioni e comportarvi di conseguenza.

    Quindi negli ultimi sei anni avete dato alle famiglie delle vittime delle informazioni? Vorrei chiedere al Ministro degli Esteri di rispondere.

    MINISTRO DEGLI ESTERI MASAHIKO KOMURA: Quindi lei non vuole più sapere come hanno confermato le morti dei giapponesi, lei vuole sapere di che cosa abbiano informato i familiari delle vittime? Abbiamo dato alle famiglie informazioni riguardo ai resti, e riguardo alla ricompensa economica. Inoltre, per 13 giapponesi di cui sono stati trovati i resti abbiamo aiutato le famiglie per le formalità.

    Finanziamo anche le visite dei familiari delle vittime al World Trade Center ad ogni anniversario.

    FUJITA: Non ho molto tempo. Parliamo delle informazioni sospette che stanno venendo fuori, e dei dubbi che la gente ha nel mondo sui fatti dell'11 settembre.

    Molti fra gli scettici sono persone importanti. In queste circostanze io credo che il governo giapponese, che sostiene che gli attacchi siano stati portati a termine da Al-Queda, dovrebbe fornire ai familiari delle vittime queste nuove informazioni.

    E' in questo contesto che vorrei porre svariate domande. Vorrei chiedere a tutti i membri della Commissione di guardare le fotografie che vi ho fatto avere.

    Si tratta di prove concrete, nella forma di fotografie e altro tipo di informazioni.

    La prima immagine è un fotomontaggio che mostra quanto grande fosse l'aereo che ha colpito Pentagono. Un 757 è un aereo decisamente grande, con una larghezza di 38 metri. Come potete vedere, nonostante un aereo di queste dimensioni abbia colpito il Pentagono, c'è solo un buco che è troppo piccolo per l'aereo.

    In questa immagine potete vedere dei pompieri in azione. Non ci sono i danni che normalmente un aereo di quelle dimensioni dovrebbe causare. Guardate il prato antistante, notate come non ci siano le parti dell'aereo.

    Guardiamo anche la terza immagine, sempre del Pentagono, che è presa da una trasmissione televisiva. Le didascalie indicano che il tetto del Pentagono è ancora intatto.

    Nuovamente, nonostante debba essere stato colpito da un aereo enorme, non ci sono sufficienti danni corrispondenti.

    Passiamo adesso alla prossima immagine, che mostra un foro. Come il Ministro Komura sa, il Pentagono è un edificio molto robusto, con molti muri, eppure l'aereo li ha perforati.

    Ma come voi sapete gli aerei sono fatti coi materiali più leggeri possibile. Un aereo fatto di materiali così leggeri non può aver fatto un foro del genere.

    Ora vorrei mostrarvi un'immagine di come l'aereo ha colpito l'edificio.

    L'aereo ha fatto una inversione a "U" evitando l'ufficio del Ministro della Difesa, e ha colpito l'unica parte del Pentagono che era stata specialmente rinforzata per reggere a un attacco con esplosivi.

    A metà della pagina 5 c'è anche il commento di un ufficiale dell'aviazione americana: "Ho pilotato i due modelli di aereo usati l'11 settembre, e non posso credere che qualcuno che sta volando per la prima volta riesca a compiere quel tipo di manovra".

    Come inoltre sapete non sono state recuperate le scatole nere della maggioranza di questi quattro aerei.

    C'erano poi più di 80 telecamere di sicurezza al Pentagono, ma ci hanno negato di vedere quasi tutto il materiale.

    In ogni caso, come avete visto, non c'è un'immagine dell'aereo o dei suoi resti in alcuna di queste fotografie. E' molto strano che nessuna immagine di questo genere ci si sia stata mostrata.

    Come sapete le forze di difesa giapponesi hanno la loro sede Ichigaya.

    Potete immaginare se un aereo colpisse una grande città, se un'ora e mezza dopo che un aereo ha colpito New York, che un aereo colpisca il Pentagono?

    In questa situazione, come possono i nostri alleati aver permesso un attacco del genere? Vorrei che il Ministro della Difesa rispondesse a questa domanda.

    MINISTRO DELLA DIFESA FUYUSHIBA ISHIBA: Non sono preparato, quindi risponderò a braccio. In una situazione del genere la nostra aviazione manderebbe dei jet per abbattere qualunque aereo.

    La Corte Costituzionale tedesca ha escluso questa possibilità. Nel caso del Giappone la nostra reazione dovrebbe dipendere dal tipo di aereo, da chi lo sta pilotando, e dalle sue intenzioni.

    Probabilmente avremmo delle forze di difesa che gli volano accanto, e aspetteremmo una decisione a livello governativo. Visto che un aereo avrebbe a bordo molte persone, dovremmo discutere che cosa fare.

    C'è stato un caso, molto tempo fa, quando un aereo Cessna si è abbattuto sulla casa di una persona che si chiamava Yoshio Kodama.

    C'è stato anche un aereo delle aerolinee All Japan che è stato dirottato, e il pilota è stato ucciso.

    Sarebbe meglio che cose del genere non succedessero, ma dobbiamo preparare nuove leggi per situazioni simili e discuterle in parlamento.

    FUJITA: Poiché il tempo sta finendo vorrei mostrarvi un nuovo indizio. Per favore guardate questo cartello.

    La prima immagine è quella che vedete spesso delle tue torri colpite dagli aerei dirottati.

    Io potrei capire se questo fosse successo subito dopo che sono state colpite, ma qui si possono vedere ei grossi pezzi di materiale che volano a grandi distanze nell'aria.

    Alcuni sono volati a 150 metri di distanza. In questa immagine si possono vedere oggetti che volano come se ci fosse stata un'esplosione.

    Questo è un'immagine che ho preso da un libro. Vi può dare un'idea di quanto lontano siano volati gli oggetti.

    La terza immagine è quella di un pompiere che ha partecipato ai soccorsi, il quale parla di una serie di esplosioni nell'edificio, che sembravano quelle di una demolizione professionale.

    Non possiamo presentare il video oggi, quindi ho la traduzione di quello che dice il pompiere: "E' stato un boom boom boom, come se ci fossero delle esplosioni".

    Qui c'è qualcosa che ha detto una squadra di ricerca giapponese riguardo agli ufficiali del corpo dei pompieri e al ministro delle costruzioni. Hanno intervistato una sopravvissuta giapponese, che ha detto che mentre scappava ha sentito delle esplosioni. La sua testimonianza compare in un rapporto preparato con l'aiuto del ministero delle costruzioni e del corpo dei pompieri.

    Ora vorrei che osservaste la seguente immagine. Normalmente si dice che le torri sono crollate perchè sono state colpite dagli aerei. Ma a un isolato di distanza dalle Torri Gemelle c'era l'edificio numero 7.

    Lo si può vedere in questa cartina, a un isolato di distanza dal World Trade Center. L'edificio è crollato sette ore dopo che le torri del World Trade Center sono state colpite.

    Se potessi mostrare un video sarebbe facile capire, ma guardate questa immagine: è un edificio di 47 piani che è crollato in questo modo.

    L'edificio cade in 5-6 secondi, più o meno alla velocità di un oggetto in caduta libera nel vuoto.

    Questo edificio cade come lo vedreste cadere in uno spettacolo kabuki. Inoltre cade mantenendo la sua forma.

    Ricordate che non è stato colpito da un aereo. Bisogna quindi chiedersi come fa un edificio a cadere in quel modo a causa del fuoco dopo sette ore.

    Questa è la copia del rapporto della commissione 11 settembre. Il rapporto è stato pubblicato dal governo americano nel luglio 2004, ma questo rapporto non parla del crollo dell'edificio che ho appena descritto. Non è nemmeno citato. Anche la FEMA ha pubblicato un rapporto nel quale dimentica di citare questo edificio.

    Molte persone credono, specialmente per la storia dell'edificio numero 7, che ci sia qualcosa di strano. Poiché questo è incidente in cui molte persone sono morte, molti pensano che debba essere investigato.

    Vorrei chiedere all'esperto economico Sr. Asao di dirmi qualcosa di più sulle "put options".

    Perchè una cosa del genere avvenisse, sarebbe stato necessario un gruppo di persone con grandi quantità di soldi, precise informazioni dall'interno e una certa esperienza finanziaria.

    E' possibile che una manciata di terroristi in Afghanistan e Pakistan abbia portato a termine una serie di transazioni così delicate e su larga scala?

    Chiedo al Sr. Asao di rispondere.

    ASAO: Per "put options" si intende un accordo per vendere delle azioni in un certo giorno a un prezzo prefissato.

    In questo caso qualcuno deve aver avuto informazioni riservate per portare a termine queste operazioni, perchè nessuno avrebbe potuto prevedere che queste aerolinee avrebbero visto i loro aerei dirottati.

    Quindi io credo che questo sia stato certamente un caso di "insider trading".

    FUJITA: Quindi, io non credo che il nostro governo abbia agito correttamente, indagando su questo incidente e chiedendo spiegazioni al governo americano.

    Per adesso non abbiamo ancora iniziato a rifornire le navi americane, e credo che dobbiamo tornare al punto di partenza, invece di fidarci ciecamente della spiegazione fornita dal governo americano, e delle informazioni indirette che ci hanno fatto avere.

    Ci sono state troppe vittime, quindi credo che dobbiamo nuovamente partire da zero.

    Dobbiamo domandarci quali siano le vere vittime di questa guerra al terrorismo, e io penso che le vittime siano i cittadini del mondo intero.

    Qui in Giappone scompaiono le pensioni e scompaiono i dati sulle vittime del sangue contaminato dall'epatite C.

    Ma tutto quello che vi ho mostrato oggi è basato su fatti e su prove dimostrabili.

    Parliamo delle scatole nere che scompaiono, degli aerei che scompaiono, dei resti umani che scompaiono.

    Anche molti dei resti di questi edifici sono scomparsi.

    Persino la FEMA ha detto che questo ha impedito una investigazione adeguata.

    Dobbiamo guardare a queste prove, e domandarci che cosa sia davvero questa "guerra al terrorismo".

    Io credo che per porre fine al terrorismo dobbiamo approvare una legge che aiuti davvero la gente dell'Afghanistan.

    Mi piacerebbe che Mr. Inuzuka parlasse della legge e della lotta al terrorismo.

    INUZUKA: Fra i problemi sollevati dal PM Fujita quello di cui dobbiamo preoccuparci di più è che la gente in Afghanistan possa vivere in pace. Questo sta al cuore del problema di porre fine al terrorismo.

    Senza affrontare il cuore del problema, e continuando semplicemente a rifornire il carburante, senza pensare alla situazione nel suo insieme, nè alle persone coinvolte, non ha senso discutere questa legge.

    Questa legge deve essere fatta per la pace e la sicurezza del popolo afghano. Il nostro paese deve promulgare una vera legge contro il terrore.

    FINE TRASCRIZIONE
     
    .
  3. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    Il fronte dei dubbi si allarga anche al Giappone
    di Paolo Jormi Bianchi - Megachip


    Continuano a saltare fuori notizie che testimoniano come la versione ufficiale dei fatti del 9-11 venga messa in discussione ormai ovunque nel mondo. Continua a succedere che notizie di primo piano che riguardano l'evento più importante della storia recente, il disastro che ha inaugurato il nostro martoriato secolo, vengano ignorate dai media.

    Questa volta la notizia censurata è stata quella delle dichiarazioni del parlamentare giapponese Yukihisa Fujita, membro del Partito Democratico del suo paese (video youtube a cura di Luogocomune.net).

    In aula davanti a tutti i colleghi si è prodigato per diversi minuti in un vero e proprio interrogatorio serrato ai membri del governo e ai funzionari dello Stato, chiedendo conto dell'appoggio dato dal Giappone all'invasione Usa dell'Afghanistan, alla luce del fatto che al Giappone non sono state ancora esibite le famose prove della colpevolezza di Bin Laden promesse a suo tempo (e nemmeno a tutti gli altri) . Fujita ha parlato del Pentagono e di diverse altre magagne della versione ufficiale lasciando tutti sbigottiti. E' (forse, se i media mondiali censurano tutto non possiamo saperlo con certezza) la prima volta in assoluto che un parlamentare di un regime democratico mette ufficialmente in discussione l'appoggio dato dal suo paese alle guerre americane, facendo riferimento alle incongruenze nella versione ufficiale del 9-11. E' un segnale importante che dimostra che il fronte si sta sfaldando, che la menzogna è troppo grande per essere tenuta nascosta ancora a lungo. La scommessa dei neocon americani, anzi la loro convinzione, è stata che avrebbero vinto una guerra dopo l'altra, e nessuno si sarebbe fatto domande come quelle di Fujita. Ma invece l'Afghanistan è tutto in mano ai Talebani, fatta eccezione per il centro di Kabul, e l'Iraq ancora oggi non è stato "pacificato". E ora sempre più uomini politici , prima i più coraggiosi, poi i più opportunisti (mano a mano che il potere e la ricchezza statunitensi, disgraziatamente per tutte le brave persone che vivono in quel grande paese, diminuiranno) pescheranno a piene mani tra tutte le magagne clamorose che in questi anni sono state rilevate nella versione ufficiale dei fatti del 9-11. La migliore reazione che l'America che ci piace dovrebbe intraprendere, è la riapertura dell'inchiesta, la punizione e rimozione di una classe politica che si è resa responsabile di terribili crimini, e l'avvio di una nuova stagione fatta di speranza in un futuro migliore e di pace. Per questo noi come gruppo Zero vogliamo portare avanti una battaglia politica per la riapertura dell'inchiesta sui fatti dell'11 settembre 2001.(E' doveroso un ringraziamento e i complimenti a Massimo Mazzucco e a tutti i collaboratori del sito www.luogocomune.net, che hanno scovato questa notizia, il video e hanno anche sottotitolato in italiano il tutto.
     
    .
  4. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    Cronaca di un’epifanìa

    Ho appena ricevuto la visita di un vecchio amico che non vedevo da molti anni. Era di passaggio nella mia città, per motivi di lavoro, ed è stato un grande piacere incontrarlo.

    Si tratta di un persona abbastanza particolare: profondamente innamorato del suo lavoro, al quale ha dedicato la vita intera, è sempre stato poco interessato alle faccende del mondo esterno. Persona pratica, di poche parole, non vota, guarda raramente la TV, e l’ultima volta che è stato al cinema deve aver avuto diciott’anni. Tutt’altro che un sempliciotto, però, è semplicemente un individuo che si fa gli affari suoi: vive intensamente la sua sfera personale, e chiede solo in cambio di non essere disturbato.

    Dopo aver esaurito i bei ricordi, e dopo aver stabilito una volta per tutte chi dei due fosse ingrassato di più (lui ha continuato a fare sport, io no), ho provato a nominare l’undici settembre. Con mia sorpresa ho scoperto così che esiste qualcuno che non solo non ha mai sentito parlare del dibattito in corso (fin qui, purtroppo, ben poche sorprese), ma che non conosceva nemmeno la versione ufficiale dei fatti. Ricordava cioè il fatto puro e semplice – le Torri colpite e crollate – ma chi fosse stato, perchè lo avesse fatto, e quali fossero state le conseguenze, non lo aveva mai nemmeno sfiorato.

    Se gli avessi raccontato che erano stati i marziani, forse mi avrebbe pure creduto.

    Mi sono così ritrovato, curiosamente, a “raccontare” prima di tutto la versione ufficiale. “Pare che siano stati degli arabi – gli ho detto – che hanno dirottato questi aerei, e li hanno guidati contro le Torri Gemelle e contro il Pentagono.” Nuovamente, il mio amico non ha fatto una piega: a lui stava bene così.

    “C’è però anche chi sostiene – ho aggiunto - che siano stati gli stessi americani a organizzare l’attentato, perchè gli serviva una scusa per andare in guerra contro gli arabi”. A quel punto ho visto comparire un sorrisetto malizioso, e il mio amico mi ha detto: “Non so perchè, ma sento che tu sia uno di quelli”.

    Mezz’ora dopo eravamo seduti davanti a Inganno Globale.

    Ho potuto così assistere da vicino al percorso completo di nascita-morte e resurrezione - che molti di noi hanno compiuto nel corso di lunghi mesi, se non addirittura anni – nell’arco di soli 90 minuti. Anche meno, in realtà, perchè già nell’introduzione, alla prima immagine della cosiddetta “cement fountain” (la fontana di cemento che sprizza nelle 4 direzioni dalle Torri che crollano), ho visto muoversi un sopracciglio. Ma non ho detto nulla, e ho aspettato che fosse lui a farmi delle domande.

    Di fronte agli strani percorsi dei dirottatori, che si allontanavano di centinaia di chilometri da bersagli che avevano a portata di mano, ho visto scuotere la testa. Di fronte allo stallo della difesa aerea ho sentito una specie di brontolìo, del tipo “ma dormivano tutti, quel giorno?” Quando siamo arrivati alla dichiarazione di Mineta, il mio amico mi ha chiesto di fermare il film, perchè non ci capiva più niente. “Ah già – ho dovuto spiegare – quel giorno Bush non era a Washington, per cui al comando c’era Dick Cheney, il vice-presidente.” “Si, ma questo aereo che si avvicinava, qual’ era?” “Quello che ha colpito il Pentagono”. Ovviamente, mi ero anche dimenticato di spiegare che il Pentagono sta a Washington.

    Avevo cioè di fronte una vera e propria tabula rasa, un cervello perfettamente funzionante, ma totalmente privo di qualunque informazione relativa al problema.

    La conferma che il suo cervello fosse in piena funzione l’ho avuta dopo le interviste del pilota dell’Alitalia e di Nela Sagadevan, che spiegavano la difficoltà estrema nel tenere attaccato a terra un grande aereo passeggeri, a causa del cuscino d’aria che si forma sotto la sua pancia, e che aumenta con l’aumentare della velocità: “In effetti – ha detto il mio amico, che era appena arrivato dall’Italia – ho notato che negli ultimi metri l’aereo si è praticamente fermato, eppure continuava a stare in aria. Il pilota ha dovuto letteralmente togliere il gas, per fargli toccare terra, se no non scendeva”.

    “E pensa che tu andavi a meno di trecento all’ora - gli ho detto - Quello del Pentagono andava praticamente al massimo, a quasi 900 all’ora.” Il mio amico mi ha guardato di traverso, e a quel punto ho capito che aveva capito.

    “In compenso - ho aggiunto – chi guidava l’aereo del Pentagono non aveva mai guidato prima un jet nella sua vita”.

    “Va beh - ha detto il mio amico ridendo – allora diteci che ci pigliate per il culo e facciamo prima!”

    Da lì in poi è stato solo un crescendo di incredulità e stupore che sembrava non finire mai. La manovra del tutto inutile di Hanjour, che già aveva il Pentagono sotto gli occhi, ma ha voluto fare un giro per perderlo di vista e arrivare rasoterra; la parete ancora in piedi dopo l’impatto, nonostante la massa di cento tonnellate lanciata a 900 Km. all’ora; la mancanza di rottami di grosse dimensioni sul prato antistante; la patetica ricostruzione della Purdue, con l’aereo che “perde i motori” prima dell’impatto, diventa “trasparente” e attraversa come un fantasma la parete di cemento, e poi si infila sotto la volta del piano terra come se fosse un vagoncino del metrò; e infine il foro al terzo anello, mai spiegato ufficialmente da nessuno... insomma, ogni volta che sembrava di aver raggiunto il picco massimo della tollerabilità – in termini di rispetto per la propria intelligenza – arrivava qualcosa che riusciva a superarlo di almeno una spanna.

    Già, avevo dimenticato: l’effetto dell’accumulo, ovvero il processo indiziario. Noi che siamo abituati (costretti, in realtà) a discutere un argomento alla volta, ci dibattiamo sempre e soltanto al suo interno, ma per chi viene “da fuori”, e assorbe tutte queste informazioni in una volta sola, l’accumulo delle “implausibilità” – altri preferiscono chiamarle “stronzate” – dopo un pò diventa intollerabile.

    Ed eravamo soltanto al Pentagono.

    Vi lascio quindi immaginare i commenti “coloriti” di fronte alla buca vuota di Shanksville, o la sonora risata di fronte alla spiegazione dell’FBI che il piccolo aereo visto dai testimoni fosse “un Lear Jet sceso a fare delle fotografie”, prima ancora che l’aereo si schiantasse.

    Interessante anche la domanda che l’amico mi ha fatto, quando ha sentito Ernie Stuhl che diceva con chiarezza ”There was no plane”, non c’era nessun aereo: “E che fine ha fatto quel signore, dopo?”

    “Infatti - gli ho risposto – guarda caso, è stato obbligato a “correggersi”. E’ capitato anche a molti altri”.

    Avevo davanti a me una chiara espressione di sconcerto, ma è stato soltanto con le Torri Gemelle che mi sono reso conto di quanto "inquinata" sia ormai la nostra visione del problema, rispetto a chi lo affronta per la prima volta: mentre noi cerchiamo disperatamente la tremilionesima prova, che possa finalmente inchiodare anche lo scettico più refrattario, una mente sgombra di pregiudizi si ribella già davanti alla serie infinita di casualità che diventano necessarie per sostenere la versione ufficiale.

    Silverstein che prende il controllo delle Torri proprio a sei settimane dagli attentati; Silvestein che fa subito una nuova assicurazione, e si ricorda di stipulare che in caso di distruzione del WTC starà a lui decidere come ricostruirlo; il WTC7 che va giù come se tutte le colonne portanti avessero ceduto nello stesso momento; Silverstein che aveva pagato 300 milioni di dollari per il WTC7, e ne prende 700 dall’assicurazione per ricostruirlo; le altre due Torri che si sbriciolano educatamente su sè stesse, invece di andare magari a stritolare un intero quartiere confinante (che poi tocca ricostruire con i soldi dello stato, perchè quello dalla polizza di Silverstein non era coperto), ... Insomma, giuro che non siamo nemmeno riusciti a vedere la fine del film, perchè a un certo punto il mio amico si è alzato e ha detto “Basta, spegni perfavore perchè adesso cominciano a girarmi seriamente i coglioni. Ma cosa pensano, che siamo tutti deficienti?”

    E’ stata per me un’esperienza illuminante, che mi ha mostrato quanto tempo di troppo sia stato dedicato, a livello tecnico, ad un problema che conferma ancora una volta di esistere soprattutto a livello psicologico. Per chi non parte dal presupposto che la cosa “è impossibile”, perchè “gli americani non si farebbero mai una cosa del genere da soli”, basta un centesimo degli elementi finora raccolti per mostrare con chiarezza assoluta come la versione ufficiale sia l’unica reale “teoria del complotto” mai esistita all’interno del dibattito.

    Inutile dire che il mio amico è partito con una copia di Inganno Globale sotto il braccio, dicendo con malizia: ”Adesso lo vedi, quando arrivo a Milano, che bella sorpresina faccio a un paio di persone che conosco...”

    Anche se servisse a poco, sono già molto contento che il mio amico abbia deciso, per una volta, di occuparsi di cose che non lo riguardano direttamente. Ma che evidentemente, a questo punto, riguardano anche lui molto da vicino.

    Massimo Mazzucco
     
    .
  5. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    11 SETTEMBRE: UN’ALTRA INCREDIBILE “COINCIDENZA”

    Sembra esserci una notevole correlazione tra i piani delle torri del WTC in cui, negli anni precedenti all’11-9-2001, era stata migliorata la protezione antincendio e i piani in cui è avvenuto l’impatto, l’incendio e il cedimento della struttura. L’aggiornamento della protezione antincendio avrebbe dovuto permettere la chiusura dei piani colpiti e impedire per un lasso di tempo significativo l’esposizione delle colonne e delle strutture dei piani. Quale tipo di lavoro è stato esattamente fatto durante quel periodo di tempo?

    In alcune sezioni del rapporto del NIST sul WTC vengono elencati gli esatti piani in cui era stato fatto il miglioramento della protezione antincendio. Altre sezioni del rapporto suggeriscono che persino più piani erano stati aggiornati per un totale di 18 piani nel WTC 1 e 13 piani nel WTC 2, ma non vengono specificati i piani coinvolti.[1]

    image
    [I piani delle torri del WTC in cui era stata migliorata la protezione antincendio e i piani di impatto, di incendio e di cedimento dell’11 Settembre. Cliccare per versione ingrandita dell’immagine.]

    Questa relazione è inconfondibile nel caso del WTC 1. Alcuni investigatori hanno fatto notare che un certo numero di piani ha ceduto contemporaneamente in questa torre, tipo a fisarmonica, prima che il resto dell'edificio iniziasse a ‘collassare’. Questi piani sembrano accordarsi in maniera praticamente esatta con i piani che sono stati migliorati. Guardate il filmato qui sotto e la successiva sequenza PowerPoint creata da Gregory Urich.

    http://www.911research.com/wtc/evidence/vi...r_collapse.mpeg

    http://www.cool-places.0catch.com/docs/Wtc1SeriesNW.ppt

    Due progetti per i miglioramenti costruttivi del 1999 e del 2000 per il WTC 2, fornitici da un sostenitore, indicano che il lavoro fu fatto quasi esattamente al futuro punto di impatto e di cedimento in quella torre. Cioè il quadrante sud orientale del WTC 2 fu oggetto del lavoro, almeno per il settantottesimo piano (i progetti fornitici erano solo per i piani 77 e 78). Il volo 175 colpì nel quadrante sud est del WTC 2 in corrispondenza del piano 78 e appena sopra.

    Abbiamo anche visto filmati di metallo fuso che cade dal WTC 2 prima della sua distruzione. La relazione tra i miglioramenti antincendio e i punti di caduta del metallo è stretta ma non esatta dato che il metallo fuso visto nei filmati sembra provenire dei piani 80 e 81. Una comunicazione al team del NIST da parte di Frank Lombardi della Port Authority nel 2002 indicava che solo il piano 78, tra i piani di impatto e cedimento nel WTC 2, era stato migliorato. Ma NCSTAR 1-6A (tavola 4-2, p 45) elenca anche il piano 85. Potrebbe essere che alcune zone tra i piani 79 e 84 siano state anche migliorate ma non riportate perché i piani non erano stati migliorati in modo completo?

    Almeno per la torre Nord è difficile accettare che questa relazione sia ancora un'altra incredibile coincidenza collegata all'11-9. Certamente il lavoro di miglioramento antincendio permise accesso ad aree critiche. Ma considerando ciò vengono in mente un certo numero di altre domande apparentemente meno ovvie. Perché la misura del miglioramento della protezione antincendio risultò doppia dello spessore specificato?[2] Dispositivi incendiari o esplosivi potrebbero essere stati inclusi all'interno della nuova protezione? Queste attività di “costruzione” potrebbero aver coinvolto l'installazione di meccanismi per dirigere gli aerei nelle specifiche aree in cui poi essi colpirono ciascun edificio?

    In ogni caso l'ipotesi della demolizione dovrebbe essere considerata qualcosa di più di una semplice demolizione. Se l'idea era di creare l'impressione di un crollo indotto dagli incendi allora era necessaria una presentazione infuocata, molto di più di quanto sarebbero stati capaci di dare il carburante del jet e gli arredamenti degli uffici. Sembra che la thermate possa essere stata usata non solo per indebolire o tagliare l'infrastruttura d'acciaio in tutto l'edificio, ma anche per aiutare a creare l'infuocata rappresentazione in prossimità dei piani di impatto.

    Sembra possibile che un materiale simile alla thermate e/o altri dispositivi che hanno contribuito alla distruzione delle torri possano essere stati incorporati nei piani di impatto e di cedimento durante i miglioramenti della protezione antincendio. L'accesso per una tale operazione sarebbe stato facilitato dall'attività attorno ai miglioramenti antincendio.

    NOTE

    [1] NCSTAR 1-6, pagina xxxvii, indica quali piani siano stati esattamente migliorati. NCSTAR 1-6, pagina 20 ripete queste affermazioni, come notato nella figura sopra. In un altro punto del NCSTAR 1-6, a pagina lxxi, il NIST intorbida le acque dicendo “ 18 piani nel WTC 1, compresi tutti i piani coinvolti nell'impatto dell'aereo e negli incendi” e “ 13 piani nel WTC 2, sebbene nessuno di questi sia stato direttamente coinvolto nell'impatto dell'aereo e negli incendi”. In quest'ultima frase il NIST contraddice se stesso ancora una volta nelle pagine lxvii-lxix del NCSTAR 1-6, affermando che alcuni dei piani migliorati nel WTC 2 furono coinvolti negli impatti e negli incendi (in particolare il piano 78). Come nel caso delle quantità contraddittorie di carburante per aerei citate in tutto il rapporto del NIST queste affermazioni sui miglioramenti antincendio sembrano essere un altro esempio di come risultati dettagliati nei rapporti di basso livello della squadra NIST siano stati confusi o resi vaghi in rapporti di più alto livello.

    [2] NCSTAR 1-6A (p xl) afferma: “lo spessore totale determinato dalle 356 misure individuali era di 2,5 pollici, con una deviazione standard di 0,6 pollici. Non sono disponibili foto dei piani migliorati che mostrino l'aspetto dello spessore così elevato di SFRM”. Il piano 94 del WTC 1 risulta fuori da questi dati, con uno spessore del SFRM di più di quattro pollici. Le specifiche per questi miglioramenti erano solo di 1,5 pollici, aumentati rispetto alle specifiche di costruzione di 0,75 pollici.

    Titolo originale: "Another amazing coincidence related to the WTC"

    Fonte: http://911blogger.com/
     
    .
  6. Nathan Adler
     
    .

    User deleted


    Giulietto Chiesa a Le storie - diario italiano
    http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-Le...5E54013,00.html
     
    .
  7. spacedeep
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Nathan Adler @ 1/2/2008, 12:31)
    Giulietto Chiesa a Le storie - diario italiano
    http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-Le...5E54013,00.html

    tutto smontato passo passo su


    http://undicisettembre.blogspot.com/
     
    .
  8. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    Col modo di lavorare di Paolo Attivissimo, si può smontare anche il fatto che il cielo è azzurro.
    Non capisco come ancora ci possa essere gente che guarda a certi geni, quando già il fatto che dei Ministri hanno mentito (sotto giuramento!) è più forte di qualsiasi teoria.
     
    .
  9. compactv
     
    .

    User deleted


    comunque chiesa dice solo che ci sono troppe incongruenze...che si dovrebbe fare un inchiesta internazionale come nella guerra del vietnam

    fra una ventina d'anni forse ne sapremo qualcosina di più
     
    .
  10. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    Il problema non è che lo dice Chiesa... lo chiedono tante personalità politiche, anche occidentali.
    E riimane il fatto che da questo attentato ci hanno guadagnato solo gli Usa.
     
    .
  11. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    Giulietto Chiesa: fatti, non parole

    Mercoledì scorso a “Le Storie” di Corrado Augias è intervenuto Giulietto Chiesa, sull’argomento 11 settembre, e in pochi minuti di trasmissione ha cancellato quell’immagine un pò incerta e confusa che aveva dato fino allo scorso anno, intervenendo un pò dovunque sui media italiani.

    Preciso e tagliente, non solo Chiesa ha saputo descrivere con chiarezza gli aspetti tecnici che sono stati affrontati (*), ma è soprattutto riuscito a evitare le più note trappole del confronto, che tendono da un lato a ridurre la discussione ad “un fatto di centimetri”, e dall’altro a portarla verso quel magma indistinto del “perchè mai lo avrebbero fatto”, che - come Chiesa ha sottolineato - non porta da nessuna parte. In mezzo alle due trappole stanno i fatti, precisi e concreti, dai quali Chiesa si è rifiutato categoricamente di spostarsi.

    Anche di fronte al doppio libro della PIEMME – uno pro e uno contro la versione ufficiale – che Augias ha cercato di usare per “smontare” le accuse di “Zero”, Chiesa ha saggiamente evitato di scendere nello specifico, riportando velocemente la discussione su termini generali (fra l’altro in quell'occasione Chiesa ha fatto un vistoso regalo ad Augias, poichè nel frattempo il conduttore stava cercando nel libro dei debunkers una immagine “delle ali perfettamente disegnate sulla facciata” che non avrebbe mai trovato, poichè non esiste).

    E’ vero che Chiesa non ha subito un vero contraddittorio, ma Augias aveva preparato le “domande degli spettatori” in modo tutt’altro che casuale: mentre la sua assistente ha letto a Chiesa una domanda “arrivata proprio in questo momento” (dicono che il suo libro sia pieno di bugie, era curiosamente il senso della domanda), Augias poco dopo si è lasciato scappare un “viene da Padova, vero?”, che la diceva lunga sulla casualità del botta e risposta. (Se la domanda fosse arrivata davvero in quel momento, Augias non avrebbe potuto conoscerne l’origine).

    In ogni caso, anche senza avversari reali, Chiesa si è trovato di fronte un Augias che da solo rappresentava un macigno quasi inamovibile, poichè partiva dal classico presupposto fisso che “una macchinazione di quelle dimensioni è impossibile da realizzare”.

    Anche in quel frangente Chiesa si è rifiutato di scendere sul terreno delle illazioni, e ha posto davanti ad Augias dei fatti precisi, come ad esempio la lunga lista di ex-ufficiali governativi americani che non credono alla versione ufficiale, il fatto che lo stesso bin Laden non sia mai stato ricercato dall’FBI, gli strani “visti facili“ ai terroristi, imposti dalla CIA al consolato americano di Jeddah, o il fatto che sei dei presunti dirottatori avessero partecipato in precedenza ad azioni dei servizi occidentali in Bosnia.

    A quel punto è stato persino divertente vedere lo stupore di Chiesa, quando si è accorto che per Augias tutti quei fatti non significavano assolutamente nulla.

    “Ma come, non ti bastano?” gli ha chiesto ad certo punto allibito.

    Ma Augias era perso nella sua confusione, chiaramente diviso dal conflitto fra il rigore logico, che lo richiamava con forza a certe conclusioni, e la palese refrattarietà inconscia ad accettarle.

    Volendo Chiesa avrebbe potuto chiudere l’incontro ancora prima della fine: quando Augias ha obiettato che “è vero che ci sono tanti ufficiali americani che non credono alla versione ufficiale, ma non è come Ustica, dove un controllore di volo ha detto chiaramente che furono cancellate le tracce radar”, Chiesa avrebbe potuto rispondere: “Certo che è la stessa cosa: i controllori di Boston hanno raccontato che sono state distrutte le registrazioni dei lori resoconti fatti a caldo lo stesso pomeriggio dell’undici, quando si sedettero davanti a un tavolo a raccontare per filo e per segno quello che ciascuno di loro aveva visto sul proprio schermo radar”.

    Ma a quel punto Augias sarebbe stato probabilmente colto da malore in diretta. Mentre già così il suo evidente annaspare, di fonte all’incalzare sistematico di Chiesa, ha dato la giusta dimensione di quello che accade se si scende una volta tanto sul puro terreno dei fatti.

    Non solo quindi Giulietto Chiesa ha saputo, in una semplice mezz’ora, presentare in maniera chiara e convincente la questione undici settembre, ma probabilmente ha raggiunto nello stesso momento il cuore del problema che impedisce alla verità di emergere con tutta la prepotenza che meriterebbe la gravità del momento: esattamente come nel caso di Augias, è l’incredulità stessa della gente a fare da complice insospettabile ad una delle più grandi menzogne della storia intera.

    Lo abbiamo detto fin dal primo giorno, e lo ripetiamo: quello dell’undici settembre è prima di tutto un problema psicologico. Il vero nemico è dentro di noi.

    Massimo Mazzucco

    * Qualcuno ha fatto notare la scivolata di Chiesa, quando ha detto che “il Boeing non è disegnato per fare quelle manovre”. Ma in quel caso Chiesa ha chiaramente tradotto il concetto dall’inglese, senza pensarci: “designed” infatti in inglese significa “progettato”. Ma i tempi del guardiano Ramirez, per fortuna, sono solo un ricordo lontano.
     
    .
  12. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    Aggiorno come sempre la lista dei complottatori celebri (compresdi quei bastardi sciacalli che hanno pure perso dei famigliari quel giorno)
    http://www.patriotsquestion911.com/


    p.s: chi non crede alla versione ufficiale è un complottista.
    Però noi dobbiamo credere alla teoria del complotto dell'amministrazione Usa?

    image
     
    .
  13. compactv
     
    .

    User deleted


    augias è una vecchia volpe, le sue domande e le sue frecciatine non fanno altro che alimentare il suo intervistato e lui lo sa benissimo...non dico che augias sia d'accordo con la sua tesi, ma se lo ha invitato avrà anche lui dei dubbi
     
    .
  14. AdamClayton
     
    .

    User deleted


    A me la cosa che mi stupisce è sentire la gente che dici: è impossibile!
    Guerra Usa/Spagna, Vietnam, Kennedy, Lusitania: i precedenti abbondano!!!!

    Poi gente che ha avuto il coraggio di raccontare quelle balle su Iraq e Afghanistan?
    Ma la sceneggiata di Powell all'Onu con le provette mica è accaduto 50 anni fa!!!!!!!!
     
    .
  15. compactv
     
    .

    User deleted


    per non parlare di pearl harbor...avevano intercettato l'attacco...ma l'hanno usato come scusa per entrare in guerra (ovviamente grazie)..ma non l'hanno fatto per il più nobile delle ragioni..ma c'era un interesse anche li...altrimenti col cavolo che invadevano l'europa per liberarci dal nazifascismo

    scusate poi se non mi bevo tutto quello che mi passate per vero
     
    .
550 replies since 22/5/2006, 12:35   7342 views
  Share  
.